Oggi pubblichiamo un post molto lungo, ma per rendere per bene l'idea di un "lavoro" che stiamo portando avanti da qualche anno.
Come sapete, ci piace tanto integrare "scuola e vita", apprendimento e vita reale.
In Italiano, in particolare, lo abbiamo sempre fatto.
In particolare, in classe 2a, i bambini hanno iniziato a scrivere testi descrittivi: per la descrizione della persona, allora, abbiamo pensato di regalare a nonni, zii e persone care una descrizione personalizzata, in occasione del loro compleanno.
Crescendo, si vanno a studiare le caratteristiche di sempre più tipologie testuali, in particolare del testo narrativo nei suoi vari generi.
Molti libri di testo propongono agli studenti di scrivere un racconto, alla fine di ogni genere studiato (racconto fantastico, racconto realistico, racconto d'avventura, racconto umoristico, ecc). Molte volte, questo esercizio, in astratto, può risultare pesante e noioso, o anche "spaventare" il bambino.
Noi abbiamo pensato di dedicare anche i nostri racconti ai nostri cari.
Centrando la trama sulla persona che li avrebbe ricevuti, sulle sue caratteristiche, i suoi interessi, le sue passioni.
Così, compleanno dopo compleanno, nel corso della classe 4a e 5a, Margherita ha scritto tanti, tanti racconti, che sono andati a costituire la base per il suo "Fiaballegre".
Da quest'anno, sta facendo la stessa cosa anche Mariangela, che per ora si è divertita un sacco ad inventare situazioni strane, buffe o irreali in cui calare i suoi nonni.
Il risultato?
Una marea di racconti traboccanti d'amore. Perchè scrivere per le persone a cui vogliamo bene è davvero un piacere.
Per non parlare dell'emozione di chi riceve in dono un racconto personalizzato e centrato su di lui, scritto da un nipotino di 8-10 anni.
Noi abbiamo pensato di dedicare anche i nostri racconti ai nostri cari.
Centrando la trama sulla persona che li avrebbe ricevuti, sulle sue caratteristiche, i suoi interessi, le sue passioni.
Così, compleanno dopo compleanno, nel corso della classe 4a e 5a, Margherita ha scritto tanti, tanti racconti, che sono andati a costituire la base per il suo "Fiaballegre".
Da quest'anno, sta facendo la stessa cosa anche Mariangela, che per ora si è divertita un sacco ad inventare situazioni strane, buffe o irreali in cui calare i suoi nonni.
Il risultato?
Una marea di racconti traboccanti d'amore. Perchè scrivere per le persone a cui vogliamo bene è davvero un piacere.
Per non parlare dell'emozione di chi riceve in dono un racconto personalizzato e centrato su di lui, scritto da un nipotino di 8-10 anni.
Eccone alcuni.
Per una bisnonna tanto energica e sempre in movimento, Margherita ha ideato non uno, ma due racconti!
Invento un
racconto realistico
Una bisnonna super-sprint
C’era una volta una bisnonna
di nome Pia.
Aveva i capelli a caschetto,
gli occhiali e gli occhi marroni.
Per sua natura molto attiva
adorava lavorare e non stava ferma un attimo: voleva spazzare, pulire forni e
fornelli, lucidare l’argenteria, dare la cera, togliere le ragnatele, lavare i
piatti, stirare, stendere e fare il bucato.
Era molto anziana, per questo
i suoi familiari non volevano che lavorasse troppo e cercavano di convincerla a
non stancarsi molto, ma lei niente, non li ascoltava.
Un brutto giorno però, mentre
stava spazzando a casa dei nipotini, scivolò su una macchinina lasciata lì dal
suo nipotino più piccolo e dovette andare all’ospedale.
Lì scoprirono che si era
rotta una gamba e gliel’ingessarono.
La bisnonna Pia, con la sua
gamba ingessata, dovette restare seduta su una poltrona per un mese e mezzo e
nessuno potè toglierle un sonoro: “Te l’avevamo detto!”, ma i suoi nipotini le
fecero compagnia e questo le servì da lezione.
Ragù…bruciato!
C’era una volta, tanto, tanto
tempo fa, quando in Italia regnava ancora la monarchia, una nonna di nome Maria
Pia.
Viveva in una casa di
campagna con sua nipote Elisa e i suoi bis-nipoti, cinque bambini molto
birichini e vivaci.
La nonna era conosciuta in
tutto il paese per il suo mitico ragù.
Si diceva che in tutta la
città non esistesse nessuno in grado di cucinare un ragù buono come il suo.
Invano la gente le chiedeva
la ricetta per quel ragù prodigioso, ma la sua risposta era sempre: “Mi
dispiace, ma è una ricetta segreta e non posso rivelarla a nessuno!”
In quel momento regnava sul
regno una giovane regina, Sua Maestà Elisabetta ІІІ di GranSasso, la quale,
poverina, non riusciva a mangiare.
I cuochi di corte erano
disperati, avevano provato qualsiasi piatto, dalle carni ai sufflè, dalle torte
ai pasticcini, ma niente, la regina non mangiava.
Tutte le volte che i cuochi,
porgendole uno sfizioso piatto, le ponevano la fatidica domanda: “Vuole
assaggiare, Altezza?”, la regina rispondeva annoiata: “No grazie, non ho fame e
poi non mi sembra invitante.”
Un giorno giunse voce al
castello che in città ci fosse una cuoca che cucinava il ragù più buono del
mondo.
Le guardie reali la andarono
a chiamare di persona, spiegandole la gravità della situazione.
La nonna fu felice di poter
essere di aiuto a un così illustre personaggio e fu condotta nelle cucine reali.
Lì cucinò in quattro e quattr’otto
un meraviglioso piatto delle sue leggendarie tagliatelle al ragù, fumanti e
appetitose.
Il profumo delle tagliatelle
si diffuse presto nell’intero palazzo e tutti, ma proprio tutti, furono sopraffatti
da una prodigiosa acquolina, perfino la regina.
Speranzosi, i cuochi
portarono il piatto alla regina, che questa volta alla solita domanda rispose:
“Va bene, dai, assaggerò questo piatto, sembra molto invitante!”
Detto questo, prese una
forchettata di tagliatelle e la mangiò.
I suoi occhi si illuminarono:
“Mmmm... Sono buonissime!!!!!!!!” esclamò gioiosa.
La regina spiegò che da tanto
non mangiava qualcosa di così buono e aveva fame, ma nessun cibo le sembrava
così goloso da valer la pena di essere assaggiato.
Da quel giorno la regina
mangiò solo tagliatelle e la nonna fu felice di preparargliele.
“Ma qual è la ricetta per un
ragù così buono?”, domandò la regina sempre più curiosa.
“Ebbene, ora vi svelerò la mia
ricetta!” annunciò trionfante la nonna ”Il segreto del mio ragù
è...Bruciarlo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ebbene è proprio così, quando
sarebbe il momento di tirarlo giù dal fuoco, io lo lascio cuocere un minutino
in più e così diventa delizioso!!!”
Da quel giorno la nonna
divenne la “Cuoca di Corte per eccellenza” e il suo mitico ragù rimase per
sempre nella storia dell’umanità.
Per il nonno, appassionato di auto e motori, Margherita ha inventato un racconto umoristico.
Una rivincita per
il nonno Luigi
C’era una volta un nono di nome Luigi.
Fin da bambino era sempre stato appassionato di
macchine e nella sua vita ne aveva avute tante.
La più bella
secondo lui però era stata la sua ultima
Mercedes.
Da quando l’aveva comprata tutti
l’avevano preso un po’ in giro perché non era di prima mano ma, sostenuto dai
suoi due nipotini maschi, continuava a ripetere che quella fosse l’automobile
più bella e veloce del mondo.
Un giorno ebbe l’occasione di
dimostrarlo.
Stava andando ad Imola, quando
passò davanti al circuito dove si disputavano le gare di Formula 1.
Proprio iin quel momento si stava
svolgendo una gara.
Uno dei piloti però aveva l’auto
in panne.
Al nonno Luigi non parve vero di
poter realizzare un sogno e subito si offrì volontario.
Qualche minuto dopo, indossati
tuta e casco, era in pista con la sua
bella Mercedes lucidata a dovere.
1, 2, 3, via!!!! Sentì gridare e
in una nuvola di fumo tutti i concorrenti erano partiti.
Il nonno Luigi si stava
divertendo da matti!
In pochi secondi sorpassò tutte
le altre macchine e tagliò il traguardo per primo!!!
Fu così che il nonno Luigi vinse
il primo premio e da quel giorno nessuno osò più prenderlo in giro.
Per la nonna, sua moglie, appassionata di cani e donna bella e giovanile, un racconto realistico
Avventura canina
C’era una volta una nonna di nome
Patrizia.
Il suo nome vero era quello ma i
suoi cinque nipotini la chiamavano nonna Patty.
Amava molto la sua cagnolina
Matilde e tutti i giorni la portava a fare una passeggiatina.
Fu proprio durante una di quelle
passeggiatine che visse la più grande avventura della sua vita.
Quel giorno stava portando a
spasso Matilde quando, arrivate davanti al cine-teatro del paese, videro una lunga fila di persone.
Ad un certo punto Matilde,
attratta da uno strano richiamo, trascinò la nonna Patty dentro
il teatro, dove si stava svolgendo un concorso di bellezza canina.
Ad un tratto la nonna si vide
appiccicare una coccarda con su scritto il numero “15” e un attimo dopo era
sotto i riflettori.
Matilde, da bastardina rumorosa e
giocherellona qual era, si trasformò in un perfetto cane da mostra e così
iniziarono a sfilare davanti ai giudici.
Le palette si alzarono: 8! 9! 10!
10! 10! 9! 10! 10! Il totale era 76!!!!!
I conti furono presto fatti.
Con un punteggio così la coppia
nonna Patty e Matilde aveva superato tutte le altre aggiudicandosi il primo premio e il titolo di
Miss nonna e Miss cagnolina 2014.
Per questi due nonni insieme, Mariangela ha invece recentemente inventato un racconto fantastico, tenendo conto delle loro passioni.
I nonni e l’arcobaleno dei sogni
Questa è la storia di come i sogni dei miei nonni
paterni Luigi e Patrizia si realizzarono.
Era una mattina d’inverno; Patrizia e Luigi
stavano portando a passeggio la loro adorata cagnolina Matilde.
Quando arrivarono in piazza, videro un grande
cartellone con disegnato sopra un arcobaleno e una scritta che diceva:
“Realizzate i vostri sogni!”.
A quella vista tutto si illuminò e i tre si
ritrovarono in un nuovo paese tale e quale il loro.
Nell’aria però c’era qualcosa di magico.
Luigi si trovò davanti una bellissima Alfa Romeo
Giulietta, da sempre una delle sue macchine preferite.
Senza
esitare, Luigi salì sull’auto, accese il motore e partì a tutto gas per
le vie di quel paese incantato.
Nel frattempo Patrizia e Matilde si ritrovarono
davanti a un negozio che aveva l’insegna e la
vetrina coperte da un telo.
La nonna tirò il telo e si accorse che quello era
un negozio d’abbigliamento per cani.
Patrizia, incuriosita, entrò nel negozio: era piccolino,
con un pavimento giallo e luminoso, le pareti dipinte di verde (uno dei colori
che preferiva) e tutt’attorno un sacco di scaffaletti pieni zeppi di
cappottini, vestitini, collari, guinzagli
un sacco di altre cose.
Patrizia voltò il capo e vide una cassa con a
fianco una cuccia. Solo allora uscì e lesse l’insegna: “Pattylde”.
Solo allora capì che il negozio era loro.
In questo modo poteva unire le sue più grandi
passioni, la moda e i cani.
In quel momento arrivarono un sacco di clienti che
aspettavano da tempo l’apertura del negozio: c’erano anziane signore con
piccoli cagnolini, grandi omaccioni con possenti cagnoloni bavosi ed eleganti
ed eccentriche donne che tenevano al guinzaglio barboncini tutti
infiocchettati.
Intanto, Luigi aveva girato per tutto il paese
divertendosi un mondo.
Quando gli venne fame, frugando fra i cassetti,
trovò un buono per il ristorante “La tagliatella bolognese”, che era all’angolo
ella strada. Dopo una bella scorpacciata, il nonno si alzò da tavola con la
pancia piena.
Si era
intanto fatta sera e il nonno decise di andare a prendere la nonna, che
aveva appena chiuso il negozio.
Luigi suonò il clacson e Patrizia si accorse che
era lì: caricarono in macchina Matilde legandola con una cintura di sicurezza
per cani presa direttamente dal negozio.
Loro non avevano idea di quello che era successo:
l’unica cosa che sapevano era che ci fosse un piccolo mistero in quella
avventura e nessuno sarebbe mai riuscito a svelarlo.
Per la nonna Raffaella, appassionata di dolci e "narratrice di favole" quando i bimbi erano piccoli, Margherita ha ideato...
Una dolcissima avventura
C’era una volta una nonna di nome Raffaella.
Era paffutella e molto golosa di dolci, tanto che
da piccola la sua mamma, per farla calmare, le dava pane con burro e zucchero!
Un’altra sua grande passione era raccontare storie
ai suoi nipotini.
Un giorno i suoi cinque nipotini erano andati a
trovarla e lei stava raccontando loro la fiaba di “Hansel e Gretel”.
Era ormai arrivata alla conclusione e la strega era stata sconfitta quando, tutto ad
un tratto, nell’ultima pagina del libro si aprì un’enorme voragine e una forza
incredibile risucchiò tutti e sei.
Dopo qualche minuto trascorso in un tunnel buoi e
vorticoso vennero catapultati al centro di un bosco.
La nonna e i nipotini non capirono dove fossero e
incominciarono ad incamminarsi per un sentiero lungo e stretto in mezzo al
bosco.
Ad un certo punto, in mezzo agli alberi, scorsero
una casetta, che raggiunsero in pochi istanti.
Arrivatici davanti scoprirono che era tutta fatta
di dolci!!!
Le pareti erano di biscotto, stuccate di crema al burro e colorate con panna montata tinta
di rosa, il tutto era stato costruito con due biscotti giganti; i vetri delle
finestre erano stati modellati con l’isomalto rosa e lilla; la porta era fatta
di cioccolato al latte, lo zerbino di pasta-biscotto e dal comignolo di
marzapane usciva un delizioso profumino di biscotti appena sfornati.
Tutt’attorni c’erano lecca-lecca di tutti i
colori!!!
Solo allora capirono di essere entrati nella fiaba
di “Hansel e Gretel”.
Nonna e nipotini aprirono la porta di casa e
dentro vi trovarono Hansel e Gretel che piangevano disperati.
“Cosa c’è?” chiese la nonna ai due bambini.
“Ci siamo persi e non riusciamo più a tornare
a casa!!!” risposero Hansel e Gretel.
“Vi aiutiamo noi!” esclamarono i cinque nipotini
“siamo degli esploratori provetti!!!”.
“Grazie” risposero i due bambini, e insieme
ripresero il cammino.
Lungo il sentiero incontrarono tutti i personaggi
delle storie che la nonna raccontava ai nipotini: Marietta con la sua mamma e
il suo papà, Biancaneve e i sette nani, il corvo e la volpe, il topo di
campagna e il topo di città, Cappucce Rosso e il pentolino magico con la
ragazza!!!
Riportati a casa Hansel e Gretel il gruppo si
sciolse e alla nonna e ai nipotini venne voglia di tornare a casa.
Ad un tratto nel cielo si alzò un’enorme tromba
d’aria e in un lampo si ritrovarono a casa.
Questa avventura meravigliosa sarebbe rimasta per
sempre nei loro cuori.
Mariangela, proprio la scorsa settimana, le ha invece dedicato un racconto realistico.
Il sogno di Raffaella
Raffaella è una donna che lavora come impiegata nell’ufficio
di un piccolo comune.
La sua gran passione cucinare dolci.
Qualche mese fa le successe una cosa sbalorditiva.
Siccome i suoi nipoti sapevano della sua passione,
l’avevano segretamente iscritta al programma televisivo Bake Off Italia.
Raffaella adorava quel programma e le sarebbe
piaciuto un sacco parteciparvi.
Il problema era che si dovevano aspettare diversi
mesi per i casting.
Purtroppo l’attesa era così lunga, che una giornata
sembrava una settimana e Raffaella restava sempre per una mezz’ora buona davanti al telefono nel caso che la
chiamassero per annunciarle che fosse stata
presa ai casting.
Col passare dei mesi, Raffaella s rassegnò al’idea
di non partecipare a Bake Off Italia e continuò a fare la sua solita vita.
Un giorno qualunque Raffaella sentì bussare alla
porta e si trovò davanti Ernst Knam, re del cioccolato e più severo giudice di
Bake Off Italia, che le disse: “Prepara i bagagli, Raffaella, ti aspettano i
casting”.
Raffaella era talmente incredula, che ci volle
qualche minuto per riprendersi dallo stupore.
Con una delle sue mitiche torte superò i casting
senza impicci.
Pochi giorni dopo si trovò sotto il tendone dei
suoi sogni, cioè il tendone di Bake Off Italia.
Ogni puntata superò tutte le prove con astuzia,
abilità e creatività, conquistando il grembiule blu una marea di volte.
Arrivò dritta in finale insieme a due rivali
della sua stessa età, Anna e Serena.
All’inizio dell’ultima puntata la produzione le fece una sorpresa:
arrivarono tutti i suoi cinque nipotini, che le diedero la carica per vincere
le ultime sfide.
Mancava solo l’ultima sfida, che restava sempre la
stessa, cioè il cavallo di battaglia dei concorrenti.
Visto il tema, Raffaella non poteva cucinare altro
che la sua ottima torta di frutta.
Grazie a quel dolce riuscì a vincere la quarta
edizione di Bake Off Italia.
Finalmente il suo sogno più grande si era
realizzato e Raffaella non vedeva l’ora di festeggiare con tutti i suoi
parenti.
Tornando a Margherita, ecco altre delle sue "Fiaballegre".
Per lo zio Giuseppe, appassionato di Batman e goloso di Coca Cola...
Per un'altra bisnonna, appassionata d'Antico Egitto e di piante:
Per lo zio Giuseppe, appassionato di Batman e goloso di Coca Cola...
Avventura notturna
C’era una volta uno zio di nome Giuseppe.
Da sempre la sua più grande passione era Batman.
Una notte, mentre stava passeggiando per le vie del paese, vide un’ombra aggirarsi agilmente tra i tetti.
Subito ne fu incuriosito e si avvicinò un po’.
Ad un tratto l’ombra gli balzò davanti e lo zio
riconobbe Batman, l’eroe dei suoi sogni!!!
Batman gli disse
che Robin si era rotto una gamba, e che era venuto lì apposta per
chiedergli di diventare il suo aiutante per una notte.
Lo zio Giuseppe era al colmo della gioia: indossò
il costume e si avviò con Batman per i tetti.
In quella magica notte lottarono contro Due Facce,
l’Uomo d’argilla, Edera Velenosa, Bane, lo Spaventapasseri, Mister Freeze,
Killer Croc, il Pinguino e l’Enigmista.
Alla fine dovettero addirittura combattere contro
il malvagio Jocker.
Il Jocker stava per avere la meglio quando lo zio Giuseppe ebbe un
lampo di genio: prese fuori dal mantello un bottiglione di Coca Cola che
portava sempre con sé, lo agitò vigorosamente, svitò il tappo e dalla bottiglia
uscì un getto violentissimo di Coca Cola che, che colpì dritto dritto la faccia
del Jocker.
Quest’ultimo, preso alla sprovvista, perse
l’equilibrio e cadde giù nell’immondizia.
Ormai era l’alba e lo zio e Batman dovettero
separarsi: i due si strinsero amichevolmente la mano, sicuri che non avrebbero
mai dimenticato quella magica notte.
Il misterioso seme del Nilo
Era il 1989 e una nonna di nome Claudia, molto
appassionata d’Egitto e di giardinaggio,
viveva in una grande casa a Cento.
Un giorno, data la sua enorme passione
per l’Egitto, decise di partire per andare a visitarlo, fece la valigia e
partì.
Giunta a destinazione, all’aeroporto,
aspettò per più di un’ora la sua valigia, ma non la trovò più.
Allora iniziò a preoccuparsi: “Come
farò adesso?” si chiese.
Per due o tre giorni si vestì solo con
tuniche stile egiziano, finchè un bel giorno ritrovò la sua valigia.
La ritrovò lungo le rive limacciose
del Nilo, adagiata sul fango scivoloso.
La nonna Claudia la trascinò fuori dal
fango e quando la aprì, in aggiunta alle cose portate da lei, c’era una piccola
scatolina rotonda d’oro decorata con rubini, zaffiri e brillanti, con sopra
un’incisione in geroglifico.
La nonna l’aprì e dentro vi trovò un
normalissimo, piccolo seme.
Al termine della vacanza, ritornata a
casa, lo piantò senza grande aspettativa nel suo rigoglioso giardino e con sua
immensa sorpresa, in un lampo, davanti ai suoi occhi sbocciò un fiore
incantevole, grande come un girasole, ma con una corolla nera a far risaltare
una corona di sette, grandi petali dagli sgargianti colori dell’arcobaleno!!!
Rosso, arancione, giallo, verde,
azzurro, blu, indaco!!!!!!!!!
La nonna Claudia rimase lì a bocca
aperta ad ammirare quell’enorme fiore multicolore.
Non poteva proprio credere ai suoi
occhi!!!!
Quello era il leggendario, rarissimo
fiore “Arcobaleno del Nilo”!!!
Ne aveva sentito parlare in un
programma di botanica per la sua rarità e i suoi colori.
Grazie al suo fenomenale pollice verde
riuscì a far germogliare tanti altri Arcobaleno del Nilo e da quel giorno il
suo giardino non solo attirò l’attenzione di tutti i passanti ma diventò il più
bel giardino d’Italia e la nonna Claudia vinse il titolo di “Lady pollice
verde’’.
Per lo zio appassionato di moto e tifoso di Valentino Rossi...
Una corsa con Valentino
C’era una volta uno zio di nome Diego.
Fin da bambino la sua più grande passione erano le
moto; su di esse aveva riviste, giornali, giornalini, libri e libretti.
Il suo mito era da sempre Valentino Rossi; il
grandissimo campione motociclistico.
Dopo molti anni Diego era finalmente riuscito a
realizzare il suo grande sogno: avere una moto.
Era bella, questo sì, ma non era potente come la
desiderava.
Un giorno, correndo con la sua moto, passò davanti
al circuito del Mugello, dove correva Valentino Rossi, che, proprio in quel
momento, si stava preparando per un’importante gara a cui avrebbero partecipato
tutti i più bravi motociclisti d’Italia .
Cambiando l’olio al motore però Valentino scivolò
su una pozza d’olio e, ahimè, si ruppe una gamba.
“Come farò ora a gareggiare!?” si chiese
Valentino.
Vedendo Diego, Valentino, da grande esperto, intuì
subito la sua grande passione per le moto, così gli domandò: “Riusciresti a
correre al mio posto?”
Lo zio Diego rispose: “Mi piacerebbe molto, ma la
mia moto non è abbastanza potente…”
Allora Valentino gli disse: “Non ti preoccupare,
in men che non si dica la tua moto sarà veloce e potente quanto la mia!”
Poco dopo, grazie ai meccanici di Valentino, lo
zio Diego sfrecciava sulla pista con la sua moto rimodernata.
In pochi minuti sorpassò tutti i concorrenti e
tagliò il traguardo per primo.
La folla impazzì.
Dopo la vittoria, Diego festeggiò insieme a
Valentino e agli altri concorrenti.
Finita la festa Diego e Valentino si salutarono,
ma non prima di aver scattato una bella foto insieme.
Per la giovane zia, che lavora nel sociale, con i bambini.. Un piccolo amico per Manuela
C’era una volta una ragazza che si chiamava Manuela.
Adorava i bambini e per questo lavorava al S.A.V., Servizio Accoglienza alla Vita.
Un giorno, fra gli altri bambini, notò un bambino di colore che se ne stava lì in disparte.
Manuela, subito andò da lui a domandargli: ”Dov’è la tua mamma, piccolino?”
Il bambino le rispose: “Non lo so, mi sono perso!”
“Andiamo a cercarla.”
Allora Manuela lo prese per mano, uscirono e cominciarono a cercare la mamma.
Camminando e chiacchierando, camminando e chiacchierando non si erano accorti di essere saliti fino in cima all’arcobaleno!!!!
“Ora come faremo a scendere?” si chiese Manuela “Scivolando come da uno scivolo!!!” disse il bambino.
A quel punto iniziarono a scivolare, e scivolarono, scivolarono, scivolarono in mezzo ad una cascata di colori, finchè non arrivarono a terra.
Ai piedi dell’arcobaleno c’era una donna.
“Mamma!!!!” gridò il bimbo “Tesoro!!!” esclamò la donna, che doveva essere la mamma del bambino.
“Grazie di cuore, bella fanciulla, per avermi riportato mio figlio, quel birichino era scappato e non lo trovavo più.
Adesso, però, dobbiamo andare a casa.”
“Aspetta!” disse Manuela al bambino “come ti chiami?”
“Mi chiamo Misha” disse il bambino.
Così Manuela tornò a casa, felice di essersi resa utile.
Quella non fu l’ultima volta che Manuela vide Misha, perchè lui e la sua mamma da quel giorno la andarono a trovare spesso.
Fu così che Manuela e Misha diventarono amici e si vollero sempre bene.
Per un caro vicino di casa e amico di famiglia...
Un viaggio fantastico con Luciano
C’era una volta un simpatico omone di nome
Luciano.
Seppure non avesse mai avuto figli, nella sua vita
aveva accudito, fatto giocare e divertire tantissimi bambini: nipoti, nipotini,
figli di vicini, di amici, eccetera eccetera.
Proprio per questo, nella sua grande macchina
aveva organizzato uno scomparto segreto in cui teneva delle caramelle che lui
chiamava “schifezze”, che ai bambini piacevano tanto, nascosto in uno speciale
doppio fondo che aveva vicino al sedile.
Un giorno, mentre stava giocando in cortile con i
suoi cinque piccoli vicini di casa, aprì lo scomparto segreto per prendere le
caramelle quando, come per magia, lui e
i bimbi vi furono risucchiati dentro.
Dopo qualche minuto trascorso in un vortice
arcobaleno scoprirono un mondo
fantastico pieno di giostre, cavallini a dondolo, trottole, montagne russe,
dolciumi, caramelle e tante altre cose meravigliose!!!
Luciano e i bambini si divertirono un sacco su
tutte quelle giostre, ma quando Luciano stava per tuffarsi in una gigantesca
coppa di gelato Margherita si svegliò.
Quello che aveva fatto era stato solo un
bellissimo sogno.
Per Tommaso, da piccolino...
La ruspa Bob
C’era una volta una ruspa di nome Bob.
Era tutta verde, con due luci gialle, due fanali rossi, un lungo gancio e una grande ruspa davanti.
La ruspa lavorava sempre davanti alla casa di un bimbo che si chiamava Tommaso per aggiustare dei tubi che si erano rotti.
Un giorno, mentre stava scavando, scivolò sul fango e cadde dentro a una buca: non riusciva più ad uscire!!!
Quando arrivò la notte il carro attrezzi, la gru e l’escavatrice andarono a cercare Bob, accesero le loro luci e partirono.
Ad un certo punto si fermarono: quando trovarono la ruspa, la gru la tirò fuori e la caricò sul carro attrezzi, poi l’escavatrice coprì la buca con la terra.
La ruspa Bob ringraziò i suoi amici e andarono tutti insieme a festeggiare mangiando una grande torta di terra e bevendo tanta buona benzina, poi accesero anche tutte le loro luci e le sirene!
Da quella volta Bob non cadde mai più nelle buche.
Per Giovanni...
Un coraggioso addestratore di dinosauri
C’era una volta un bambino di nome Giovanni.
Era un bambino molto bello e bravo, con due grandi occhi blu ed i capelli corti e castani.
Giovanni, da sempre, adorava i dinosauri e i travestimenti.
Un giorno, frugando nel suo armadio in cerca di qualcosa con cui giocare, in fondo in fondo, in un angolino buio buio e polveroso, trovò un vecchio cappello verde.
A Giovanni piacevano molto i cappelli, quindi, se lo mise in testa e a quel punto successe una cosa strana: si creò un enorme vortice, che, girando alla massima velocità, lo catapultò in un grandissimo prato.
Giovanni si alzò e davanti a sè vide un enorme animale dal collo lungo: Giovanni non credeva ai propri occhi, era atterrato nell’era dei DINOSAURI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ad un tratto sentì un tremendo ruggito e dalla foresta lì vicino sbucò un enorme tirannosauro rex alto almeno cinque metri e con una bocca piena di denti affilatissimi che, ruggendo e sbavando, ricorreva un branco di piccoli dinosauri.
Il tirannosauro però venne ferito a una zampa da un triceratopo,
allora ritornò nella sua tana a bocca asciutta.
Giovanni, che aveva osservato tutta la scena, corse immediatamente dal triceratopo per domandargli: “Chi era quello?”.
“Quello” rispose il triceratopo “era il gigantesco Tirannosaurus Rex che da tempo terrorizza la valle, ma nessuno è mai riuscito a sconfiggerlo”.
“Lo sconfiggerò io!’’ disse Giovanni e si inoltrò nella foresta in cerca della tana del tirannosauro.
Dopo ore di ricerca trovò finalmente il covo del tirannosauro.
IL tirannosauro, nel vedere Giovanni avvicinarsi, iniziò a ruggire, ma Giovanni continuò ad andare avanti e ben presto i due iniziarono a combattere.
Dopo poco Giovanni stese il tirannosauro e gli chiese: “perché terrorizzi tutta la valle?”
A quel punto il tirannosauro scoppiò in lacrime!!!!!
Non gli piaceva affatto essere sgridato.
Da quel giorno Giovanni iniziò ad addestrare il tirannosauro, che ben presto obbedì a tutti gli ordini di Giovanni.
Quando gli abitanti della valle seppero quello che aveva fatto Giovanni andarono immediatamente a congratularsi con lui e a ringraziarlo.
Nella valle Giovanni fu sempre ricordato come un eroe.
A quel punto Giovanni salutò tutti i suoi nuovi amici, si rimise in testa il cappello magico e tornò nel suo tempo.
Aveva vissuto l’ avventura più bella della sua vita!!!
Per Camilla, un racconto realistico.
Camilla, reginetta dello shopping
C’era una volta una ragazzina il cui nome era
Camilla.
Andava pazza per lo shopping, la sua più grande
passione era scegliere gonne, magliette, vestiti, scarpe e borsettine.
Un giorno, passeggiando fra i negozi della città,
vide un mega poster il quale recapitava la notizia dell’iscrizione al
seguitissimo programma
“SHOPPING
NIGHT”.
Camilla, che seguiva il programma fin dall’età di
8 anni, non tardò ad iscriversi.
Pochi giorni dopo le fu recapitato un messaggio
che diceva che era stata scelta per partecipare a shopping night.
La sera del 1° maggio si presentò al salone di
Milano per partecipare alla competizione.
Il salone era grande e spazioso, pieno di abiti, manichini,
collane, foulard, scarpette e luci di ogni colore!
Come avversarie c’erano due ragazze della sua età,
Marika e Martina.
La sfida consisteva in una prova: creare un outfit
adeguato al tema descritto, con tanto di collane, bracciali, orecchini, trucco,
acconciatura e accessori vari.
Il tema di quella serata era: “Pomeriggio di
shopping con le amiche”.
Camilla creò un look fantastico: minigonna jeans,
una maglietta color bianco panna di lino con una leggera frappa intorno allo
scollo, stivali di cuoio borchiati e una borsetta a mano di vernice rosa con le
borchie.
I capelli erano acconciati con una coda alta
legata con un nastro rosa; come gioielli una scintillante collana d’oro,
orecchini pendenti formati da pendagli d’oro di varie misure e un bracciale
d’oro e brillanti.
Il look era completato da un ombretto rosa e
argento, eye-liner, mascara, cipria chiara e un rossetto luccicante di uno
sgargiante fucsia.
Camilla sbaragliò le sue avversarie e vinse il
diadema ed il titolo di ”Reginetta dello shopping”.
Quella fu per lei una delle serate più belle ed
emozionanti della sua vita.
Per Mariangela, un racconto
fantastico.
Mariangela e l’elefantino ferito
C’era una volta una bambina di nome Mariangela.
Era una bambina molto carina, con capelli biondi
fino alle spalle, occhi grandi e azzurri come laghetti di montagna e un
simpatico nasino a patatina.
Mariangela adorava tutti gli animali e in
particolar modo quelli della Savana; le piacevano proprio tutti: dai leoni agli
elefanti, dalle giraffe alle scimmie.
Per il suo ottavo compleanno, Mariangela stava organizzando
una festa fantastica e il tema era: “Animali della Savana”.
Così il mattino del suo compleanno, si svegliò di
buonora e corse in sala a spacchettare i regali.
Fra i numerosi doni trovò un graziosissimo
elefantino di peluche che portava al collo un bigliettino con il messaggio: “Se sei la bambina dai capelli biondi, premi
l’etichetta”.
Mariangela, che era sempre stata molto curiosa,
portò il pupazzo in camera sua e lì spinse il bigliettino.
Come per magia cadde in uno spassosissimo scivolo
di bambù che, fra una curva e l’altra, la fece atterrare al centro di una sconfinata
distesa di sabbia dorata. Lì gli alberi si stagliavano fronzuti su un cielo
terso e sereno e i numerosi massi scintillavano argentei alla luce di un sole
cocente: era atterrata nella Savana!!!
Animali di ogni specie e colore scorazzavano
liberi e felici su e giù dagli alberi, correvano, saltavano e si inseguivano.
Mariangela era entusiasta e si mise subito a
giocare a palla con un leone, una zebra e una giraffa.
Ad un certo punto sentì un rumore strano provenire
da dietro un immenso cespuglio, come di un animale che piangesse disperato.
Mariangela, incuriosita, si avvicinò e con sua
immensa meraviglia vide un gigantesco elefantino identico al pupazzo che le
avevano regalato!
Era grande e soffice, con un pelo color celeste e
una lunga e buffa proboscide.
Piangeva e si lamentava disperatamente e agitava
le enormi zampone facendo un fracasso tremendo: “Bam! Bum! Bam!”.
Molti animali cercavano invano di consolarlo, ma
le sue grosse lacrime piovevano senza pietà sulle teste degli sfortunati
consolatori.
“Perché piangi?”, chiese preoccupata Mariangela.
“Buuuuu!!!!”
esclamò disperato l’elefantino “ Mi è entrata una grossa spina nella zampa e
non riesco più a toglierla!!! Ė da ore che tiro e mi dimeno, ma mi fa molto
male e non riesco più a camminare!!!!!!!!”
“Non preoccuparti, ti aiuto io!” replicò ottimista
Mariangela “Tira su la zampa e ci proverò!”.
Così l’elefantino alzò il suo enorme piedone e
Mariangela potè vedere chiaramente un’immensa spina, lunga, larga e molto
acuminata, conficcata nella pianta della zampa del povero elefantino.
Così fabbricò un paio di pinze con dei rami robusti
e, con grande fatica, riuscì a estrarre la grande spina che affliggeva il
cucciolo.
“Grazie...come ti chiami?”chiese imbarazzato.
“Mi chiamo Mariangela e tu?” domandò la bambina.
“Mi chiamo Klintyn!”.
Poi i due amici fecero una meravigliosa
foto-ricordo e giocarono un po’.
Ad un tratto in cielo apparve una fessura che
risucchiò Mariangela; così si salutarono e partì.
Arrivata a casa sistemò il peluche su una mensola
e andò a festeggiare il suo compleanno: era stato il giorno più bello della sua
vita.
Pochi giorni fa, anche Giovanni (classe II) si è cimentato nel suo primo racconto personalizzato... dedicandolo a Margherita, in occasione del suo undicesimo compleanno.
Invento un racconto fantastico per mia
sorella Margherita
Un’avventura nei libri
C’era una volta una bambina che si chiamava Margherita.
Da sempre lei adorava leggere: era il suo
passatempo preferito.
Un giorno, mentre stava leggendo un libro
qualunque, però, accadde una cosa
stranissima.
Quasi alla fine il libro, praticamente, la
risucchiò: Margherita si ritrovò in un mondo con tutti i libri che aveva letto,
dal primo a quello che stava leggendo adesso.
Mentre si stava aggirando nei dintorni, si ritrovò
davanti alla casa di Piccole donne:
incontrò Meg, Jo, Beth ed Amy, che le offrirono un bel tè con una
buonissima fetta di torta e le dissero: “Se tu sei finita qui da un libro che
stavi leggendo, allora non potrai mai tornare indietro...”.
“Come?” disse Margherita.
“Almeno che tu non superi l’enigma matematico più
difficile: ognuno di noi ci ha provato, ma nessuno ci è riuscito.”.
Jo aggiunse: “Una volta eravamo liberi di essere
in un libro personale; adesso, invece, siamo richiusi qui. Siamo prigionieri di
questo libro cattivo...”.
“Ok, ci proverò!” disse Margherita “Anche se non
sono sicura di riuscirci: la matematica è il mio incubo peggiore!”.
Mentre si stava avviando con uno zaino pieno di
torte, incontrò una signora che le chiese: “Ehi, chi sei tu?”.
“Sono venuta dalla realtà....” disse Margherita.
“Dalla realtà?!” disse la signora. Solo allora
Margherita la riconobbe: era Mary Poppins.
Mentre stava andando, Margherita si trovò di
fronte ad un libro gigante, con un enigma di matematica scritto in
piccolissimo.
L’enigma era davvero difficilissimo. Ad un certo
punto arrivò Trilly, la fatina di Peter Pan. Con il suo aiuto, Margherita
riuscì a risolvere l’enigma.
A quel
punto il libro le fece una domanda: “Vuoi tornare a casa solo tu a o vuoi che
tornino anche tutti gli altri?”.
“Anche tutti gli altri, ognuno nel proprio
libro!”.
“Ok, 1, 2, 3!”.
Tutti erano tornati nel proprio libro.
Anche Margherita tornò nella realtà, nella sua
cameretta rosa, dal suo adorato gattino Pepe che la stava aspettando.
Ecco, dopo questo "laboratorio di scrittura creativa", per oggi vi salutiamo!
Sono rimasta senza parole e credetemi, da gran chiacchierona quale sono, non è cosa facile!!
RispondiEliminaUn abbraccio
Emanuela
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