Questo racconto, completamente inventato e scritto da Margherita questa primavera, è un po' il fiore all'occhiello del nostro percorso di quest'anno.
Inventare una favola, renderla armonica, darle uno svolgimento ed uno sviluppo, scriverla a penna di proprio pugno, dare ai personaggi caratteristiche che li denotino in maniera esaustiva, inserire anche una morale alla fine, sono tutte competenze che, al di là del "cuore di mamma", vanno sicuramente oltre una seconda classe. Poi subentrano la predisposizione personale, l'interesse per l'argomento, una buona proprietà di linguaggio e, in questo caso, l'insoddisfazione per diversi racconti a tema-margherite che avevamo trovato e letto insieme.
Molti di questi finivano male, oppure ritraevano personaggi tristi od egoisti. Così, una mattina, Margherita ha detto: "Mamma, me la scrivo io una bella favolina!".
Noi l'abbiamo aiutata un pochino solo con la punteggiatura, che ancora non sa mettere sempre a posto.
Così è nato questo racconto, che io ho poi illustrato per farlo colorare ai più piccoli, mentre la "piccola scrittrice" disegnava da sè.
C’era
una volta una piccola margheritina che viveva in un bel prato.
Era
piccola e graziosa: aveva un cuore d’oro e dei petali bianchi orlati di rosa.
Il
sole brillava caldo sopra di lei e il vento la accarezzava dolcemente e lei era
tranquilla e beata.
Si
sentiva molto fortunata a poter vivere libera e felice in quel luogo dove l’erba
era soffice e morbida e dove il cielo era limpido e sereno.
Un
giorno passò di lì un uccellino piccolo e paffutello: aveva il becco arancione,
le piume grigie sfumate di rosso ed il petto soffice e giallo.
L’uccellino
aveva una voce così dolce e melodiosa, che la margheritina ne rimase incantata:
non aveva mai sentito cantare in quel modo incantevole!
Dopo
aver cantato a lungo l’usignolo si posò al suolo e la margheritina gli disse: “Ciao,
ma lo sai che hai proprio una bella voce?”
“Sì,
per forza, sono un usignolo!”
La
margheritina raccontava all’usignolo com’era essere piccolini, avere le radici
sempre tra la terra e fare amicizia con i piccoli insettini.
Infatti
ella presentò tutti i suoi amici all’usignolo: farfalle, coccinelle,
scarafaggi, formichine e anche un gruppo di simpatici vermetti che rendevano il
terreno morbido per le sue radici.
Invece
l’usignolo raccontava a lei com’era bello volare nel cielo azzurro, cercare il
materiale per costruirsi il nido, posarsi sugli alberi e cinguettare in
libertà.
Passavano
intere giornate a raccontarsi le loro vite così diverse.
Ogni
mattina l’usignolo arrivava dalla margheritina con sopra al becco due o tre
goccioline di rugiada per dissetare la sua amichetta e per darle il buon
mattino.
Lei,
per ricambiare la gentilezza dell’usignolo, gli lasciava prendere un po’ di
polline da spargere in giro per far crescere altri fiori.
Hai ragione, non è il "cuore di mamma" a parlare, Margherita è stata davvero bravissima, molto più di quello che ci si aspetterebbe da un bimbo della sua età. La favola è ben strutturata e i personaggi caratterizzati. Vista la passione delle mia bimba per i "pichicchi" (lei chiama così gli uccellini), questo pomeriggio le leggerò questa bella favola :-)
RispondiEliminaEro passata per un rapido saluto ma la favola di Margherita mi ha letteralmente conquistata... Bravissima, hai decisamente un futuro come scrittrice!!!
RispondiEliminaPoi mi sono goduta tutti gli ultimi bellissimi post.
So di ripetermi e vorrei aver più tempo per dettagliare tutti i miei complimenti ma devo scappare...
Un grandissimo abbraccio a tutti
nonnAnna
@Autumn: Che bello! Spero che la Bionda apprezzi!
RispondiElimina@NonnAnna: il tuo autorevolissimo parere ci fa molto piacere! Era questa la favola di cui ti parlai, che avrei avuto intenzione di iscrivere al tuo bel "concorso"... Tra l'altro, ha innescato un meccanismo per cui anche i fratelli hanno inventato una favolina ciascuno...
È stata davvero brava. Mi congratulo con lei.
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