Eccoci al penultimo mese dell'anno. Anche per novembre, ho preparato il materiale qui sotto per Margherita (classe IV). Abbiamo letto tutto insieme, ne abbiamo parlato, abbiamo riflettuto sui diversi spunti offerti da questo mese ricco di date significative e curiosità. Abbiamo ripreso il dettato preparato lo scorso anno da Papà Giorgio e riparlato della figura di San Martino e dell'estate di San Martino.
Tra le tante poesie dedicate a questo mese, ho inserito, per la prima volta, due opere più impegnative e "da grandi": "Novembre" di Giovanni Pascoli e "San Martino" di Giosuè Carducci. Per entrambe, è poi stato introdotto anche il concetto di parafrasi, così da spiegare e far entrare meglio la bambina nel pieno senso del testo.
Come sempre, la lettura di questo materiale ha poi ispirato un acquerello (rielaborando anche qualche spunto artistico trovato in rete).
Infine, il tema della bambina.
NOVEMBRE
Novembre è l’undicesimo
mese dell'anno civile e conta 30
giorni.
Il nome
Il
nome deriva dal latino “novem”,
cioè nove, perché era il nono mese del calendario
romano, che iniziava con il mese di marzo.
Caratteristiche
In campagna il colore dominante
è quello cupo e scuro degli alberi
ormai in gran parte senza foglie, che giacciono a terra: nutriranno e faranno da culla alla prossima primavera. La nebbia fa la sua prima massiccia comparsa
e qualche alta cima è già imbiancata.
C'è ancora qualche giornata
piacevolmente tiepida per godersi le passeggiate in collina, per assaporare i profumi del sottobosco prima che l'inverno
copra tutto con un mantello
di gelo.
In città la nebbia si confonde con il fumo delle macchine e dei camini:
il risultato è un paesaggio
ingrigito.
Il clima
Novembre è
un mese tipicamente autunnale, con temperature in diminuzione e precipitazioni
frequenti ed abbondanti.
A Novembre
il mare è ancora relativamente caldo, in quanto l’acqua conserva per lungo
tempo il calore accumulato nel periodo estivo, di conseguenza l’aria è ricca di
umidità; in generale siamo nel periodo il più piovoso dell’anno. Nella prima
parte del mese le precipitazioni sono particolarmente abbondanti e spesso
possono provocare dei danni: in Italia
le principiali alluvioni sono avvenute in questo periodo.
Le
temperature diminuiscono molto lentamente; anzi, molto spesso si verifica un
leggero rialzo delle temperature nella prima quindicina del mese, noto con il
nome di “estate di San Martino”.
A casa si
inizia a sentire il bisogno di accendere i riscaldamenti, soprattutto al nord;
per strada si esce sempre con soprabiti o giacche.
Sulle
pianure del nord iniziano anche le nebbie che rendono pericolosa la
circolazione delle autovetture nelle ore notturne e, a volte, anche di giorno.
Nella
seconda parte del mese le precipitazioni si fanno più frequenti, ma in genere
diminuiscono di intensità, in quanto l’aria è ormai fredda e quindi può
contenere poca umidità.
Al nord iniziano
a verificarsi le nevicate, soprattutto sui rilievi. La diminuzione delle
temperature si fa sempre più evidente e per strada si esce sempre con dei
giacconi pesanti.
Date significative di novembre
- 1 novembre: Ognissanti
- 2 novembre: Commemorazione dei defunti
- 11 novembre: San Martino
SANTI
E MORTI
Nei giorni 1 e 2 novembre, noi cattolici facciamo
memoria di tutti i santi del Paradiso e delle anime che stanno espiando i loro
peccati nel Purgatorio. Sono ricorrenze molto sentite dalla gente, che hanno
dato origine a numerose tradizioni locali, soprattutto legate al culto dei
defunti.
Il giorno dei santi, il 1° novembre, è festa di
precetto: tutti noi cattolici abbiamo l’obbligo di andare a Messa per onorare i
santi del Paradiso.
La maggior parte delle tradizioni riguarda invece
la Commemorazione dei Defunti, il 2 novembre.
La tradizione più importante e diffusa ovunque è
quella della visita ai cimiteri e della cura delle tombe, che vengono pulite ed
ornate di fiori freschi.
Nelle chiese vengono celebrate molte Messe a
suffragio dei defunti, soprattutto di quelli che non hanno più nessuno che
preghi per loro; nei cimiteri, il sacerdote passa in processione a benedire le
tombe.
Numerose sono, poi, le tradizioni gastronomiche
legate a questa ricorrenza.
Nell’Italia del nord questa è la stagione delle
zucche, che vengono preparate in vari modi e soprattutto consumate arrostite e
spesso vendute lungo le strade. Nell’Italia centrale il piatto dei morti sono
le fave nere (le note “fave dei morti”), prodotto di stagione il cui colore
nero ben si adatta alla ricorrenza dei defunti. In Toscana, nella zona tra
Firenze e Pisa, è tradizione preparare dei biscotti a forma di osso chiamati
“ossi di morto”, quasi ad esorcizzare la paura della morte.
In tutta Italia è diffuso il consumo di mele e
castagne, anch’esse di stagione, un tempo bollite ed usate dai bambini per
preparare simpatiche collane dette “sfilze”.
In molte parti d’Italia i giorni dei santi e dei
morti, anche in coincidenza con l’arrivo del freddo invernale, erano
l’occasione per numerose opere di carità verso i poveri. Per molte famiglie era
considerato un grande onore distribuire cibo ai bisognosi in queste giornate.
Una particolare curiosità climatica: di solito,
nella prima metà di novembre, ci sono alcuni giorni di clima sereno e
soleggiato: queste giornate vengono dette “estate fredda dei morti” oppure
“estate di san Martino”.
La leggenda di
San Martino (Mimì Menicucci)
San Martino
era un bel soldato, giovane e forte.
Se ne andava,
in un giorno di novembre, lungo una strada di campagna e si riparava dalla
pioggia con un pesante mantello che l’avvolgeva tutto.
“Che brutta
stagione!” disse guardandosi attorno.
Gli alberi
avevano perduto le loro foglie e alzavano i rami stecchiti e nudi verso il
cielo grigio, tutto uguale, che prometteva pioggia per chissà quanto tempo. Non
c’era un fiore nei prati; quella poca erba era tutta inzuppata d’acqua e in
mezzo vi saltavano le rane e facevano: “Gre, gre!”.
La strada era
deserta, tutti stavano riparati dentro le case.
Soltanto un
mendicante se ne stava seduto sopra un paracarro, al margine della strada e
tremava sotto la pioggia, cercando di ripararsi sotto pochi cenci che ormai
erano intrisi d’acqua e non servivano più a nulla.
“Poveretto!”
disse Martino, fermandosi davanti a lui. “Vorrei tanto aiutarti, ma i soldati
sono poveri e ti dico la verità: in tasca non ho neppure una moneta per farti
bere qualcosa che ti scaldi”.
“Non importa”
rispose il poveretto rannicchiato sotto l’acqua. “Mi hai detto una buona
parola. Anche questa è carità. Non capita spesso…”
“Aspetta!”
disse ad un tratto Martino “Qualcosa ce l’ho”.
Trasse la
spada e tagliò il mantello in due parti.
“Ecco qua”
disse contento “Mezzo per uno e staremo abbastanza caldi tutti e due”. Posò il
mantello sulle spalle del vecchio che lo guardava con riconoscenza e proseguì
lietamente il suo cammino.
Poco dopo
incontrò un altro mendicante, anche questi lacero e tremante sotto la pioggia
gelida che veniva giù.
“Quanti poveri
ci sono al mondo!” disse fra sè Martino e la sua bella contentezza era svanita.
Lo spettacolo della miseria gli aveva rattristato il cuore. Senza neppure
pensarci su un momento, si tolse la metà del mantello che si era gettato sulle
spalle e lo regalò al mendicante.
Martino
camminava e pregava Dio per la povera gente e si sentiva il cuore pieno di
amore e di pietà. Era così assorto nei suoi pensieri che non si era neppure
accorto che aveva smesso di piovere.
Guardandosi
attorno pensò di sognare. Il cielo si era schiarito e le pozzanghere erano
piene di riflessi azzurri. All’orizzonte era apparso un bellissimo arcobaleno e
il sole era caldo e luminoso. Le siepi erano tutte fiorite e gli uccellini,
sugli alberi, cantavano lietamente. Non pareva più autunno, ma la dolce e
tiepida primavera.
Dio aveva voluto ricompensare l’atto generoso di Martino e gli aveva mandato un segno della sua benevolenza.
Dio aveva voluto ricompensare l’atto generoso di Martino e gli aveva mandato un segno della sua benevolenza.
Da allora, nel
pieno dell’autunno, c’è sempre qualche giornata tiepida, il sole splende e i
rami spogli provano anche a mettere qualche gemma. Gli uomini dicono che quella
è l’estate di San Martino che il cielo, ogni anno, manda sulla terra per
ricordare l’atto pietoso del Santo che regalò il suo mantello ai poveri.
L’estate
di San Martino
L'estate di san Martino è il nome con cui viene indicato un eventuale
periodo autunnale in cui, dopo le prime gelate,
si verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore. Un ritorno
di bel tempo, di caldo, d'asciutto e di sereno, che fa pensare davvero
all'estate.
L'Estate di San Martino è legata alla leggenda del Santo -festeggiato
l'11 novembre- che
divise in due un mantello per coprire un povero mendicante nudo e freddoloso.
Il Signore "ricompensò" il Santo inviando un clima mite e temperato
quando oramai esso volgeva al freddo dell'Inverno incipiente.
Una
spiegazione di questo miglioramento del tempo nella seconda decade di Novembre,
potrebbe essere nell'andamento tipico stagionale di questo mese, velocemente
proiettato verso il clima invernale, ma che presenta anche dei tipici
"ripensamenti" di tempo più mite, in un'alternanza caratteristica
delle stagioni intermedie.
Guardando
al tempo meteorologico degli ultimi decenni, l'Estate di San Martino sembra
essere qualcosa di più di un detto popolare ma presenta un fondo di verità che
emerge chiaramente dalla media delle temperature.
Durante l'estate di San Martino venivano rinnovati
i contratti agricoli annuali; da qui deriva il detto “fare San Martino”, cioè traslocare.
Tradizionalmente durante questi giorni si aprono le
botti per il primo assaggio del vino nuovo, che solitamente viene abbinato
alle castagne.
Curiosità
- Il fiore del mese è il crisantemo.
- La pietra del mese è il topazio.
- Nelle rappresentazioni medioevali novembre era raffigurato come una
giovane fanciulla che raccoglieva la legna con un sacco in spalla.
Descrizioni
letterarie del mese di novembre
Giornate novembrine (L.
Barzini Jun)
In questi giorni d'autunno, solo la natura
ha colori smaglianti, più festosi di quelli di primavera.
Le foglie delle viti e dei boschi vanno
dal giallo canarino al rosso carabiniere, passando attraverso ogni sfumatura:
l'oro grezzo, il bronzo nuovo, il cuoio vecchio, il pane.
La gente in ogni villaggio, la mattina dei
santi, quando ci sono passato, andava al cimitero a portare fiori. Avevano
tutti l'abito buono. I giovani o quasi giovani vestiti come in città, i vecchi
contadini ancora con il fazzoletto di seta bianca legato al collo, il cappello
di feltro tondo con qualche buffetto, il sigaro toscano o la pipa tra i denti,
la carnagione arrossata dal sole e dai buoni vini.
La gente andava a piedi, in motoretta, con le donne aggrappate al sellino
posteriore, o in automobile. C'erano automobili a centinaia da tutte le parti,
vecchie rabberciate e ridipinte, quasi nuove ben lucidate, e nuovissime appena
uscite dal negozio. Si allineavano in bello ordine,
all'ingresso del cimitero, dove il vigile, vestito a nuovo, faceva autorevoli
segni. Le donne portavano grandi mazzi, tenuti stretti al petto come un
bambino, per lo più crisantemi color d'oro, grandissimi, certamente molto più
grandi di quelli che si usavano prima della guerra, rinchiusi in sacchi di
plastica, perché non si sciupassero.
L'ordine era nelle cose ma anche nei
sentimenti, nell'obbedienza ai precetti e alle tradizioni, nella pietà per i
defunti.
Poesie sul mese di novembre
Novembre (Diego Valeri)
Io son
Novembre: i bovi
conduco all'aratura,
e nella terra scura
nascondo i semi d'or.
Cadon le foglie, i rovi
s'empion di bacche rosse,
s'empion rivi e fossi
e a me si stringe il cuor.
conduco all'aratura,
e nella terra scura
nascondo i semi d'or.
Cadon le foglie, i rovi
s'empion di bacche rosse,
s'empion rivi e fossi
e a me si stringe il cuor.
Novembre (A. Ferraresi)
La donnetta nello scialle
si rannicchia intirizzita,
piovon foglie e foglie gialle
sulla terra insonnolita.
Nubi fosche, nubi nere,
van pel cielo a stormi, a frotte,
calan rapide le sere,
scende rapida la notte
Mattinata novembrina (L. Magni)
Al posto del bel fiore
rosseggia l'uva spina;
e al posto del colore
biancheggia un fior di brina.
Lo scricciolo monello,
nell'aria frizzantina;
invita il suo ruscello
ad una cantatina.
Ma il ruscello è muto:
corre il silenzio e accoglie,
lento un cader di foglie.
Novembre (L. Fiorentini)
lo son Novembre e porto il pastrano,
passo sui solchi e vi semino il grano.
Sul mondo stendo leggera la bruma;
sul focolare il ceppo già fuma.
Stacco le foglie a foreste e campagne,
reco in un cesto le buone castagne.
Vedo una bimba col roseo ditino
scriver sui vetri: L'inverno è vicino!
Novembre (Rosarlia Calleri)
Cadono giù le foglie. Sono stanche
hanno visto tant'acqua e tanto
sole!
Sbocciate con le tenui viole,
cadono prima delle nevi bianche.
La loro vita dura una stagione,
cadono a sciami, a sciami frusciando;
i bimbi le sparpagliano passando
o le colgono per farsene corone.
Il vento fa con esse mulinello,
ed a qualcuno dà melanconia;
esse fan tutti gli anni questa
via:
parton col brutto, tornano col
bello.
Là, nella macchia, il vecchio
boscaiolo
con un rastrello lieto le raduna:
saranno il letto per la mucca
bruna,
saranno fiamma sotto il suo
paiolo.
Novembre (R. M. Delogu)
E' Novembre nel giardino
quante foglie son cadute!
Resta verde solo il pino,
grigio è il cielo e freddo fa...
Poco dura la giornata
ed in casa star conviene,
chè l'allieta la fiammata
del camino acceso già.
Il dicembre s'avvicina
col passar d'un tempo breve,
e vedrem cader la neve...
e il Natale alfin verrà!
Novembre (Giovanni Pascoli)
Gémmea
l’aria, il sole così chiaro
che
tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e
del prunalbo l’odorino amaro
senti
nel cuore.
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
Silenzio,
intorno: solo, alle ventate,
odi lontano da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile.
odi lontano da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile.
E’
l’estate, fredda, dei morti.
Parafrasi
L’aria
è limpida e splendente come se fosse una gemma e il sole è così chiaro che tu
cerchi gli albicocchi fioriti e hai l’impressione di sentire dentro di te l’odore
amaro del biancospino.
Ma il rovo è secco, e i rami
delle piante senza foglie tracciano un disegno nero nel cielo limpido e senza
uccelli in volo. Il passo risuona sul terreno che, indurito dal gelo, sembra
vuoto all’interno.
Tutto intorno c’è silenzio, e
solo al soffio del vento si sente lontano dai giardini e dagli orti il rumore
delle foglie secche che cadono dagli alberi e vengono calpestate. È l’estate di
San Martino.
San Martino (Giosuè Carducci)
La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.
Parafrasi
La nebbia, dissolvendosi e
lasciando il posto ad una leggera pioggerella, risale per le colline rese
ispide dalle piante ormai prive di foglie e, spinto dal freddo vento di maestrale, il mare rumoreggia
frangendosi sulla scogliera con imponenti onde bianche di spuma. Ma per le vie
del paesello si propaga dai tini, dove fermenta il mosto, l’odore aspro del vino nuovo
che allieta l'umore dei paesani del borgo. Nel frattempo sui ceppi che bruciano
nel focolare scoppietta il grasso che cola dallo spiedo; e il cacciatore fischiettando
se ne sta sulla porta a guardare stormi di uccelli che, in contrasto con le
nubi rosseggianti per l'imbrunire, appaiono neri come quei cupi pensieri che volano
via nella quiete del tramonto.
Proverbi sul
mese di novembre
1. Se di novembre non avrai arato tutto l’anno
sarà tribolato.
2. Se di novembre tuona, l’annata sarà buona.
3. Novembre bagnato, in aprile fieno al prato.
4. Novembre gelato, addio seminato.
5. Novembre va in montagna e abbacchia la
castagna.
6. Per i Santi cappotto e guanti.
7. Prima o dopo i morti la
burrasca è alle porte.
8. A Ognissanti, manicotto e guanti.
9. A San Martino (11 novembre) ogni mosto è
vino.
10. A San
Martino si lascia l’acqua e si beve il vino.
11. Per San
Martino cadon le foglie e si spilla il vino.
12. Per San
Martino si mangia la castagna e si beve il buon vino.
13. Oca,
castagna e vino per festeggiare San Martino.
14. A San
Martino si sposa la figlia del contadino.
15. Da San
Martino l’inverno è in cammino.
16. L’estate di
San Martino dura tre giorni e un pochino.
17. Chi vuol far buon vino zappi e poti a san Martino.
18. Per san Martino si spilla il botticino.
19. Per
San Renato (12 novembre) stura la botte anche il curato.
20. Per
San Frediano (18 novembre) si semina a piena mano.
21. Per
San Frediano la neve al monte e al piano.
22. Per Santa
Caterina (25 novembre), la neve alla collina.
23. Per Santa
Caterina la neve si avvicina.
24. Per Santa
Caterina (25 novembre) prepara la fascina.
25. Per
Sant'Andrea (30 novembre) ti levi da pranzo e ti metti a cena.
Tema
Il mese di novembre
Novembre è l’undicesimo mese dell’anno civile e conta 30
giorni.
Il nome novembre deriva da “novem”, cioè nove, perché era il
nono mese dell’anno.
Novembre si trova nel cuore dell’autunno. Per questo le
temperature diminuiscono, le piogge sono frequenti e a nord calano le prime
nebbie, spesso molto intense. Nella prima quindicina del mese si assiste ad un
fenomeno molto particolare: l’estate di San Martino, qualche giorno in cui il
clima è più mite e caldo.
Novembre ha i colori dell’autunno: il rosso, il giallo, il marrone.
La natura è pronta per il lungo sonno invernale. In novembre
ci sono due ricorrenze molto importanti: i Santi ed i Morti.
Di poesia sul mese mi è piaciuta “San Martino” di Giosuè
Carducci perché riesco ad immaginare le scene descritte.
Novembre è un bel mese anche se è un po’ triste.
Ciao!
RispondiEliminaSono passata per vedere come sono andate le prime giornate di lavoro... Anche io pochi giorni fa ho iniziato l'ennesimo nuovo lavoro e sono in fase di assestamento :-)
Ho letto nel post precedente che ci spono stati dei giorni tristi, e mi dispiace.
In bocca al lupo per questa nuova fase delle vostre vite!
Un abbraccio
Ciao, Autumn!
EliminaChe carina! Per ora è stato solo un giorno, andato bene ma comunque piuttosto "frastornante". Grazie e in bocca al lupo anche a te!