Come vi avevo anticipato, la nostra vendemmia ha dato il via ad un progetto didattico sull'uva ed il vino, che si è snodato nelle ultime settimane tra Italiano, Scienze, Arte e Vita pratica.
In particolare, ho pensato ad attività didattiche adatte alla classe seconda e quarta, le nostre di quest'anno.
Siamo partiti dalla pratica e passati alla teoria attraverso il disegno, attività sempre graditissima dai bambini e molto efficace come strumento d'apprendimento.
Margherita e Mariangela hanno disegnato di loro pugno; mentre Camilla ha preferito colorare i bei disegni trovati su www.midisegni.it
1 - Per Margherita, ho preparato questa piccola lezioncina sull'uva...
2 - Dopo aver capito come sia fatta l'uva ed alcune sue caratteristiche, abbiamo disegnato una bella vite, anzi, un filare....
Margherita |
Mariangela |
Margherita
|
Mariangela |
Mariangela |
Camilla:
Ed ecco qui il "resoconto" sul ciclo del vino scritto da Margherita:
3 - Abbiamo letto questo raccontino sulla vendemmia, scritto da Maestra Rosalba di Crescere Creativamente.
La vendemmia
Da quando sono nato vivo in città, a settembre quando dai miei nonni si fa la
vendemmia per via del fatto che sono iniziate le scuole, non mi è stato mai
permesso di parteciparvi. Durante le vacanze estive il nonno mi ha promesso che
sarebbe venuto a prendermi per farmi conoscere questa festa speciale che io non
ho mai visto.
Si è presentato di sabato sera e io ero già pronto coi miei
bagagli. Dopo qualche ora di viaggio siamo arrivati al paese. L’indomani è
suonata la sveglia prestissimo, ma io ero già sveglio perché non vedevo l’ora.
Ci siamo recati nella vigna carica di grappoli rossi e maturi. Mi sono stati
dati dei guanti enormi, delle piccole forbici e la raccomandazione di non
tagliarmi le dita.
C’erano tutti gli zii e gli amici venuti per l’occasione: era
una vera festa. Al termine tutta l’uva è stata caricata su un grande carrello e
portata nel cortile del nonno. Lì c’erano tanti attrezzi nuovi che vedevo per
la prima volta: la pigiatrice dove l’uva è stata gettata, macinata e trasformata
in mosto. Nel tino il mosto è stato a messo a fermentare. Il nonno mi ha
spiegato che il mosto dopo che ha fermentato viene filtrato con il torchio e
poi messo nelle botti e solo dopo alcuni mesi diventa vino. E’ stata una
giornata bellissima e piena. Tante volte ho sentito questo racconto dai
genitori e dalle maestre. Viverlo è stato molto bello.
Nel pomeriggio i miei genitori sono venuti a riprendermi ero
stanco e appiccicoso ma felice!
Approfondimento
Il bambino del racconto fa una
esperienza nuova: la vendemmia.
Ti è mai capitato di assistere o
partecipare direttamente?
Racconta la tua
esperienza.
Ecco il tema di Margherita sulla propria esperienza della vendemmia:
Ed il disegno...
4 - Tutte e tre le bimbe hanno, poi, scritto sotto dettatura questa simpatica filastrocca:
La filastrocca del
vino (A.Fasser)Dalla pergola nasce l’uva:
prima è acerba, poi matura.
La raccoglie il contadino
e la schiaccia dentro il tino.
Bolle il mosto giorno e notte
poi finisce nella botte.
Nella botte si riposa
finché è un vino color rosa.
Dopo tante settimane
va a riempir le damigiane,
Ma lì dentro non vuol stare:
ora è pronto da infiascare.
Per la festa di famiglia
passa poi nella bottiglia:
nei bicchieri viene versato
e da tutti ben gustato.
va a riempir le damigiane,
Ma lì dentro non vuol stare:
ora è pronto da infiascare.
Per la festa di famiglia
passa poi nella bottiglia:
nei bicchieri viene versato
e da tutti ben gustato.
La vendemmia sulla costa della Liguria
Le ultime settimane di agosto il paese mutava,
s'agitava, pareva ammalarsi d'ansia.
Le cantine, che per noi non erano mai state che porte chiuse, con un buco sulla
soglia per i gatti, s'aprivano rivelandoci androni bui in cui troneggiavano cupamente
tini, botti e qualche misteriosa macchina, simile a un gigante che avesse per
petto un'enorme vite di legno, e per testa una trave di traverso.
C'imbattevamo d'improvviso in falegnami e fabbri
forestieri che avevano piantato bottega all'aperto e piallavano doghe,
martellavan cerchi, fra mucchi di trucioli e piccole fucine a treppiede.
Per tutta la mattina, fra le barche in secco, s'intrufolavano barili e
caratelli, che stavan lì pieni d'acqua fino al gozzo a guardare le onde...
E' l'alba.
Sulle cornici del monte già dilungano e serpeggiano le
file che salgono: le donne han la larga paniera rovesciata con un orlo sul capo e con "altro a metà della
schiena, e la reggono alle maniglie come fosse un mantelletto gonfio di vento; gli uomini
portano le fonde corbe capovolte, infilate in uno strano corto remo, che bilanciano
sull'omero, e hanno in capo il «pagliolo, un sacco riempito a metà di fieno e calcato in
testa dalla parte vuota come un berettone, in modo che la parte gonfia penda sul collo.
Le file salgono, sottili e lunghe sagomano i vigneti, scompaiono nella curva di
una valle, riappaiono più alte su una cresta; non si capisce dove camminino;
par che si spostino, aderendo col fianco alla immane parete, come figure proiettate
da una lanterna magica.
Arrivati alle loro prode, tutti si fermano, si rintanano carponi sotto le vigne
basse, e, inginocchiati con la groppa contro i pampini e il capo storto all'ingiù; o
supini come in letto, con la schiena per terra e le mani alte sulla faccia,
lavorano; non s'ode che sfruscio di gonne, raschiar delle piccole ceste per
terra, ansiti, qualche sommessa parola e risata e il fitto zicc zacc dei tagli
netti.
Le pigne mature tonfano nelle ceste, sono trascinate
sulle prode, rovesciate dentro le corbe e le paniere, alte corbe foderate di
pelli di vitello, e ricolme.
Una donna s'avvicina, prende un grande asciugamano, lo arrotola a cannocchiale,
lo incerchia come una ciambella e se lo pone sui capelli; così incoronata come
una reginetta, si sporge sotto un paniere: due uomini lo sollevano sopra il suo
capo ed essa va.
I maschi invece raccolgono la corba sul pagliolo e ad alleggerirne il peso, fan
leva col remo e così vanno anche loro.
Una fila si sgrana e scende...
Intanto, nelle grandi cantine, i meno robusti,
sull'alto dei tini, nell'ombra umida e fresca, aspettano che dalla porta piena
di sole entrino i portatori con un'ondata di arsura; si avvicinano alla scala,
salgono acciecati dall'improvvisa oscurità, e rovesciano le uve contro le gambe
dei pigiatori; e subito i piedi crocchiano sui mucchi di pigne, e il tepido
sangue dell'uva fluisce dentro tino che ne romba, e l'alito del mosto sale alla
faccia dell'uomo che salta, muto e serio, come una danza.
Ma quando tra le vigne giunge sul vento la campana del
mezzogiorno, gli occhi cominciano a volgersi con insistenza al viottolo giallo
di crete.
Appare finalmente sulla costa una ragazzetta scarna: ha infilato al braccio,
che lo regge a fatica, un gonfio fazzolettone scarlatto.
I vendemmiatori accorrono: oggi è festa e si sciala:
non come nei giorni comuni il tozzo raffermo, con qualche filaccia di baccalà
secco e crudo, o abbrustolito sul fuoco perché «fa più companatico ».
Accucciati con le ginocchia grosse e le gambe nude intorno alle piccole
scodelle di terra, ricevono la loro porzione di stoccafisso in umido, caldo e
odoroso, e grosse fette di pane nero:si buttano a mangiare con avidità, come un
cibo da re: e bevono vinella dalle caraffe al modo dei marinai: alzano con
tutto il braccio il panciuto vaso di terra, che getta un sottile e lungo
sprillo; ed essi lo ricevono a gola aperta come un arco lucente di vetro.
Poi si stendono al sole e sonnecchiano tra Il ronzio
dei mosconi verdi e d'oro...
Racconto di Ettore Cozzani
6 - Per tutte, il classico: "La volpe e l'uva".
Camilla e Mariangela hanno letto la favola ed hanno risposto ad alcune domande di comprensione; Margherita ha fatto l'analisi grammaticale di un paio di frasi. Poi, il disegno...
LA VOLPE E L’UVA
C’era una volta una volpe, furba e presuntuosa.
Un giorno spinta dalla fame, gironzolando qua e là, trovò una vigna dagli
alti tralicci.
Allora disse: “Ecco, finalmente
qualcosa di prelibato!”.
Tentò allora di saltare spingendo sulle zampe con quanta forza aveva in
corpo… ma nulla.
Calma, si disse: “Io così furba non posso arrendermi ma devo escogitare
qualcosa per raggiungere quell’uva”.
Dopo un breve riposo riprese a saltare ma dopo alcuni balzi, non potendo
neppure toccarla, così disse mentre mestamente si allontanò: “ Pazienza, non è
ancora matura, non mi va di spendere troppe energie per un frutto ancora
acerbo”.
Morale: è facile
disprezzare quello che non si riesce ad ottenere.
Avete cambiato il disegno di testata!che bello. Ora vado a leggere il post!
RispondiEliminaSì, Margherita si è data da fare per aggiornare le altezze e le caratteristiche di tutti e cinque! Nel disegno di prima, Tommaso non camminava ancora ed ora sono tutti cresciuti!
EliminaChe belli che sono i tuoi bimbi.... Grazie per le meravigliose attività che condividete con noi, mi rendo conto che dietro c'è una grande mole di lavoro che solo una mamma con tanto amore e tanta pazienza riesce a portare avanti... A presto
RispondiEliminaGrazie a te, Rossella. Di lavoro ce n'è parecchio, ma tutto è veicolato da così tanta passione, che si fa veramente volentieri!
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