Eccoci al mese di ottobre.
Come al solito, dapprima io e Margherita abbiamo letto insieme il testo preparato da me.
Ciò che di questo mese l'ha colpita e catturata di più sono state le "ottobrate romane", tema che ha scelto anche per il suo disegno colorato con pastelli acquarellabili ed acquerelli.
Poi la bimba lo ha riletto il testo ed ha scritto un proprio tema sul mese di ottobre.
Questo mese, in più, Margherita ha, infine, pensato di nventare una poesia tutta sua su ottobre.
Ottobre è il decimo mese dell'anno civile e conta di 31 giorni.
Il nome
Il nome deriva dal latino october,
perché questo era l'ottavo mese del calendario
romano, che iniziava con il mese di marzo.
Il
clima
Ottobre è un mese tipicamente autunnale, con precipitazioni
abbondanti e frequenti abbassamenti della temperatura.
Nella prima metà del
mese si hanno spesso degli intervalli di tempo stabile e soleggiato noti come
“ottobrate romane”. In queste occasioni, durante il giorno, si sta bene a
maniche corte e spesso si possono anche fare i bagni al mare. La sera tuttavia
la temperatura si abbassa in modo più sensibile in quanto, se il cielo è
sereno, la perdita di calore è elevata e le ore di buio cominciano ad essere
superiori a quelle di luce. Di sera quindi è bene portare sempre con sè un
pullover, anche se leggero.
La temperatura è in
costante diminuzione in tutto il periodo ma il clima è generalmente mite.
Nella seconda parte
del mese le precipitazioni si fanno sempre più frequenti ed intense, in quanto
le invasioni di aria fredda, che arrivano attraverso il largo corridoio tra le
Alpi e i Pirenei, sono in continuo aumento. Quest’aria fredda, quando passa sul
mare che è ancora molto caldo grazie alle radiazioni solari accumulate nel
periodo estivo, si carica fortemente di umidità, per cui le perturbazioni sono
sempre abbondanti e a volte disastrose.
Date
significative di ottobre
2 ottobre: Festa degli angeli
custodi e Festa dei nonni
4 ottobre: San Francesco d’Assisi,
patrono d’Italia
31 ottobre: Halloween, una festività nata negli Stati Uniti
che si celebra la notte del 31 ottobre e rimanda a tradizioni antiche. Oggi è diffusa anche in
altri Paesi del mondo e le sue caratteristiche sono molto varie: si passa dalle
sfilate in costume ai giochi dei bambini, che girano di casa in casa chiedendo “Dolcetto o scherzetto?”.
Elemento tipico della festa è la simbologia legata al mondo dell’occulto,
tradotta sotto forma di immagini macabre tra cui le zucche intagliate.
Curiosità
- Il fiore del mese è la gardenia
- La pietra del mese è l’opale
Le ottobrate romane
Le ottobrate romane
erano le feste che chiudevano la vendemmia, in particolare erano tradizionali gite domenicali che si svolgevano a Roma nel
mese di ottobre fino ai primi decenni del
1900.
Erano feste legate al ciclo
delle stagioni ed al raccolto; la loro diffusione fu favorita anche dalla
presenza di orti e vigne intorno alle porte della città.
Per partecipare alla
festa era usanza vestirsi in modo molto ricercato: le donne erano solite
ornarsi di fiori e piume, ma anche gli uomini usavano vestiti particolarmente
sfarzosi.
Il programma era a base
di giochi come bocce, ruzzola, altalena e alberi della cuccagna; poi c’erano
canti, balli, stornelli, vino a fiumi e grandi mangiate: durante le
"scampagnate" non mancavano mai gnocchi, gallinacci, trippa e
abbacchio. Si suonava con tamburelli, chitarre e nacchere e soprattutto si
ballava il saltarello, un’antico ballo popolare tipico delle regioni
dell’Italia centrale.
Le gite erano abitualmente svolte anche il giovedì; nelle prime ore del mattino,
dai rioni cittadini partivano
alcune carrettelle (carri trainati da cavalli bardati e
adornati di sonagliere) sulle quali sedevano sette ragazze vestite a festa. La
comitiva era composta, inoltre, dalla bellona,
seduta accanto al carrettiere, e da uomini, parenti ed amici, che seguivano il
carro a piedi.
La scampagnata fuori
porta, ovvero la gita tra le vigne e le osterie, andò consolidandosi come forma
di svago ed evasione per nobili e popolo, ufficialmente divisi, ma spesso
mescolati nella più sfrenata allegria, alimentata dalla voglia di vivere e dal
buon vino.
Descrizioni letterarie del mese di ottobre
Ottobre (F.Palazzi)
E' un mese
tutto gaio, l'ottobre. Il clima è mite ancora e, dopo la gran calura
estiva, anche i primi brividi di freddo, quando è calato il sole, ci
giungono piacevoli. l contadini approfittano degli ultimi tiepidi
giorni per finire di arare la terra, per seminare il frumento, per
vendemmiare, per raccogliere le ultime offerte dei frutteti: le noci,
le melagrane, le sorbe, le nespole, le mele e le pere da conservare tra la
paglia nell'inverno imminente. E perciò i campi sono lieti di voci
e di canti. Sono anche lieti di colori: sbocciano gli ultimi fiori
dell'anno, nei prati, lungo le prode dei fossi. Le siepi sono tutte vivide
di bacche rosse.
I pampini delle viti spogliati dei loro
grappoli bianchi e neri, e le fronde degli alberi tendono ormai al
rossiccio, al giallo: quanto oro sotto i boschi e lungo i viali! Nell'aria
è un piacevole odore di mosto e di castagne arrosto.
Ottobre
(F.
Bartorelli)
Ottobre tinge tutto d’oro. D’oro
sono le foglie che si staccano dall’albero, d’oro sono i tramonti, d’oro il
sole che manda i suoi tiepidi raggi ad illuminare la terra arata, la campagna
ormai stanca, il cielo velato dalle prime nebbie di autunno.
E’ un bel mese, ottobre. Il sole è un po’ stanco, ma si dà
ancora da fare per dipingere le foglie di rosso e di giallo. E le foglie
insuperbiscono di quel colore, senza immaginare che basta un soffio di vento
per staccarle dal ramo. Un lieve volo e giù, per terra. Se durante la notte il
vento ha tirato un po’ forte, la mattina c’è tutto un tappeto frusciante per
terra.
Due ricchezze ci dona la terra nel mese di ottobre: nei tini
canta il vino frizzante; nei boschi i ricci aperti lasciano cadere le castagne,
che un tempo davano cibo nutriente ai montanari. Ma ai frutti freschi e succosi
bisogna dire addio. Il sole, ormai debole e pallido, non riesce a maturare gli
ultimi: la sorba e la nespola.Esse finiranno di maturare, nel granaio, nel
tepore della paglia.
Poesie
sul mese di ottobre
Io
sono ottobre (Otto Cima)
Io sono ottobre che stringo il vinello
ne’ solchi nuovi ci semino il grano
metto di nuvole a’ monti il cappello
guido dai monti le pecore al piano.
Vien
l’ottobre (F. Castellino)
Vien l’ottobre e sopra il cielo,
di sue nebbie stende il velo;
improvviso s’alza il vento
con un lungo alto lamento.
Pur, che festa di colori,
che tripudio di canzoni,
che splendor, qua e là, di falci
e che porpora nei tralci!
Quest’ottobre un po’ bizzarro
mette e toglie il suo tabarro,
è venuto con l’ombrello,
se ne va col tempo bello.
Nel settembre generosa,
or la terra si riposa
sotto un fremito di foglie;
pur già dentro il grembo accoglie
nuovi semi di lavoro;
i preziosi chicchi d’oro
che in un mese ancor lontano
diverran spighe di grano.
Mattini d’ottobre (V. Cardarelli)
Di giorno in giorno il sole
si fa sempre più pallido.
E’ un pallore che fiacca i nervi
e l’anima rattrista:
un’agonia di luce che si spegne,
un singhiozzo che muore lentamente.
In queste mattine d’ottobre
io vagolante in mezzo alla ressa
vo come un’ombra che cader
potrebbe senza rumore,
assaporando il sole d’autunno
ch’è il solicello della lunga morte.
Ottobre (Ugo Ghiron)
Son fuggite le giornate
dolci e chiare dell'estate.
Or di nebbie un grigio velo
copre mesto terra e cielo,
mentre, foglia dopo foglia,
ogni ramo già si spoglia.
Non più all'alba, lieti gridi
d'uccellini e voli e stridi.
Non si sente che il lamento
lungo e flebile del vento,
che par dire sera e mattina:
“Gia l'inverno si avvicina”.
Son fuggite le giornate
dolci e chiare dell'estate.
Or di nebbie un grigio velo
copre mesto terra e cielo,
mentre, foglia dopo foglia,
ogni ramo già si spoglia.
Non più all'alba, lieti gridi
d'uccellini e voli e stridi.
Non si sente che il lamento
lungo e flebile del vento,
che par dire sera e mattina:
“Gia l'inverno si avvicina”.
Ottobre (O Bonafin)
Ottobre, buon pittore,
ha dipinto a vivaci colori le foglie della vite, del melo, del pero,
ha dipinto a vivaci colori le foglie della vite, del melo, del pero,
che tutte rosseggiano a varie tinte.
Altri alberi conservano ancora la loro bella chioma verde;
Altri alberi conservano ancora la loro bella chioma verde;
i sempreverdi hanno invece
la loro veste color verde cupo.
Festa di coIori, nella luce limpida del sole
la loro veste color verde cupo.
Festa di coIori, nella luce limpida del sole
Ottobre (G. Striuli)
Ottobre che splendido mese!
A specchio dei fiumi turchini
Le piante s'avvolgono in drappi
di porpora e d'oro:e fra strappi
di nuvole, il ciel di turchese
risuona di gole canore;
son stormi di allodole bionde
che migrano e cantan gioconde
la gioia che chiudono in cuore.
Le rondini sono partite:
ma tornano già i pettirossi
che frugan le siepi dei fossi
in traccia di larve assopite.
Le belle cotogne odorose
ammiccan fra lucide fronde
e il loro profumo s'effonde
con quello dell'ultime rose.
che frutti daranno di bene.
A specchio dei fiumi turchini
ondeggiano vele di brume.
Le viti, nel placido lume,
sciorinan topazi e rubini.
E intanto pei campi dimessi,
reggendo gli aratri, i bifolchi
rivoltan le zolle dei solchi
per fare la cuna alle messi.
Oh, sia benedetto il lavoro,
la forza operosa e inesausta
che rende la vita più fausta,
che dona ricchezza e decoro!
Per questo, bambini, or conviene
tornare alla scuola contenti,
là avrete pur voi le sementi
che frutti daranno di bene.
A specchio dei fiumi turchini
Le piante s'avvolgono in drappi
di porpora e d'oro:e fra strappi
di nuvole, il ciel di turchese
risuona di gole canore;
son stormi di allodole bionde
che migrano e cantan gioconde
la gioia che chiudono in cuore.
Le rondini sono partite:
ma tornano già i pettirossi
che frugan le siepi dei fossi
in traccia di larve assopite.
Le belle cotogne odorose
ammiccan fra lucide fronde
e il loro profumo s'effonde
con quello dell'ultime rose.
che frutti daranno di bene.
A specchio dei fiumi turchini
ondeggiano vele di brume.
Le viti, nel placido lume,
sciorinan topazi e rubini.
E intanto pei campi dimessi,
reggendo gli aratri, i bifolchi
rivoltan le zolle dei solchi
per fare la cuna alle messi.
Oh, sia benedetto il lavoro,
la forza operosa e inesausta
che rende la vita più fausta,
che dona ricchezza e decoro!
Per questo, bambini, or conviene
tornare alla scuola contenti,
là avrete pur voi le sementi
che frutti daranno di bene.
Proverbi sul
mese di ottobre
1. Ottobre
domanda funghi, castagne
e ghiande.
2. In ottobre, il mosto è nella botte.
3. Ottobre: il vino è nelle doghe.
4. Ottobre: vino e cantina dalla sera alla mattina.
5. Ottobre è bello, ma tieni pronto l’ombrello.
6. Ottobre piovoso, campo prosperoso.
7. Tuoni d’ottobre, verrà un inverno caldo.
8. Se piove per S. Gorgonio (9 settembre), tutto
ottobre è un demonio.
9. A San Francesco (4 ottobre) arriva
il tordo e il fresco.
10. Per San Francesco, la nespola al cesto.
11. Per Santa Reparata (8
ottobre), ogni oliva è inoliata.
12. Per Santa Teresa (15 ottobre), semina
a distesa.
13. Da San Gallo
(16 ottobre) ara il monte e semina la valle.
14. O molle o asciutto, per S. Luca (18
ottobre) semina tutto.
15. Per San Luca cava la rapa e metti la zucca.
16. Per San Luca la merenda è perduta.
17. San Luca il
tordo trabuca.
18. Per S. Simone (30 ottobre) il
galletto si fa cappone.
19. Per San Simone la nespola si ripone.
Tema
Il mese di ottobre
Ottobre è il decimo mese dell’anno civile e conta 31 giorni.
Il nome deriva dal latino “october” perchè nel calendario
romano era l’ottavo mese dell’anno.
Il clima di questo mese è tipicamente autunnale: di giorno il
sole è ancora alto nel cielo ma le temperature vanno via via calando e i
temporali sono sempre più frequenti.
Di ottobre mi hanno colpito molto le ottobrate romane: antiche
feste popolari che si svolgevano fuori dalla città per festeggiare la fine
della vendemmia. Per la ricorrenza, la gente si vestiva a festa e si ornava di
fiori e piume.
Ottobre è un mese molto bello: dopo la torrida estate arrivano
i primi freddi.
Le foglie sono ormai gialle, rosse e marroni.
Nell’aria si odono i canti dei contadini e si sente profumo di
mosto e di castagne.
Su ottobre di poesia mi è piaciuta molto “Vien l’ottobre”.
bellissima la poesia inventata da Margherita!!
RispondiEliminaciao
Tutto meraviglioso, ma ottobre ha 31 giorni ;-)
RispondiElimina:-D
Giusto! Svista mia di digitazione.... Grazie per averlo segnalato!
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