Come avevo già accennato in qua e là, la fine del 2015 e poi il nuovo anno hanno portato un notevole scossone emotivo sulla nostra famiglia.
Protagonista di questa "vicenda" è stata Margherita.
Erano i primi di novembre quando, dando il via alla sua
rubrica settimanale sui libri, la bimba scriveva di sè in un ideale profilo Blogger (poi mai pubblicato per ragioni d'età):
"Ciao! Sono Margherita, ho 9 anni e faccio da sempre home-schooling.
Adoro leggere, scrivere, dipingere, ballare e cucinare. Mi piacciono i gatti e ho quattro fratelli che mi fanno un sacco di compagnia".
Poi, quasi improvvisamente, questa "bimba felice a casa" ha iniziato la sua metamorfosi in una ragazzina inquieta, smarrita ed insoddisfatta, fino ad arrivare, verso metà di dicembre, alla "grande richiesta": "Mamma, forse vorrei andare a scuola...".
E di lì, in un paio di giorni: "Vorrei provare ad andare a scuola subito!".
La crescita, la preadolescenza arrivata come un tornado, lo stare a contatto con le amiche dell'oratorio, del Catechismo, del corso di danza, una certa inquietudine personale le hanno fatto scattare questa molla.
Il desiderio di sentirsi "uguale alle altre", il senso di conformismo tanto comune a questa età. un po' di insofferenza verso gli schiamazzi spensierati dei fratelli più piccoli, e l'innata curiosità femminile hanno fatto il resto. In tutto questo, la base del suo e nostro vissuto tanto doloroso che, nei momenti "critici", non può che riemergere con forza.
Così, questa bambina che, fino a pochi giorni prima, mi chiedeva di provare a fare di tutto per proseguire con l'home-schooling anche alle scuole medie e che, da sola, già cercava spunti ed appigli per proseguirlo autonomamente anche alle superiori, ha sentito impellente in lei la voglia di cambiare.
Una richiesta di certo spiazzante, per me.
E' sempre faticoso, per noi genitori, trovarci davanti ai nostri piccoli bimbi che crescono. Soprattutto se siamo soli, soprattutto se i figli sono tanti, soprattutto se questi cambiamenti vanno idealmente "contro" i nostri progetti per loro e infrangono i nostri patti con loro.
Perchè l'home-schooling è, a tutti gli effetti, un patto tra genitori e figli.
Si fa, e si fa bene, con gioia, con entusiasmo, con frutti copiosi, se è una scelta totalmente condivisa tra i membri della famiglia, E' uno stile di vita, non solo un modo di "insegnare ed apprendere". E' una strada che si percorre tutti insieme.
Potevo quindi dire: "No! Tu sei la mia bimba e a scuola non ci vai!"?
Ho provato a farle capire che, forse, questo potesse non essere il momento più opportuno per dare una svolta così alla propria vita, che un inserimento a metà di una quinta elementare potesse essere un po' difficoltoso, soprattutto sul piano relazionale.
Poi, però, nel giro di una giornata, mi sono data da fare.
Non è nel mio carattere tentennare o stare ad aspettare: sono un'impulsiva che va, a volte anche troppo...
Il contrario di Margherita: più calma, cerebrale, riflessiva, a volte anche indolente.
Ho parlato con un sacerdote carissimo amico di famiglia che, nella nostra cittadina, gestisce una piccola scuola paritaria d'ispirazione cattolica. L'approccio sicuramente più morbido col sistema scolastico.
Di lì, un mio colloquio con la coordinatrice didattica, poi con l'insegnante, gli accertamenti burocratici e, in brevissimo, la loro proposta ed il nostro accordo per alcuni giorni di prova alla ripresa dopo le vacanze di Natale.
E così, il 7 gennaio, la "nostra" Margherita ha iniziato ad andare a scuola.
Da subito, ha ricevuto un'accoglienza meravigliosa da parte dei compagni, così felici di averla con loro da ringraziare Gesù per avere una nuova compagna, nelle preghiere in classe.
In mezzo, tanti dubbi, tante perplessità, una bella dose di paura ed un gran senso di smarrimento.
Il disorientamento "pratico" di trovarsi in un mondo tutto nuovo fatto di campanelle, cambi di tante materie in una giornata, quaderni e fotocopie da incollare su tanti quaderni senza, a volte, capire dove e perchè.
Qualche materia in cui è avanti avanti (soprattutto per livello di approfondimento), qualche materia in cui non c'è ancora.
Il primo "giorno lungo", la prima volta in mensa, col piattino ricoperto di plastica e la pasta nè della mamma, nè delle nonne.
I compiti a casa, il diario, la rigida suddivisione per materie.
Una stanchezza grande grande, anche fisica, che la sera la fa crollare sul divano prestissimo.
Un mondo nè fatato, nè stregato. Nè troppo bello per rimanerci, nè troppo brutto per andarsene.
Il dubbio soffocante davanti ad una scelta troppo grande per lei.
Continuare o no?
Un'ansia fortissima, un "forse vorrei, ma non so..." che ha bloccato la ragazzina per giorni e notti intere.
Alla fine, ha dovuto decidere la mamma.
Una mamma che, amando tanto la sua bimba-farfallina, ha deciso di farla volare. Di darle l'opportunità di provare e d capire, nel tempo, cosa sia meglio per lei.
Margherita è iscritta a scuola e là finirà la classe quinta della scuola primaria.
Sul blog, che da oggi cambia nome per continuare a seguire questi piccoli bimbi che crescono e cambiano, continueranno comunque ad esserci anche "I libri di Margherita": abbiamo un arretrato di almeno una trentina di libri letti è già "schedati" e poi... speriamo che passato questo primo momento di ri-organizzazione, la passione per la lettura riesca a vincere la stanchezza e ad integrarsi con i compiti a casa.