lunedì 23 aprile 2012

Leggenda - Come nacque la margherita

Il filo conduttore della primavera 2012 è, per noi, la margherita. 
Il fiore simbolo di questa stagione, il più amato, raccolto e conosciuto dai bambini.
Il nostro percorso didattico è partito -come sempre- dall'osservazione della natura, e dalla semina di margheritine che stanno pian piano crescendo sul nostro balcone.
Poi, siamo passati ad un bel racconto o meglio, alla leggenda della margherita, un po' rivista da noi.
Il brano è stato letto e narrato a tutti i bambini.
Poi, Margherita l'ha letto a sua volta e ci ha lavorato su. 

Come nacque la margherita
Una volta l’Uomo del Gelo se ne stava seduto nella sua capanna di corteccia di betulla, accanto a un ruscello gelato e davanti ad un fuoco quasi spento.
Era vecchio, l’Uomo del Gelo, vecchio e triste, e i capelli gli scendevano bianchi sulle spalle, sino alla vita.
Si sentiva terribilmente solo, in quel luogo deserto dove il vento soffiava e la neve turbinava, giorno e notte, giorno e notte.
Finalmente, accadde che una fanciulla dalle guance rosse e dagli occhi lucenti si avvicinò alla capanna. Camminava svelta e leggera, portava una corona d’erba tra i capelli biondissimi e stringeva un mazzo di fiori nella mano.
“Benvenuta!” disse l’Uomo del Gelo. “E’ tanto tempo che non vedo nessuno!”
I due si sedettero e dopo un po’ l’Uomo del Gelo disse: “Raccontiamoci quali incantesimi e quali meraviglie siamo capaci di fare, così, tanto per passare il tempo.”
“D’accordo!” rispose la ragazza dagli occhi lucenti. “Comincia tu”.
“Ecco, quando io soffio, i ruscelli si fermano e l’acqua diventa dura come vetro”.
“Il mio soffio, invece, fa spuntare fiori dappertutto” disse la ragazza.
“Quando scuoto i miei capelli bianchi” riprese il vecchio “la terra si copre di neve, a un mio cenno le poche foglie sopravvissute all’autunno diventano scure e cadono dagli alberi, e il mio respiro le fa volare lontano. E anche gli uccelli volano via, verso terre lontane, e gli animali cercano di evitare il mio fiato, che fa gelare la terra.”
La giovane fanciulla rise: “Se scuoto le mie trecce bionde, cade una pioggia tiepida e dolce e le piante crescono verdissime, e i ruscelli si sciolgono. Basta un mio fischio per far tornare gli uccelli, e il loro canto mi segue dappertutto.”  
E mentre la giovane parlava, il pallido sole dell’inverno diventò più caldo e un pettirosso ed una rondine vennero a posarsi sul tetto della capanna e cominciarono a cantare. Il ruscello riprese a scorrere, aggiungendo la sua voce alla loro, e un vento leggero portò un profumo di fiori lontani.
L’Uomo del Gelo sentì che le lacrime scorrevano da suoi occhi e, man mano che il sole lo scaldava, diventò sempre più piccolo, sempre più piccolo, finchè scomparve.
Al suo posto rimase un fiorellino dal cuore giallo, con i petali bianchi orlati di rosa.
Gli uomini lo chiamarono “margherita” o “pratolina” o “bellezza di primavera”, ma qualunque sia il suo nome noi sappiamo che ci annuncia la fine dell’inverno.

Domande
1- Come immagini l'Uomo del gelo? Che stagione rappresenta?
2- Come immagini la fanciulla? Che stagione rappresenta?
3- Riassumi la leggenda, dopo aver diviso il brano in sequenze.
4- Illustra i personaggi


LA FANCIULLA


L'UOMO DEL GELO

LA MARGHERITA

3 commenti:

  1. Che bella storia!!!
    Se può farti piacere c'è un premio per te nel mio blog =)
    a presto
    Monia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo che mi fa piacere! Grazie mille per il premio! Sei stata un tesoro a pensare a me, appena conosciuta...! Dopo i primi, però, ho deciso di non partecipare più alle "catene di Sant'Antonio", anche perchè più sto in rete, più trovo difficile scegliere tra blog che mi sono sempre più cari. I loghi, comunque, vengono tutti esposti qui sotto... Grazie ancora e buona giornata!

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