La nostra gita in montagna e la fantasia dei bambini hanno dato il via al nostro progetto creativo sulle stagioni di quest'anno.
Dopo tante attività proposte da me negli scorsi anni, quest'anno ho suggerito ai bambini di pensare loro ad un progetto da sviluppare stagione dopo stagione e di accordarsi su come realizzarlo.
Tra le varie proposte, i bambini hanno scelto di realizzare un grande albero con 5 enormi foglie luccicanti, da realizzare una per ciascuno. Un unico supporto, l'albero, con elementi distinti che di andassero a fondere tra loro.
Questo, intanto, per l'autunno.
Come materiali, carta da pacchi, colori a tempera, pennelli, brillantini colle glitter nei colori autunnali, colla vinilica e... cacao.
Per prima cosa, ogni bambino ha ideato e disegnato una grande foglia su mezzo foglio di carta da pacchi.
Poi è venuto il momento di colorarle: per primo è partito Giovanni, che ha scelto di non utilizzare i colori tradizionali, ma una "pappetta" ottenuta miscelando acqua e Nesquick.
I fratelli, intanto coloravano le proprie foglie con le tempere.
Ognuno ha scelto una forma ed un colore diverso dagli altri per la propria foglia.
Mentre la foglia "cioccolatosa" di Giovanni era ancora bagnata e naturalmente appiccicosa, lui l'ha cosparsa di tantissimi brillantini arancioni.
Per "brillantinare" le altre foglie, invece, i fratelli hanno aspettato che fossero asciutte, le hanno spennellate di colla vinilica e poi sono andati a spargere brillantini sulla loro superficie.
Intanto, Tommaso si è occupato dell'albero gigante, realizzato unendo tre fogli di carta da pacchi: non avendo sufficiente colore a tempera marrone in casa (e nemmeno il rosso...), ci siamo arrangiati miscelando colore verde, fuxia e ancora... Nesquick.
Una volta asciutto, è venuto quindi il momento di ritagliare i rami ed assemblare l'albero che, essendo risultato così grande, ha trovato spazio su un parete angolare del nostro ingresso di casa.
Intanto Margherita, presa dal progetto, stava inventando un raccontino su questo albero gigantesco... un raccconto che ci ha suggerito di "animare" l'albero con occhi, naso e bocca.
A questo punto, il graande albero è stato ornato con la maxi foglie ritagliate.
Purtroppo la lucentezza delle nostre foglie non viene resa dalle foto, così come non può farsi sentire il delizioso profumino di cacao che emana dall'albero... ma possiamo darvi un'idea della sua maestosità mostrandovelo accanto a Tommaso e a due porte.
Ecco qui il nostro albero gigante completo in versione autunnale!
Ed ecco il racconto di
Margherita!!! ("Fiaballegre 2" sta procedendo, unitamente ad un suo
primo piccolo romanzo"...).
Come potete leggere, qui
"si spiega" il perchè della maestosità della pianta, della varietà
delle foglie e del... profumino di cacao!
Nonna Gigan e l’albero gigante
C’era una volta, non molto tempo
fa, una nonnina molto speciale di nome Gigan: lei era una strega.
Non preoccupatevi, non era una
strega cattiva e nemmeno brutta, anzi, aveva un aspetto perfino gentile, anche
se era molto bassa, non più alta di mezzo metro.
Un giorno, nel suo laboratorio,
una grande stanza dalle pareti di un bianco abbagliante, il pavimento di legno
lucidissimo e innumerevoli file ordinate di boccette di vetro contenenti
liquidi colorati, creò una pianticella e che pianticella!
Era alta almeno due metri, con
due foglioline in cima (si fa per dire, visto che erano un metro l’una) e di un
colore verde tenero.
Dopo un po’ nonna Gigan piantò la
piantina in un appezzamento di terra e aspettò.
I risultati non tardarono ad arrivare:
qualche mese dopo la grande pianticella si era trasformata in un albero ENORME,
ma davvero enorme, alto circa 2.000 metri con un tronco largo 20 metri, che nel
complesso pesava circa 200 tonnellate!
Quell’albero non era normale
neanche per i frutti, infatti produceva qualsiasi, e quando dico qualsiasi
intendo proprio qualsiasi, frutto esistente sulla faccia della Terra e oltre:
mele, pere, pesche, ciliegie, meloni, angurie, cachi, melegrane, lamponi, more,
mirtilli, ribes nero, prugne, capperi, fragole, ribes bianco, uva, nespole,
limoni, arance, mandarini, manghi, kiwi, banane, fichi, papaya, noci di cocco,
frutti della passione, fichi d’india, ananas, cucunci, uva spina, pompelmi,
avocadi e tantissimi altri ancora, insomma proprio TUTTI i frutti esistenti
nell’Universo!
Essendo esso un albero mille
frutti, anche le sue foglie avevano le forme più disparate: lobate, cuoriformi,
palmate, lanceolate, seghettate, dentate e di tante altre forme.
Inoltre la sua corteccia emanava
un delizioso profumo di cioccolato e se se ne staccava un pezzo, aveva un
sapore di nocciola e un vago aroma di cacao.
Nonna Gigan era molto orgogliosa
del suo albero gigante e lo mostrava felice alle amiche streghe, che la
lodavano in continuazione.
La strega decise di chiamare
l’albero Coen, che in Gallese vuol dire “Albero”.
Nonna Gigan aveva una nipote, Annalisa,
una radiosa bambina di nove anni a cui voleva molto bene, per questo decise d
regalarle Coen per il suo decimo compleanno, cioè il giorno dopo.
Così staccò un sottile ramoscello
dall’albero, sfiorò appena l’albero con la punta di esso e Coen sparì nel
nulla.
Il mattino seguente Annalisa si
svegliò felice: era il giorno del suo decimo compleanno.
Si alzò, fece colazione, si lavò
i denti, si legò i folti capelli biondi in due lunghe trecce e uscì in cortile.
Appena fuori le si parò davanti
uno spettacolo incredibile: un albero ENORME occupava più di un quinto del
cortile, con le sue foglie esageratamente grandi e i frutti talmente sproporzionati
da superare di gran lunga l’altezza di Annalisa.
Attaccato al tronco c’era un
biglietto scritto con la grafia sghemba della nonna.
Il biglietto diceva così:
“Per il decimo compleanno della mia cara
nipotina Annamaria.
Quest’albero si chiama “Coen” e l’ho creato con la magia apposta
per te.
Ti voglio bene.
Tua
nonna Gigan ”
Il biglietto, scritto in blu e
tutto storto su carta ingiallita, augurava alla nipote tanti auguri di buon
compleanno.
Nel leggerlo, Annalisa sorrise:
la nonna l’aveva chiamata Annamaria, di nuovo.
Il suo nome era Annalisa, non
Annamaria.
Poi guardò in alto e vide tutti i
frutti dolci e maturi che pendevano dai lunghissimi rami dell’albero, ma, visto
che anche i più bassi erano a comunque una trentina di metri da terra, non
poteva certo coglierne qualcuno.
“Coen” disse Annalisa “che strano
nome! Chissà cosa vorrà dire!”.
A quelle parole, all’albero
successe qualcosa di strano: Coen parve avere un fremito, un lievissimo
fremito, prima che due enormi occhi color nocciola si spalancassero sul tronco
rugoso dell’albero.
“Wohhhhh! Che bella giornata!
Buongiorno Nonn....Che?! Chi sei tu? Dov’è nonna Gigan? Avanti parla!”
Coen sembrava alquanto agitato ma
nella sua voce c‘erano tristezza e malinconia e quegli occhi scuri erano così
espressivi e tristi, che ad Annalisa si accapponò la pelle.
Poi cominciò a parlare: “Ciao
Coen, io sono Annalisa. Sono la nipote di nonna Gigan e tu sei il regalo per il
mio decimo compleanno da parte sua. Ti prometto che diventeremo grandi amici.
Wow! Certo che sei proprio grande! E parli anche!”
Annalisa, infatti, aveva ragione:
dopo poco lei e Coen divennero grandissimi amici e la malinconia del grande
albero sembrava ormai svanita, quando un giorno qualcosa cambiò.
Era una fredda mattinata di
ottobre e tutti i frutti di Coen erano già stati raccolti e mangiati da un
pezzo e a lui rimanevano soltanto quattro o cinque foglie rosse, gialle, e
marroni che luccicavano, imperlate di gelida rugiada scintillante.
Coen sembrava molto triste,
immerso nei suoi pensieri e guardava a terra con aria malinconica.
Annalisa se ne accorse e andò da
lui per consolarlo.
“Coen, che cos’hai? Mi sembri
molto triste. Con me puoi parlare, siamo amici.”
“Grazie, anch’io ti voglio bene.
Il fatto è che io sono troppo grande. Tu per me non sei altro che un puntino
lontano, lontano, appena visibile e la tua voce mi giunge flebile e distante,
quasi un sussurro portato dal vento. Essendo così alto e grosso, non posso
godere del profumo dei fiori a primavera e gli uccelli che nidificano sui miei
rami, appena provo a rivolger loro una parola gentile o un saluto, si
spaventano per la mia stazza e volano via!”
“Non dire così Coen! Tu non sei
affatto troppo grande! Se le tue foglie non fossero così grandi, io non potrei
stendermici sopra per riposare; se il tuo tronco non fosse così largo e
robusto, io e i miei amici non avremmo potuto fare una gara tutti insieme a chi
si arrampica più in alto; se la tua chioma non fosse stata così folta e
gigantesca, quest’estate avrei patito un caldo atroce e invece no, ho passato
le giornate più calde sotto le tue fronde ombrose, intontita dal profumo
intenso dei fiori ad ascoltare le tue storie meravigliose.
Infine, se non fossi così
maestoso, io non potrei mai arrivare così in alto da poter toccare quelle
nuvole soffici e leggere, mentre una brezza profumata mi scompiglia i capelli
d’oro e i raggi tiepidi del sole mi accarezzano la pelle di porcellana.
Io ti voglio bene per quello che
sei, non per quello che potresti essere.”
Evidentemente quelle parole
avevano toccato il cuore verde e raggrinzito del’albero, che subito
rispose:”Grazie di cuore, Annalisa. Hai ragione tu, il fatto di essere così
grande è dono, non un difetto. Ti prometto che d’ora in poi cercherò di mettere
a frutto questo dono!”.
E così fu. Coen non si lamentò
più di essere troppo grande, anzi, se ne vantava. Ogni estate donava i suoi
frutti alla gente del paese e, grazie all’aiuto di Annalisa, gli uccellini non
ebbero più paura di lui e nidificarono numerosi fra le sue fronde verdi e
rigogliose.
Per quanto riguarda Annalisa, restarono
amici inseparabili e vissero per sempre felici e contenti.
Il nostra albero gigante ci accompagnerà stagione dopo stagione e probabilmente verrà utilizzato anche per l'Avvento...
Intanto, noi qui stiamo dedicando la nostra settimana a San Martino: una volta ultimati tutti i "lavori in corso", ve ne parleremo!
L ' albero arreda benissimo quell ' angolo voi bambini siete belli vedervi all' opera il tuo racconto Margherita é scritto in modo che mantiene vivo l ' interesse bravissimi
RispondiEliminacomplimenti a tutti! una domanda pratica: come fate ad incollare i vostri disegni al muro senza lasciare tracce? grazie
EliminaAllora, di solito cerchiamo di non attaccare i disegni e cartelloni direttamente al muro, ma usiamo i fili e le mollette del nostro stendi-disegni:
Eliminahttp://bimbifeliciacasa.blogspot.it/2014/08/stendi-disegni-da-salotto.html
In questo caso, però, abbiamo utilizzato il nastro adesivo di carta: l'albero è molto grande, la sua forma è irregolare, e poi resterà affisso per un anno.. per cui corriamo il rischio di qualche traccia sul muro.