Una delle principali perplessità contro il fare scuola familiare riguarda, generalmente, la socializzazione.
La maggior parte delle persone si stupisce e storce il naso al pensiero di poveri bambini tristi ed isolati dal mondo, tagliati fuori dalla cosiddetta "normalità" quindi, per forza, spaesati, musoni, viziati, a-sociali.
Tralasciando un discorso più ampio e generale, io posso portare la nostra testimonianza.
I miei figli, vivendo in una famiglia numerosa, non sono mai soli.
Il contesto di una famiglia numerosa è, in sé, molto particolare. La nostra, poi, con tutti i bambini così vicini d’età, costituisce proprio una “palestra di vita” in cui, necessariamente, ci si incontra-scontra quotidianamente con individui diversi da sé, che non si sono scelti, ma trovati. E con i quali dover fare i conti e mediare sempre e comunque, senza grandi possibilità di evitamento. Avere tanti fratelli è un’immensa opportunità, ma anche una certa fatica, perché significa dover dividere e con-dividere spazio, tempo, coccole, attenzioni, oltre che giocattoli ed oggetti materiali. Quindi, se non c’è rispetto, non si va da nessuna parte. Tutto ciò non esclude l’imparare a relazionarsi anche verso l’esterno. In questo, siamo abbastanza attenti: le occasioni di socializzazione non mancano, che sia il corso di danza, la festa di compleanno, l’uscita e/o invito con amici con figli bambini, la biblioteca, e quant’altro possa farli stare in mezzo agli altri.
Ieri, ad esempio, al mattino abbiamo fatto un giro in centro: sabato mattina, tanti bambini a giocare e rincorrersi per la piazza, ed i miei tra loro.
Nel pomeriggio, il nostro comune organizzava una "maratona di lettura" per adulti e piccini, tra cui un paio d'ore dedicate proprio a bambini tra i 4 ed i 9 anni d'età. Le tre bambine più grandi mi hanno chiesto di partecipare, quindi le ho accompagnate volentieri. Ed è stata un'esperienza davvero bella. Loro, come al solito, si sono comportate bene. Composte, educate e partecipi, ognuna a modo proprio: Margherita rispondendo a tema, se "interrogata", in maniera precisa e puntuale; Camilla -più timida- senza parlare più di tanto, ma prestando grande attenzione alle storie, tanto da ri-mimarle appena dopo; Mariangela, più piccola ed esuberante, continuando a parlare, raccontare di sè e di tutta la famiglia, di tante cose fatte o viste, di altre fiabe, cartoni ed esperienze... ma tutte, comunque, interagendo senza problemi con gli altri bambini e con gli adulti narratori.
Ed oggi, siamo appena tornati dal Carnevale dei bambini, in un paesino vicino al nostro. Anche lì, taaaanti bimbi, tanti incontri, tante opportunità.
|
Ecco come usciamo a piedi, negli ultimi giorni, quando la situazione è un po' caotica o affollata: corda da passeggio, una maniglia fiorita per uno...! |