martedì 12 marzo 2013

Il mese di marzo


Prosegue, per Margherita (classe III), il lavoro di approfondimento sulle caratteristiche dei 12 mesi dell'anno. 


MARZO
Marzo è il terzo mese dell'anno anno civile e conta 31 giorni.
Il nome
Il nome Marzo deriva dal dio romano Marte (Martius in latino), dio della guerra, poiché era proprio nel mese di marzo che in genere iniziavano le guerre.
Inoltre Marte era considerato come un dio dall’umore instabile ed irascibile.
Il suo brutto carattere, dal punto di vista meteorologico, si ritrova nelle caratteristiche del mese di marzo, secondo l’esperienza contadina:  pur mostrando netti segni di fine inverno con fiori e germogli, giornate calde, uccellini intenti alla fabbricazione del nido e risveglio della natura in genere, di lui occorre sempre diffidare per i suoi sbalzi di freddo, improvvisi e dannosi.
Marte rappresenta però anche la forza capace di affrontare e superare le difficoltà, proprio come i germogli che, ormai abbastanza forti, rompono la terra.

Il clima
Marzo è il primo mese della primavera ed è caratterizzato da un rapido aumento della temperatura e da una grande variabilità.
Nella prima parte del mese sono frequenti le irruzioni di aria fredda che possono abbassare la temperatura anche di una decina di gradi. In genere tuttavia si cominciano a togliere i cappotti e, nelle ore diurne, per strada si sta bene anche con un pullover di media pesantezza.
Nella seconda parte del mese si hanno invece delle invasioni di aria calda che si manifestano come ondate di scirocco che precedono abbondanti precipitazioni, ricche di sabbia del deserto africano.
In questo mese, a parte rare eccezioni, le nevicate sono possibili solo al nord o sui rilievi, al di sopra dei 1000 metri. Nella Pianura Padana i casi di nebbia cominciano a diminuire o, comunque, sono limitati alle ore notturne. Al sud i giovani cominciano spesso a fare i bagni al mare.
Il vento, a marzo, in genere è abbastanza sostenuto.

Curiosità
- Fiore: mimosa
- Pietra: acquamarina
- Nell’ultima domenica del mese entra in vigore l’ora legale, cioè  la convenzione di mandare avanti di un'ora le lancette degli orologi durante il periodo estivo, in modo da prolungare la luce solare nel tardo pomeriggio e consentire così un risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell'illuminazione elettrica.

Giorni della vecchia
I cosiddetti Giorni della vecchia (o Giorni imprestati) sono, secondo la tradizione, gli ultimi tre giorni di marzo, ossia il 29, 30 e 31 marzo, nei quali solitamente si verifica un ritorno del freddo; sono considerati i giorni più freddi della primavera.
Un’antica leggenda del centro Italia racconta che Marzo, tanti anni fa, aveva solo 28 giorni. Ma visto che gli uomini lo prendevano sottogamba, non temendolo certamente come i suoi rigidi fratelli Dicembre, Gennaio e Febbraio, decise di vendicarsi allora e ancora lo fa.
In particolare, secondo una prima versione della leggenda, si racconta che quando una volta marzo aveva solo 28 giorni, una vecchietta pregustando ormai il tepore della primavera, disse: "Marzo, tanto non mi puoi fare niente, perché oggi è già aprile". Fu così che marzo offeso, chiese tre giorni in più ad aprile e li utilizzò per fare arrivare di nuovo sulla terra il freddo invernale.
Una seconda versione della stessa leggenda racconta invece che una vecchia pastora, che per tutto il mese era riuscita a proteggere i suoi agnellini dai repentini sbalzi climatici marzolini, la sera del 28 esclamò in tono sfottente E ora con la tua fine la pianterai di fare il matto, oh Marzo bislacco!”.
Fu così che il mese, atrocemente offeso, chiese in prestito ad Aprile tre giorni in cui scatenare tutta la sua cattiveria con gelo, neve e vento; e in quei tre giorni morirono per il freddo improvviso non solo gli agnellini della vecchia e degli altri pastori, ma anche tutte le erbe e i germogli già spuntati nei prati stecchirono sotto la neve, inaspettatamente caduta; e ghiacciarono i petali dei fiori degli alberi da frutto; e il vento e la pioggia spazzarono via i piccoli nidi in costruzione e la vecchia stessa, che imprudentemente aveva smesso gli abiti pesanti, si prese un accidente e morì di polmonite.
Così Marzo, dopo tanta distruzione, poté finalmente andarsene soddisfatto, e gli ultimi suoi 3 giorni furono chiamati, da allora, i giorni della vecchia.
La leggenda si basa effettivamente sull'andamento climatico dell'ultima decade di marzo, che di solito è interessata ad un ritorno del freddo dopo i primi tepori primaverili. I giorni della vecchia fanno parte di una serie di periodi che popolarmente sono conosciuti come "nodi del freddo".

Racconto
Marzo e il pastore (Ildefonso Neri)
Una mattina, sul cominciare della primavera, un pastore uscì con le pecore e incontrò Marzo per la via. Disse Marzo: “Buongiorno, pastore, dove le porti oggi le pecore?”
“Eh, Marzo, oggi vado al monte!”
“Bravo pastore, fai bene, buon viaggio!” E fra sé disse “Lascia fare a me; oggi li innaffio io per bene!”
Il pastore, però, che l’aveva squadrato ben bene in viso, aveva fatto tutto il contrario. La sera, nel tornare a casa, incontrò di nuovo Marzo.
“Ehi, pastore, com’è andata oggi?”
è andata benone. Sono stato al piano: una bellissima giornata, un sole che scottava.”
“Ah, sì? Ci ho gusto!” (e intanto si morse un labbro) “E domani dove andrai?”
“Domani tornerò al piano. Con questo bel tempo…”
“Bravo, addio!”
E partirono. Ma il pastore, il giorno dopo, invece di andare al piano, andò al monte; e Marzo giù acqua e vento e grandine al piano. La sera trovò il pastore.
“Oh pastore, buonasera! E oggi com’è andata?”
“Benone! Sai, sono andato al monte. è stata una giornata d’incanto. Che cielo!
Che sole!”
“Bravo pastore… e domani dove andrai?”
“Eh, domani andrò al piano!”
Insomma, per farla corta, il pastore gli disse sempre il contrario, e Marzo non ce lo poté mai beccare. Si arrivò così alla fine del mese.
L’ultimo giorno Marzo disse al pastore: “Eh beh pastore, come va?”
“Va bene, ormai è finito Marzo e sono a cavallo. Non c’è più paura e posso star tranquillo…”
“Dici bene, e domani dove andrai?”
“Domani vado al piano, faccio più presto”
“Bravo, addio!”
Allora Marzo in fretta e furia andò da Aprile, gli raccontò la cosa e, infine, gli disse: “Ora avrei bisogno che tu mi prestassi un giorno”.
Aprile, senza farsi pregare, gli prestò un giorno.
La mattina dopo, il pastore fece uscire le pecore e andò al piano come aveva detto.
Ma, quando fu una certa ora e il gregge era sparso per i prati, cominciò una ventipiova da fare spavento; acqua a ciel rotto, vento e neve e grandine. Il pastore ebbe da fare e da dire a riportare le pecore all’ovile.
La sera Marzo andò a trovare il pastore, che era là nel canto del fuoco, senza parole, tutto malconcio, e gli chiese ironico: “Oh pastore, buona serata! Oggi com’è andata?”.
“Ah, Marzo mio, sta’ zitto, sta’ zitto, per carità! Oggi è stata proprio nera. Peggio di così neanche a mezzo gennaio; si sono scatenati per aria tutti i diavoli dell’inferno”.
E' per questo che marzo ha trentun giorni; perché ne ha preso in prestito uno da aprile.

DESCRIZIONE LETTERARIA DI MARZO
Marzo è  un mese un po’ matto perché un giorno piange e l’altro ride; un giorno è calmo e nell’altro infuria. Ma non dura: con lui il bel tempo si avvicina, con lui arriva, il giorno 21, la primavera.
Gli animali, che durante l’inverno hanno dormito, si destano dal letargo e molti uccelli, che erano partiti per i paesi caldi, fanno ritorno. Uno di questi è la rondine, che dai lontani paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America viene ad annunciarci l’arrivo della bella stagione.

Marzo – Il mese pazzerello
Dicono che marzo è pazzo; ma che deve fare, il poveretto, se è a servizio di due padroni che lo comandano a piacer loro?
Se è l'inverno che ordina, marzo deve mandare giù la pioggia e scatenare il vento che strapazza i rami pieni di gemme; se è la primavera che lo chiama a sé, allora ecco che sparge i fiori sui prati, mette in fuga le nuvole, intiepidisce l'aria, invita i fanciulli all'aperto.



PROVERBI SU MARZO
1.             Marzo pazzerello, guarda il sole e prendi l’ombrello.
2.             Al principio o alla fine, sempre Marzo versa il suo veleno.
3.             Marzo umido, dolor di contadino.
4.             Quando marzo è piovoso, il frutteto è generoso.
5.             Marzo molle, grano per le zolle.
6.             A marzo taglia e pota se non vuoi la botte vuota
7.             Marzo senz'acqua, april senz'erba
8.             Chi nel marzo non pota la sua vigna, perde la vendemmia.
9.             Marzo asciutto, e april bagnato, beato il villan c'ha seminato.
10.         Di marzo, ogni villan va scalzo.
11.         Marzo ventoso, frutteto maestoso.
12.         Marzo non ha un dì come l'altro.
13.         Gelo marzolino rattrista il contadino.
14.         Marzo alido, aprile umido.
15.         Per San Benedetto (21 marzo) la rondine sotto il tetto.
16.         Per l'Annunziata (25 marzo) è finita l'invernata.
17.         Per l’Annunziata (25 marzo) si semina la patata.

POESIE SU MARZO
Che dice la pioggerellina di marzo? (Angiolo Silvio Novaro)
Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell'orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d'oro?
Passata è l'uggiosa invernata,
passata, passata!
Di fuor dalla nuvola nera,
di fuor dalla nuvola bigia
che in cielo si pigia
domani uscirà Primavera
guernita di gemme e di gale,
di lucido sole,
di fresche viole,
di primule rosse,
di battiti d'ale,
di nidi,
di gridi
di rondini, ed anche
di stelle di mandorlo, bianche...
Ciò dice la pioggerellina
di marzo che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell'orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d'oro.
Ciò canta, ciò dice;
e il cuor che l'ascolta è felice.
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Cielo di Marzo
Sereno a volte e limpido
come un immenso specchio
azzurro, anche il cielo
partecipa alla festa della natura.
Ma talvolta, all'improvviso,
il cielo si oscura e assume il
color cinerino dell'autunno:
la nuvolaglia nasconde il sole e
una pioggia fitta e insistente cade sulla terra.
Un broncio di breve durata.
Dopo la pioggia il sole torna a splendere
più luminoso e più caldo.


Marzo bello (Antonio Beltramelli)
Ecco ecco che è arrivato marzo bello!
Le viole in mezzo al prato
escono fuori con l'ombrello.
Oh, bel marzo! Oh, marzicello!
Ti salutano le viole,
che si vestono modeste
e stan sempre sole sole
tra le fratte e le foreste.
Forse un merlo poco saggio
sogna già d'essere in maggio
e si gela una zampina fra la brina.
Ma la cincia nel suo nido
ride e dice: «Non mi fido!
Presto è ancor! La messaggiera bianca e nera
non è già sotto la gronda,
e chi ha freddo si nasconda:
non è ancora primavera».
Chiotto chiotto le risponde un passerotto:
«Tu sei saggia e veritiera!
Marzo è bello,
ma coi guanti e con l'ombrello,
col soprabito e il cappello,
poiché porta il vento e il fiore,
e la pioggia e il raffreddore ».

Gioia di marzo (Renzo Pezzani)
Fresca gioia, l'erba nasce
così lustra e cosi breve
dove il sol ruppe la neve
e l'agnello se ne pasce.
Anche l'acqua ch'era ghiaccio
s'incammina dentro il fosso
con un po' di cielo in dosso,
mormorando: -Se ti piaccio,
vieni a bermi cosi pura
pria che tocchi la pianura.
L'alberello di cotogno
apre gli occhi e guarda il mondo
e nel rivo vispo e fondo
getta l'ultimo suo sogno;
poi, toccato dal Signore,
sui rametti più lontani,
come dentro esili mani,
posa un candido suo fiore
così allegro che la gente
dentro l'anima lo sente.
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Vento di marzo (Rosalia Calleri)
C'è un signore che va a spasso
con la mazza e l'occhialino,
lo accompagna passo passo
Marzo allegro e birichino;
e ad un tratto (oh, che monello!)
manda in aria il suo cappello.
Sciorinato lì sull'aia
vede un candido bucato;
lo contempla la massaia
con lo sguardo pia beato,
ma di Marzo il venticello
le fa un tiro da monello.
I ragazzi, sulla piazza
stan giocando in lieti crocchi,
ad un tratto, infuria; impazza;
han la polvere negli occhi:
cos'è stato? È sempre quello,
è di Marzo il venticello.
Poveretta quella donna!
non sa dove riparare:
poveretta! La sua gonna
è una vela in alto mare
e, di Marzo, il venticello
più che mai fa il pazzerello.
Raggi d'oro e nuvolette
cielo azzurro a pecorine,
pruni in fiore, nuove erbette,
bucanevi e pratoline;
sole, pioggia e venticello:
ecco Marzo pazzerello.

Marzo, ti voglio bene
Marzo, ti voglio bene.
E sai perché?
Perché sei birichino
e, quasi quasi, rassomigli a me.
Anche tu fai capricci:
vieni col sole,
con le primule belle
e le odorose viole.
Poi, ti rabbui, Marzo,
e in un momento
tu butti giù dal cielo
e neve e pioggia e vento...
Ma io ti voglio bene,
perché, fra un raggio d'oro
e una nuvola nera,
tu porti Primavera.
(autore incerto: Hedda o Romei Correggi)

Marzo (Pasquale Ruocco)
Ecco Marzo, il terzo mese,
che, scrollando i folli ricci,
un po’ matto e un po’ cortese
fa le smorfie ed i capricci.
Tutto nervi e argento vivo,
muta umore ogni momento
ed annunzia il proprio arrivo
con la grandine e col vento.
Fischia e morde, piange e ride,
ed ingemma il colle e il prato
mentre, ancora, il vento stride.
Ma l'inverno è terminato,
quanta luce nel creato,
dopo i tuoni e la bufera!
Marzo è il paggio scapigliato
della dolce primavera

Marzo (Arpalice Cuman Pertile)
O marzo, che i petali rosa
dei fiori di pesco colori,
o marzo, che a volte disserri
i primi soavi tepori,
e a volte ventoso e gelato
tormenti le erbette del prato;
O marzo non fare il cattivo,
non rompere i rami' fioriti,
i rami dei peri e dei meli,
che poi daran frutti squisiti!
E vi pianteranno i bambini
il morso dei bianchi dentini.


Ecco la rappresentazione grafica (tecnica: pastelli acquarellabili) del mese di marzo da parte di Margherita: un albero idealmente diviso a metà, tra inverno e primavera, simbolo di questo mese dal clima variabile e pazzerello.
Più sotto, il tema sul mese.


Tema
Il mese di marzo
Marzo è il terzo mese dell’anno civile e conta 31 giorni.
Il nome marzo deriva dal dio romano Marte (Martius in latino), dio della guerra perché in genere le guerre iniziavano proprio nel mese di marzo.
Marte era un dio dal carattere scontroso, irascibile e molto instabile, per questo viene associato al mese di marzo.
Il clima di questo mese è caratterizzato da frequenti sbalzi di temperatura e irruzioni di aria fredda soprattutto all’inizio del mese.
Sulla variabilità del mese di marzo ci sono tantissimi proverbi, leggende e poesie che a me sono piaciuti molto.
Tra tutte le poesie la mia preferita è: “Che dice la pioggerellina di marzo?” di Angiolo Silvio Novaro mentre i miei proverbi preferiti sono: “Quando marzo è piovoso, il frutteto è generoso” e “A marzo taglia e pota se non vuoi la botte vuota”.
Per me marzo è un mese bello perché arriva la primavera ma non mi piace quando c’è sempre il cielo grigio e piove.


13 commenti:

  1. giusto una curiosità ma tutto questo bellissimo completo e ampio lavoro in quanto tempo è stato svolto. Giusto per sapere e mettere in saccoccia info per il futuro.

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    Risposte
    1. Beh, Ele, ci sono sempre "due piani": 1 - il nostro, quello della programmazione e preparazione del materiale, che è piuttosto lunghino. Per il lavoro su ogni mese impiego diverse ore, ricavate a spizzichi, in qua e là... non saprei quantificare. PapàGiorgio, poi, mi aiuta sempre come "revisore di bozze", di solito stralciando un po' di cose in eccesso e rendendo più organico il tutto.
      2 - Poi c'è il lavoro con e della bambina, che di solito occupa due giornate/mattinate: nella prima, leggiamo e commentiamo insieme il materiale, poi Margherita ci riflette un po' su e realizza il disegno sull'aspetto che più l'ha colpita o quello che, secondo lei, meglio rappresenta il mese in questione.
      Il giorno seguente, una volta riletto in autonomia l'intero testo, la bambina svolge il proprio temino.

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  2. Quindi più o meno fa tutto in due giorni? Grazie.

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    1. Sì sì, un paio di mattine da circa 1 ora e mezza ciascuna! Chiedi pure tutto ciò che ti serve/incuriosisce!

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  3. Quando puoi, da me c'è il Premio dell'Amicizia Blogger da ritirare. Non ci sono catene da rispettare, so che non le ami, come me del resto, ma questo premio mi farebbe davvero piacere che lo prendessi.
    Un abbraccio
    Ale Mammadibea

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    1. Che bello! Grazie infinite, cara Ale: ricevere un altro premio da te mi onora tantissimo!

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  4. Ciao, sempre per le mamme curiose ma tutte le storie e le filistrocche che hai scritto, la tua bimba poi le scrive, le impara o gliele leggi tu di modo che a lei rimanga diciamo una spegazione? Ciao Adele

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    Risposte
    1. Ciao, Adele! Il lavoro sui mesi viene letto prima insieme sul pc, poi "correggiamo" con la bambina le parti che non capisce bene, e a volte eliminiamo qualche proverbio o poesia. (La stesura pubblicata sul blog è quella "definitiva"). Il testo viene poi stampato, letto ed elaborato dalla bimba, che lo "studia" trattenendo le parti essenziali. A volte viene trascritta su dettatura una poesia, ma soprattutto ci interessa che la bimba trattenga il "succo" del discorso e ricordi le caratteristiche principali del mese. Da qui il tema. Ti assicuro che questo tipo di attività porta molti frutti: in questi giorni, ad esempio, Margherita non fa che associare il maltempo e la variabilità di queste giornate con il proverbio: "Marzo pazzerello, guarda il sole e prendi l'ombrello". Così è stato anche per i mesi scorsi, quando la bambina contemplava il cielo ed osservava tutti i dettagli durante le nostre passeggiate in campagna, alla ricerca di indizi tipici del mese in corso.

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