Eccomi qui! Ieri, come vi ha già
raccontato PapàGiorgio, abbiamo vissuto una giornata intensa, faticosa ed
emozionante, in cui abbiamo avuto il privilegio di vedere da vicinissimo Papa
Benedetto XVI.
Nonostante la
stanchezza, la levataccia ed il gran caldo, non appena rientrati in casa,
mentre io approntavo qualcosa in fretta e furia per il pranzo, tutti e quattro
i bambini si sono subito precipitati a disegnare il Papa.
Lo hanno disegnato nei suoi abiti bianchi,
col volto sorridente, in mezzo alle case crepate e distrutte dal
terremoto.
E' proprio questo il messaggio che
volevamo arrivasse loro: l'amore di Dio e la sua presenza anche in un momento
così difficile, anche tra la paura ed il dolore.
In questi giorni, poi, tutti loro stanno
parlando sempre più spesso del terremoto.
Dopo una fase di paura quasi paralizzante,
in cui ogni momento pareva di sentire una scossa (in effetti, tra magnitudo
varie, sono state oltre 2000 in 40 giorni) ed ogni piccolo rumore faceva
sobbalzare, ci sono stati giorni di apparente "congelamento" delle
emozioni e dei ricordi, per poi passare, ora, ad una fase di attiva
rielaborazione dell'evento. Fanno domande, chiedono spiegazioni scientifiche,
ricordano nei minimi dettagli cosa ognuno di noi stesse facendo al momento
della "grande scossa" dello scorso 29 maggio. Ricordano i nostri
gesti, i nostri sguardi, la nostra corsa giù per le scale. Ricordano i cocci
trovati al nostro rientro, lo "sporco" in cucina dato da tutto ciò
che si era rovesciato e rotto cadendo. Guardano le crepe di casa nostra, le
paragonano con altre che vedono fuori e chiedono di coontinuo: "Questa è
di intonaco, vero? Non è una crepa strutturale?". Osservano e distinguono ogni edificio tra "agibile" e "non agibile", conoscono ormai i vari tipi di putrella, le recinzioni da "zona rossa", le reti da demolizione imminente, i nastri rossi e bianchi che segnalano il pericolo. Girano per la nostra
cittadina, come tutti noi, col naso all'insù, e stentano a riconoscere "i
loro posti" con le chiese chiuse, la piazza martoriata, i merli del palazzo
del governatore tagliati, i campanili storti e spuntati.
Ma è assolutamente un bene che ne parlino,
che sfoghino le tensioni, che elaborino l'accaduto.
E' proprio per aiutarli a superare la paura, per dar loro speranza e serenità che abbiamo deciso di portarli dal Papa. Un'esperienza speciale, unica, da "privilegiati".
E' stata una giornata che -sono sicura- saranno in grado di conservare nei loro cuori, e che li aiuterà ad andare avanti con serenità e spensieratezza.
Margherita e Mariangela hanno poi subito voluto anche raccontare con le loro parole l’esperienza della giornata di ieri, Camilla e Giovanni hanno fatto lo stesso stamattina.
Vi lascio i loro elaborati e, in fondo, una piccola intervista "rilasciata" tra altre da me e Giorgio ad un giornalista di RadioVaticana, e pubblicata.
Tema di Margherita: Papa Benedetto XVI
Oggi
siamo andati a Rovereto di Novi a vedere il Papa Benedetto XVI.
Questa
mattina alle 6 mamma e papà ci hanno svegliato prestissimo per andare a
prendere la corriera.
Quando
siamo arrivati là, le prime due ore sono state d’inferno perché c’era tanta
gente affollata e noi bimbi eravamo seduti in terra in un posticino
piccolissimo.
Poi
ad un certo punto ci siamo spostati e siamo andati in un giardinetto lì
attaccato da cui si poteva vedere il Papa.
Abbiamo
giocato e anche fatto merenda con delle pastine che aveva preso la mamma e così
le cose sono andate molto meglio.
Dopo
un po’ è arrivato il Papa: che felicità!!!
Il
Papa aveva l’aspetto di un uomo molto buono.
Indossava
un abito lungo lungo bianco, con le maniche lunghe, una stola sempre bianca con
dei ricami dorati ed anche il bordino dorato. In testa aveva uno zucchetto
bianco.
Fece
un discorso abbastanza lungo e molto bello: era venuto lì perché nella chiesa
di quella cittadina era morto il prete
per salvare la statua della Madonna e le Ostie consacrate. In quella città
c’erano moltissime case inagibili e pienissime di crepe.
Il
Papa io me lo aspettavo un po’ diverso, però vederlo è stato bello!
Pensieri di Camilla: il
Papa
Ieri è venuto il Papa in un paese qua vicino.
Siamo andati con una corriera verde poi con una corriera gialla poi siamo scesi.
Le case erano rotte perché c’è il terremoto.
Abbiamo aspettato tanto tempo che il Papa arrivasse e io ero stanca. Poi siamo andati in un parchetto che c’era lì vicino e ho giocato.
E dopo più tardi abbiamo mangiato i crackers e le pastine.
Dopo è arrivato il Papa. Era vestito di bianco e ha parlato.
Che bello che veniva il Papa!
E dopo felici e contenti siamo tornati a casa.
Pensieri di Mariangela: il Papa
Questa mattina la mamma e il papà ci hanno svegliato alle 6, presto presto, per andare a trovare il Papa.
Dovevamo raggiungere una corriera e poi c’era tanta gente che doveva salire e voleva andare a trovare il Papa.
Il Papa doveva arrivare con un elicottero perchè era a Roma.
Poi abbiamo aspettato un bel po’ che ci fosse il Papa. Eravamo seduti per terra che aspettavamo ed era così tanto stretto!
Più tardi, per aspettare, c’era un giardinetto dove c’erano un bello scivolino, due belle altalene ed anche un motorino. Poi abbiamo cominciato a fare un po’ merenda con delle pastine e con dei crackers.
E poi avevamo sentito un rumore strano in cielo ed erano tanti elicotteri.
Non vedevo l’ora di vedere il Papa, io!
Io ero proprio contenta di vedere il Papa!
Per vederlo, mi ha preso sulle spalle una signorina: il Papa era vestito di bianco con un cappellino bianco in testa: è da tanto che non lo vedevo io!
Poi lei mi ha dato un biscotto e mi hanno filmata!
E poi siamo tornati a casa e io ero un po’ stanchina ma è stata una bella giornata.
Pensieri di Giovanni: il
Papa
Ieri eravamo andati a vedere il Papa.
Ci siamo svegliati presto e siamo andati in corriera verde, poi dopo in quella gialla.
Le case erano rotte e avevano tante crepe, poi c’erano dei calcinacci e dei tetti caduti perché c’era il terremoto e tanti poliziotti con le pistole vere.
Abbiamo aspettato tanto e io ero stanco poi ci siamo spostati in un bel parchetto con uno scivolo e una panchina bellissima marrone e abbiamo fatto merenda d io ho mangiato tutte le pastine al cioccolato.
E allora il Papa era arrivato con l’elicottero, poi ha parcheggiato l’elicottero in un posto e poi io ho visto il Papa da lontano su una panchina grande grande grande.
Mi ha preso una signorina sulle spalle: io ho visto del bianco ed era il Papa.
Il Papa era buono e diceva tante cose e aveva le rughe sulla faccia.
Poi siamo tornati a casa con le corriere e poi con la macchina.
E’ stata una bellissima giornata.
D. – Lei ha portato qui tutti i suoi bambini piccoli, perché?
MammaElly. – Perché volevo che sentissero il calore del Papa e che non avessero dubbi sulla presenza di Dio, cosa che in questo momento – a volte – può capitare. Invece, volevo far sentire l’amore del Signore su di noi.
D. – Il Papa ha parlato di cuori che "non sono lesionati", al contrario delle case. Ha parlato del non cadere nella tentazione. Che cosa l’ha colpita di più?
PapàGiorgio. – Il riferimento che il Papa ha fatto alla tentazione dello sconforto, che è esattamente il contrario della virtù cristiana della speranza. Personalmente, credo che l’intervento del Papa – almeno per quanto mi riguarda – ha rafforzato la mia fede a livello individuale e a livello collettivo la nostra speranza in un futuro migliore, anche nelle nostre vicende quotidiane.
D. – Anche lei ha portato qui la famiglia, perché questa scelta?
PapàGiorgio. – Perché i bambini sono stati molto colpiti, in senso negativo ovviamente, dal terremoto. Ho voluto portarli qui intanto per incontrare la presenza del Santo Padre e per testimoniare, tramite questa presenza, il fatto che Dio comunque non ci abbandona mai, che l’amore di Dio ci segue comunque anche nei momenti più difficili della nostra vita individuale e collettiva.
MammaElly. – Perché volevo che sentissero il calore del Papa e che non avessero dubbi sulla presenza di Dio, cosa che in questo momento – a volte – può capitare. Invece, volevo far sentire l’amore del Signore su di noi.
D. – Il Papa ha parlato di cuori che "non sono lesionati", al contrario delle case. Ha parlato del non cadere nella tentazione. Che cosa l’ha colpita di più?
PapàGiorgio. – Il riferimento che il Papa ha fatto alla tentazione dello sconforto, che è esattamente il contrario della virtù cristiana della speranza. Personalmente, credo che l’intervento del Papa – almeno per quanto mi riguarda – ha rafforzato la mia fede a livello individuale e a livello collettivo la nostra speranza in un futuro migliore, anche nelle nostre vicende quotidiane.
D. – Anche lei ha portato qui la famiglia, perché questa scelta?
PapàGiorgio. – Perché i bambini sono stati molto colpiti, in senso negativo ovviamente, dal terremoto. Ho voluto portarli qui intanto per incontrare la presenza del Santo Padre e per testimoniare, tramite questa presenza, il fatto che Dio comunque non ci abbandona mai, che l’amore di Dio ci segue comunque anche nei momenti più difficili della nostra vita individuale e collettiva.
E' molto bello questo post, perchè riporta con gli occhi dei bambini un modo "diverso" di affrontare una grande calamità, come quella del terremoto, e cioè il sostegno che dà la fede, dalla quale si genera la Speranza.
RispondiEliminaTrovo che abbiate fatto benissimo a far vivere loro un'esperienza positiva in tal senso, quando tutto può sembrare perduto e soprattutto in un momento storico in cui tutto sembra essere affidato solo ed esclusivamente alle mani degli uomini...
Abito a Pisa e ho avvertito distintamente le tre scosse più forti, che mi hanno spaventata molto, pur essendo nata e cresciuta ai piedi dell'Etna,e quindi abituata ad una certa attività sismica...Non oso pensare cosa avete passato voi! Vi penso spesso e vi ricordo nella preghiera insieme a tutta la popolazione colpita direttamente. Ciao.
Ale
"Bella giornata", "felici e contenti", bellissima giornata", "è stato bello".
RispondiEliminaCredo che le parole dei vostri figli esprimano più di qualsiasi altra cosa il valore della giornata che avete vissuto.
Speranza e rinascita dovrebbero essere i cardini della vita di ciascuno di noi. Il messaggio del Papa lo esprime chiaramente e molto bene. Credo che la preghiera sia il motore per mettere in atto tutto questo.
vi voglio bene, Dio vi benedica mamma Simo
RispondiEliminaRagazze, vi ringraziamo moltissimo per le vostre parole così intense e ricche di profondo significato. Abbiamo voluto condividere tutto ciò proprio per testimoniare la forza della speranza generata dalla Fede.
RispondiEliminaUna bella esperienza di Fede, maturazione e crescita. Grazie per averla condivisa, mi trovo molto vicina alle considerazioni espresse da PapàGiorgio. Un saluto affettuoso a tutta la famiglia....
RispondiEliminaGrazie tante anche a te, Rossella!
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