martedì 5 novembre 2013

Il mese di novembre

Eccoci al penultimo mese dell'anno. Anche per novembre, ho preparato il materiale qui sotto per Margherita (classe IV). Abbiamo letto tutto insieme, ne abbiamo parlato, abbiamo riflettuto sui diversi spunti offerti da questo mese ricco di date significative e curiosità. Abbiamo ripreso il dettato preparato lo scorso anno da Papà Giorgio e riparlato della figura di San Martino e dell'estate di San Martino.
Tra le tante poesie dedicate a questo mese, ho inserito, per la prima volta, due opere più impegnative e "da grandi": "Novembre" di Giovanni Pascoli e "San Martino" di Giosuè Carducci. Per entrambe, è poi stato introdotto anche il concetto di parafrasi, così da spiegare e far entrare meglio la bambina nel pieno senso del testo. 
Come sempre, la lettura di questo materiale ha poi ispirato un acquerello (rielaborando anche qualche spunto artistico trovato in rete).
Infine, il tema della bambina.

NOVEMBRE
Novembre è l’undicesimo mese dell'anno civile  e conta 30 giorni.
Il nome
Il nome deriva dal latino  “novem”, cioè nove, perché era il nono mese del calendario romano, che iniziava con il mese di marzo.

Caratteristiche
In campagna il colore dominante è quello cupo e scuro degli alberi ormai in gran parte senza foglie, che giacciono a terra: nutriranno e faranno da culla alla prossima primavera. La nebbia fa la sua prima massiccia comparsa e qualche alta cima è già imbiancata.
C'è ancora qualche giornata piacevolmente tiepida per godersi le passeggiate in collina, per assaporare i profumi del sottobosco prima che l'inverno copra tutto con un mantello di gelo.
In città la nebbia si confonde con il fumo delle macchine e dei camini: il risultato è un paesaggio ingrigito.


Il clima
Novembre è un mese tipicamente autunnale, con temperature in diminuzione e precipitazioni frequenti ed abbondanti.
A Novembre il mare è ancora relativamente caldo, in quanto l’acqua conserva per lungo tempo il calore accumulato nel periodo estivo, di conseguenza l’aria è ricca di umidità; in generale siamo nel periodo il più piovoso dell’anno. Nella prima parte del mese le precipitazioni sono particolarmente abbondanti e spesso possono provocare dei danni:  in Italia le principiali alluvioni sono avvenute in questo periodo.
Le temperature diminuiscono molto lentamente; anzi, molto spesso si verifica un leggero rialzo delle temperature nella prima quindicina del mese, noto con il nome di “estate di San Martino”.
A casa si inizia a sentire il bisogno di accendere i riscaldamenti, soprattutto al nord; per strada si esce sempre con soprabiti o giacche.
Sulle pianure del nord iniziano anche le nebbie che rendono pericolosa la circolazione delle autovetture nelle ore notturne e, a volte, anche di giorno.
Nella seconda parte del mese le precipitazioni si fanno più frequenti, ma in genere diminuiscono di intensità, in quanto l’aria è ormai fredda e quindi può contenere poca umidità.
Al nord iniziano a verificarsi le nevicate, soprattutto sui rilievi. La diminuzione delle temperature si fa sempre più evidente e per strada si esce sempre con dei giacconi pesanti.

Date significative di novembre
- 1 novembre: Ognissanti
- 2 novembre: Commemorazione dei defunti
- 11 novembre: San Martino

SANTI E MORTI
Nei giorni 1 e 2 novembre, noi cattolici facciamo memoria di tutti i santi del Paradiso e delle anime che stanno espiando i loro peccati nel Purgatorio. Sono ricorrenze molto sentite dalla gente, che hanno dato origine a numerose tradizioni locali, soprattutto legate al culto dei defunti.
Il giorno dei santi, il 1° novembre, è festa di precetto: tutti noi cattolici abbiamo l’obbligo di andare a Messa per onorare i santi del Paradiso.
La maggior parte delle tradizioni riguarda invece la Commemorazione dei Defunti, il 2 novembre.
La tradizione più importante e diffusa ovunque è quella della visita ai cimiteri e della cura delle tombe, che vengono pulite ed ornate di fiori freschi.
Nelle chiese vengono celebrate molte Messe a suffragio dei defunti, soprattutto di quelli che non hanno più nessuno che preghi per loro; nei cimiteri, il sacerdote passa in processione a benedire le tombe.
Numerose sono, poi, le tradizioni gastronomiche legate a questa ricorrenza.
Nell’Italia del nord questa è la stagione delle zucche, che vengono preparate in vari modi e soprattutto consumate arrostite e spesso vendute lungo le strade. Nell’Italia centrale il piatto dei morti sono le fave nere (le note “fave dei morti”), prodotto di stagione il cui colore nero ben si adatta alla ricorrenza dei defunti. In Toscana, nella zona tra Firenze e Pisa, è tradizione preparare dei biscotti a forma di osso chiamati “ossi di morto”, quasi ad esorcizzare la paura della morte.
In tutta Italia è diffuso il consumo di mele e castagne, anch’esse di stagione, un tempo bollite ed usate dai bambini per preparare simpatiche collane dette “sfilze”.
In molte parti d’Italia i giorni dei santi e dei morti, anche in coincidenza con l’arrivo del freddo invernale, erano l’occasione per numerose opere di carità verso i poveri. Per molte famiglie era considerato un grande onore distribuire cibo ai bisognosi in queste giornate.
Una particolare curiosità climatica: di solito, nella prima metà di novembre, ci sono alcuni giorni di clima sereno e soleggiato: queste giornate vengono dette “estate fredda dei morti” oppure “estate di san Martino”.

La leggenda di San Martino (Mimì Menicucci)
San Martino era un bel soldato, giovane e forte.
Se ne andava, in un giorno di novembre, lungo una strada di campagna e si riparava dalla pioggia con un pesante mantello che l’avvolgeva tutto.
“Che brutta stagione!” disse guardandosi attorno.
Gli alberi avevano perduto le loro foglie e alzavano i rami stecchiti e nudi verso il cielo grigio, tutto uguale, che prometteva pioggia per chissà quanto tempo. Non c’era un fiore nei prati; quella poca erba era tutta inzuppata d’acqua e in mezzo vi saltavano le rane e facevano: “Gre, gre!”.
La strada era deserta, tutti stavano riparati dentro le case.
Soltanto un mendicante se ne stava seduto sopra un paracarro, al margine della strada e tremava sotto la pioggia, cercando di ripararsi sotto pochi cenci che ormai erano intrisi d’acqua e non servivano più a nulla.
“Poveretto!” disse Martino, fermandosi davanti a lui. “Vorrei tanto aiutarti, ma i soldati sono poveri e ti dico la verità: in tasca non ho neppure una moneta per farti bere qualcosa che ti scaldi”.
“Non importa” rispose il poveretto rannicchiato sotto l’acqua. “Mi hai detto una buona parola. Anche questa è carità. Non capita spesso…”
“Aspetta!” disse ad un tratto Martino “Qualcosa ce l’ho”.
Trasse la spada e tagliò il mantello in due parti.
“Ecco qua” disse contento “Mezzo per uno e staremo abbastanza caldi tutti e due”. Posò il mantello sulle spalle del vecchio che lo guardava con riconoscenza e proseguì lietamente il suo cammino.
Poco dopo incontrò un altro mendicante, anche questi lacero e tremante sotto la pioggia gelida che veniva giù.
“Quanti poveri ci sono al mondo!” disse fra sè Martino e la sua bella contentezza era svanita. Lo spettacolo della miseria gli aveva rattristato il cuore. Senza neppure pensarci su un momento, si tolse la metà del mantello che si era gettato sulle spalle e lo regalò al mendicante.
Martino camminava e pregava Dio per la povera gente e si sentiva il cuore pieno di amore e di pietà. Era così assorto nei suoi pensieri che non si era neppure accorto che aveva smesso di piovere.
Guardandosi attorno pensò di sognare. Il cielo si era schiarito e le pozzanghere erano piene di riflessi azzurri. All’orizzonte era apparso un bellissimo arcobaleno e il sole era caldo e luminoso. Le siepi erano tutte fiorite e gli uccellini, sugli alberi, cantavano lietamente. Non pareva più autunno, ma la dolce e tiepida primavera.
Dio aveva voluto ricompensare l’atto generoso di Martino e gli aveva mandato un segno della sua benevolenza.
Da allora, nel pieno dell’autunno, c’è sempre qualche giornata tiepida, il sole splende e i rami spogli provano anche a mettere qualche gemma. Gli uomini dicono che quella è l’estate di San Martino che il cielo, ogni anno, manda sulla terra per ricordare l’atto pietoso del Santo che regalò il suo mantello ai poveri.

L’estate di San Martino
L'estate di san Martino è il nome con cui viene indicato un eventuale periodo autunnale in cui, dopo le prime gelate, si verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore. Un ritorno di bel tempo, di caldo, d'asciutto e di sereno, che fa pensare davvero all'estate. L'Estate di San Martino è legata alla leggenda del Santo -festeggiato l'11 novembre- che divise in due un mantello per coprire un povero mendicante nudo e freddoloso. Il Signore "ricompensò" il Santo inviando un clima mite e temperato quando oramai esso volgeva al freddo dell'Inverno incipiente.
Una spiegazione di questo miglioramento del tempo nella seconda decade di Novembre, potrebbe essere nell'andamento tipico stagionale di questo mese, velocemente proiettato verso il clima invernale, ma che presenta anche dei tipici "ripensamenti" di tempo più mite, in un'alternanza caratteristica delle stagioni intermedie.
Guardando al tempo meteorologico degli ultimi decenni, l'Estate di San Martino sembra essere qualcosa di più di un detto popolare ma presenta un fondo di verità che emerge chiaramente dalla media delle temperature.
Durante l'estate di San Martino venivano rinnovati i contratti agricoli annuali; da qui deriva il detto “fare San Martino”, cioè traslocare.
Tradizionalmente durante questi giorni si aprono le botti per il primo assaggio del vino nuovo, che solitamente viene abbinato alle castagne.

Curiosità
- Il fiore del mese è il crisantemo.
- La pietra del mese è il topazio.
- Nelle rappresentazioni medioevali novembre era raffigurato come una giovane fanciulla che raccoglieva la legna con un sacco in spalla.

Descrizioni letterarie del mese di novembre
Giornate novembrine (L. Barzini Jun)
In questi giorni d'autunno, solo la natura ha colori smaglianti, più festosi di quelli di primavera.
Le foglie delle viti e dei boschi vanno dal giallo canarino al rosso carabiniere, passando attraverso ogni sfumatura: l'oro grezzo, il bronzo nuovo, il cuoio vecchio, il pane. 

La gente in ogni villaggio, la mattina dei santi, quando ci sono passato, andava al cimitero a portare fiori. Avevano tutti l'abito buono. I giovani o quasi giovani vestiti come in città, i vecchi contadini ancora con il fazzoletto di seta bianca legato al collo, il cappello di feltro tondo con qualche buffetto, il sigaro toscano o la pipa tra i denti, la carnagione arrossata dal sole e dai buoni vini.

La gente andava a piedi, in motoretta, con le donne aggrappate al sellino posteriore, o in automobile. C'erano automobili a centinaia da tutte le parti, vecchie rabberciate e ridipinte, quasi nuove ben lucidate, e nuovissime appena uscite dal negozio. Si allineavano in bello ordine, all'ingresso del cimitero, dove il vigile, vestito a nuovo, faceva autorevoli segni. Le donne portavano grandi mazzi, tenuti stretti al petto come un bambino, per lo più crisantemi color d'oro, grandissimi, certamente molto più grandi di quelli che si usavano prima della guerra, rinchiusi in sacchi di plastica, perché non si sciupassero.
L'ordine era nelle cose ma anche nei sentimenti, nell'obbedienza ai precetti e alle tradizioni, nella pietà per i defunti.

Poesie sul mese di novembre
 Novembre (Diego Valeri)
Io son Novembre: i bovi
conduco all'aratura,
e nella terra scura
nascondo i semi d'or.
Cadon le foglie, i rovi
s'empion di bacche rosse,
s'empion rivi e fossi
e a me si stringe il cuor.

Novembre (A. Ferraresi)
La donnetta nello scialle
si rannicchia intirizzita,
piovon foglie e foglie gialle
sulla terra insonnolita.
Nubi fosche, nubi nere,
van pel cielo a stormi, a frotte,
calan rapide le sere,
scende rapida la notte


Mattinata novembrina (L. Magni)
Al posto del bel fiore
rosseggia l'uva spina;
e al posto del colore
biancheggia un fior di brina.
Lo scricciolo monello,
nell'aria frizzantina;
invita il suo ruscello
ad una cantatina.
Ma il ruscello è muto:
corre il silenzio e accoglie,
lento un cader di foglie.

Novembre
 (L. Fiorentini)
lo son Novembre e porto il pastrano,
passo sui solchi e vi semino il grano. 
Sul mondo stendo leggera la bruma;
sul focolare il ceppo già fuma.
Stacco le foglie a foreste e campagne,
reco in un cesto le buone castagne.
Vedo una bimba col roseo ditino
scriver sui vetri: L'inverno è vicino!

Novembre (Rosarlia Calleri)
Cadono giù le foglie. Sono stanche
hanno visto tant'acqua e tanto sole!
Sbocciate con le tenui viole,
cadono prima delle nevi bianche.
La loro vita dura una stagione,
cadono a sciami, a sciami frusciando;
i bimbi le sparpagliano passando
o le colgono per farsene corone.
Il vento fa con esse mulinello,
ed a qualcuno dà melanconia;
esse fan tutti gli anni questa via:
parton col brutto, tornano col bello.
Là, nella macchia, il vecchio boscaiolo
con un rastrello lieto le raduna:
saranno il letto per la mucca bruna,
saranno fiamma sotto il suo paiolo.

Novembre (R. M. Delogu)
E' Novembre nel giardino
quante foglie son cadute!
Resta verde solo il pino,
grigio è il cielo e freddo fa...
Poco dura la giornata
ed in casa star conviene,
chè l'allieta la fiammata
del camino acceso già.
Il dicembre s'avvicina
col passar d'un tempo breve,
e vedrem cader la neve...
e il Natale alfin verrà!

Novembre (Giovanni Pascoli)
Gémmea l’aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l’odorino amaro
senti nel cuore.
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile.
E’ l’estate, fredda, dei morti.

Parafrasi
L’aria è limpida e splendente come se fosse una gemma e il sole è così chiaro che tu cerchi gli albicocchi fioriti e hai l’impressione di sentire dentro di te l’odore amaro del biancospino.
Ma il rovo è secco, e i rami delle piante senza foglie tracciano un disegno nero nel cielo limpido e senza uccelli in volo. Il passo risuona sul terreno che, indurito dal gelo, sembra vuoto all’interno.
Tutto intorno c’è silenzio, e solo al soffio del vento si sente lontano dai giardini e dagli orti il rumore delle foglie secche che cadono dagli alberi e vengono calpestate. È l’estate di San Martino.

San Martino (Giosuè Carducci)
La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.

Parafrasi
La nebbia, dissolvendosi e lasciando il posto ad una leggera pioggerella, risale per le colline rese ispide dalle piante ormai prive di foglie e, spinto dal freddo vento di maestrale, il mare rumoreggia frangendosi sulla scogliera con imponenti onde bianche di spuma. Ma per le vie del paesello si propaga dai tini, dove fermenta il mosto, l’odore aspro del vino nuovo che allieta l'umore dei paesani del borgo. Nel frattempo sui ceppi che bruciano nel focolare scoppietta il grasso che cola dallo spiedo; e il cacciatore fischiettando se ne sta sulla porta a guardare stormi di uccelli che, in contrasto con le nubi rosseggianti per l'imbrunire, appaiono neri come quei cupi pensieri che volano via nella quiete del tramonto.

Proverbi sul mese di novembre
1.      Se di novembre non avrai arato tutto l’anno sarà tribolato.
2.      Se di novembre tuona, l’annata sarà buona.
3.       Novembre bagnato, in aprile fieno al prato.
4.       Novembre gelato, addio seminato.
5.       Novembre va in montagna e abbacchia la castagna.
6.       Per i Santi cappotto e guanti.
7.       Prima o dopo i morti la burrasca è alle porte.
8.       A Ognissanti, manicotto e guanti.
9.       A San Martino (11 novembre) ogni mosto è vino.
10.      A San Martino si lascia l’acqua e si beve il vino.
11.      Per San Martino cadon le foglie e si spilla il vino.
12.      Per San Martino si mangia la castagna e si beve il buon vino.
13.      Oca, castagna e vino per festeggiare San Martino.
14.      A San Martino si sposa la figlia del contadino.
15.      Da San Martino l’inverno è in cammino.
16.      L’estate di San Martino dura tre giorni e un pochino.
17.      Chi vuol far buon vino zappi e poti a san Martino.
18.      Per san Martino si spilla il botticino.
19.      Per San Renato (12 novembre) stura la botte anche il curato.
20.      Per San Frediano (18 novembre) si semina a piena mano.
21.      Per San Frediano la neve al monte e al piano.
22.      Per Santa Caterina (25 novembre), la neve alla collina.
23.      Per Santa Caterina la neve si avvicina.
24.      Per Santa Caterina (25 novembre) prepara la fascina.
25.      Per Sant'Andrea (30 novembre) ti levi da pranzo e ti metti a cena.




Tema
Il mese di novembre
Novembre è l’undicesimo mese dell’anno civile e conta 30 giorni.
Il nome novembre deriva da “novem”, cioè nove, perché era il nono mese dell’anno.
Novembre si trova nel cuore dell’autunno. Per questo le temperature diminuiscono, le piogge sono frequenti e a nord calano le prime nebbie, spesso molto intense. Nella prima quindicina del mese si assiste ad un fenomeno molto particolare: l’estate di San Martino, qualche giorno in cui il clima è più mite e caldo.
Novembre ha i colori dell’autunno: il rosso, il giallo, il marrone.
La natura è pronta per il lungo sonno invernale. In novembre ci sono due ricorrenze molto importanti: i Santi ed i Morti.
Di poesia sul mese mi è piaciuta “San Martino” di Giosuè Carducci perché riesco ad immaginare le scene descritte.
Novembre è un bel mese anche se è un po’ triste.

2 commenti:

  1. Ciao!
    Sono passata per vedere come sono andate le prime giornate di lavoro... Anche io pochi giorni fa ho iniziato l'ennesimo nuovo lavoro e sono in fase di assestamento :-)
    Ho letto nel post precedente che ci spono stati dei giorni tristi, e mi dispiace.
    In bocca al lupo per questa nuova fase delle vostre vite!
    Un abbraccio

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    Risposte
    1. Ciao, Autumn!
      Che carina! Per ora è stato solo un giorno, andato bene ma comunque piuttosto "frastornante". Grazie e in bocca al lupo anche a te!

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