Qualche giorno fa Margherita (7 anni e mezzo, classe III), riflettendo su parte del lavoro svolto quest'anno sui vari tipi di testo e sulla stagione attuale, mi ha chiesto: "Mamma, ho inventato una leggenda sul bucaneve, posso scriverla?".
Le nostre attività didattiche partono spesso così, da una piccola scintilla in uno dei bambini. Queste scintille sono sempre il motore primo e più fruttuoso di apprendimento.
Prima di dedicarsi alla "stesura definitiva" della sua leggenda, la bimba ha voluto vedere alcune immagini del fiore, in modo da risultare il più precisa possibile nella sua descrizione.
Poi ha digitato il testo al pc (utile esercizio di informatica e lingua italiana al tempo stesso), e quindi lo ha trascritto a penna sul suo quadernone.
Eccola qui, la leggenda del bucaneve inventata dalla mia primogenita:
La leggenda del bucaneve (Margherita)
Era inverno e la neve scendeva
soffice e leggera.
Tutti gli
uccellini erano migrati verso paesi più caldi; solo uno era rimasto lì,
perché non sapeva volare.
L’ Inverno ebbe compassione di esso e gli disse: “Vieni a casa mia vicino
al fuoco”.
L’uccellino
andò da lui, entrò in casa sua vicino al fuoco e mangiò una gustosa
zuppa d’ orzo e poi andò a letto.
Il mattino dopo
l’uccellino, quando si svegliò, per
ringraziare l’Inverno della sua generosità, gli regalò un seme da piantare in
terra. Egli lo piantò, e dopo qualche giorno, in mezzo alla neve, nacque un fiorellino candido screziato di
lilla che l’Inverno chiamò “Bucaneve”.
Ancora oggi d’inverno cresce quel delicatissimo
fiore: il bucaneve.
Il racconto di Margherita ci ha poi spinti a cercare se già esistesse una leggenda su questo delicato fiore. Abbiamo trovato questa, così dolce ed appassionante, che le bimbe hanno voluto subito illustrarla.
LA LEGGENDA DEL BUCANEVE
Narra la leggenda che tanti e tanti
anni fa, al ritorno dall’ennesimo viaggio sulla terra, il giovane principe
Bucaneve udì una fanciulla cantare e, di quel canto, si innamorò perdutamente.
Arrivato nel Paese dell'Inverno,
chiese a Re Gelo, suo padre, il permesso di sposarla ma questi, brontolando
cupi presagi, rispose che il loro amore non aveva speranza perché la fanciulla
era la principessa Primavera e abitava la regione dei venti e dei fiori mentre
lui, Bucaneve, era il principe delle nebbie e del gelo...
“Scordati, figlio mio,
questa pazzia!” tuonò cupamente Re Gelo.
Passò, così, un altro inverno lungo e silenzioso, ma il cuore di
Bucaneve, abitato dalle brume del mattino, non riusciva proprio a dimenticare
così, alle prime avvisaglie della nuova stagione, il giovane principe decise di
attardare un po' il suo ritorno.
Lungo il sentiero ancora impreziosito da luminosi cristalli di
ghiaccio, attese l'arrivo di Primavera... e lei arrivò, leggera, accompagnata
da un canto gioioso.
Bucaneve, nascosto tra i cespugli, riconobbe l’Amore.
Il capo inghirlandato da piccoli fiori, la sottile veste di
aliti di vento, i ridenti occhi di azzurro marzolino... la bella principessa
incantò per sempre il giovane principe.
Da lontano, il richiamo di Re Gelo
giunse cupo, come brontolio di tuono, per ricordargli che doveva affrettarsi a
rientrare nel Paese dell'Inverno... ma Bucaneve non lo ascoltò e continuò a
perdersi negli occhi di Primavera che, a piccoli passi, si avvicinava danzando.
Giunta accanto al cespuglio, un
brivido increspò le braccia nude. Poi, incerta, guardò intorno e... finalmente
lo vide.
Avvolto nel mantello di candida neve, la corona scintillante di
brina, fiera sul capo, la spada di ghiaccio, splendete al fianco e due
meravigliosi occhi cerulei e inquieti come la tormenta... il giovane rapì per
sempre il cuore della principessa.
Intorno, come richiamato da un evento magico e misterioso, tutto
tacque e il mondo si incantò negli occhi dei due innamorati.
Per non ferire a morte il Signore dell'Inverno, il sole nascose
i suoi raggi dietro le nuvole e il gelido vento, che seguiva sempre Bucaneve,
per non assiderare Primavera, andò a fare mulinelli più lontano.
Allora il principe avvolse nel
soffice mantello la fanciulla e si tennero stretti a lungo, giurandosi eterno
amore.
Quando il sole fece nuovamente capolino tra le nuvole, Bucaneve
baciò Primavera e "Non temere"
le disse "perché alla fine di
ogni inverno tarderò di un giorno il mio ritorno nel Paese del Gelo e quando
arriverai io sarò qui ad aspettarti". Poi, rapito per sempre dal
vento di tormenta che lo nascose, svanì tra le nebbie...
E lei, rimasta sola, chinò il capo e pianse. Ma quando una
lacrima toccò il terreno, tra le impronte di neve lasciate dall'amato spuntò un
piccolo fiore bianco, dai petali delicati, che Primavera raccolse e strinse al
petto, nuovamente felice...
- Mossi dall'interesse per questo fiore così particolare, abbiamo poi proseguito sulla via dell'approfondimento, con un testo ricavato da qui e semplificato, punto di partenza per rispondere ad alcune domande.
IL BUCANEVE
Il nome scientifico del bucaneve è ‘Galanthus nivalis’ (dal greco
‘gala’=‘latte’ e ‘anthos’=‘fiore’, mentre l’aggettivo latino ‘nivalis’ significa
‘come la neve’).
La fioritura del piccolo bucaneve bianco segnala per
tradizione l'inizio precoce della primavera, in anticipo rispetto al 21 marzo.
Per questo suo sbocciare quando il clima è ancora
freddo, il bucaneve è il simbolo della speranza e della consolazione, del
passaggio dal dolore a un nuovo inizio. Questo fiore, infatti, spinge le sue foglie
attraverso il suolo ghiacciato dalla neve, diffondendo poi un dolce profumo
simile a quello del miele appena la temperatura si scalda.
Dalla tradizione della religione cristiana derivano
diversi soprannomi popolari del bucaneve come ‘campana della Candelora’, ‘fiore
della purificazione’ o ‘fiore della Chiesa’.
Gli altari delle Chiese sono addobbati con i bucaneve
il 2 febbraio, giorno della Candelora. Per questo motivo, oltre che per il
colore del fiore, il bucaneve è considerato simbolo di purezza e virtù , ed è
adatto anche a una sposa o a una cerimonia nuziale. Secondo una credenza popolare indossarne uno induceva a pensare onestamente.
Molte antiche leggende popolari sull’origine biblica
del bucaneve tramandano che sia diventato simbolo di speranza nel momento in
cui sbocciò davanti ad Adamo ed Eva per confortarli quando furono cacciati dal paradiso
terrestre. Nella leggenda cristiana,
dopo la cacciata, Adamo ed Eva si ritrovarono in una buia terra inospitale,
fredda e innevata per via dell’inverno, ma un Angelo li consolò promettendo che
pure lì sarebbe arrivata la primavera e, come segnale, soffiò su alcuni fiocchi
di neve che stava scendendo e che, una volta giunti al suolo, si trasformarono
in bucaneve. Così nacque la speranza nell’arrivo di tempi migliori.
Una leggenda tedesca narra che Dio, completando la
Creazione della Terra, chiese alla neve di scendere sui fiori per colorarsi un
po’, ma tutti questi rifiutarono, eccetto il bucaneve. Così, da allora, per
ricompensare il bucaneve, la neve lo lascia fiorire ogni anno prima che inizi la
primavera.
Secondo una leggenda della Moldavia, un giorno la
primavera – che era una bella donna – si tagliò un dito: alcune gocce di sangue
cadute sciolsero la neve e lì crebbe un bucaneve; così arrivò la bella stagione
e risolse la lite con la strega d'inverno che non voleva lasciarle il posto.
Il bucaneve è stato anche considerato una pianta di cattivo auspicio, un
presagio di morte per la sua forma a campana inarcata verso il basso che
sboccia ambiguamente nel passaggio tra due stagioni.
A livello farmacologico, dai bulbi di bucaneve si
estrae la galantamina, una sostanza utilizzata nella terapia di
diversi tipi di malattie neuromuscolari e del sistema nervoso centrale.
Rispondi alle domande
1 – Cosa significa letteralmente la parola “bucaneve”?
2 – Cosa simboleggia il bucaneve? Perché?
3 – Tra le varie leggende sul bucaneve, qual è la tua
preferita? Perché?
- Sul sempre fornitissimo filastrocche.it, abbiamo trovato anche questa graziosa poesia sul bucaneve, che abbiamo usato come dettato:
Il bucaneve
I fiori giacciono sotto la neve,
che tutto copre gelida e greve.
Ma un fiorellino vorrebbe uscire,
picchia là sotto, comincia a dire:
“Apriti, apriti, porta di gelo,
ti prego schiuditi, ch’io veda il cielo!”
Dice la neve: “Ma non si può,
chiusa è la porta, non s’apre, no.”
Ribatte il fiore: “Non è permesso?
Ma voglio vincerla, esco lo stesso”.
Continua a spingere, sebben piccino,
si schiude intrepido un forellino.
Esce all’aperto, canta vittoria,
si culla e dondola con dolce gloria.
Bimbi, coglietelo: è il bucaneve,
fatto a campanula, candido e lieve,
fra tanta gelida malinconia
il fiore piccolo mette allegria.
che tutto copre gelida e greve.
Ma un fiorellino vorrebbe uscire,
picchia là sotto, comincia a dire:
“Apriti, apriti, porta di gelo,
ti prego schiuditi, ch’io veda il cielo!”
Dice la neve: “Ma non si può,
chiusa è la porta, non s’apre, no.”
Ribatte il fiore: “Non è permesso?
Ma voglio vincerla, esco lo stesso”.
Continua a spingere, sebben piccino,
si schiude intrepido un forellino.
Esce all’aperto, canta vittoria,
si culla e dondola con dolce gloria.
Bimbi, coglietelo: è il bucaneve,
fatto a campanula, candido e lieve,
fra tanta gelida malinconia
il fiore piccolo mette allegria.
- Infine, perchè no? Abbiamo anche ascoltato "Bucaneve" di Eros Ramazzotti...
Nel prossimo post, un altro po' di "didattica invernale"...
Nel prossimo post, un altro po' di "didattica invernale"...
Grazie di essere passata da me, ricambio volentieri la visita, a presto, Ely.
RispondiEliminaGrazie a te! Buona giornata!
EliminaAnch'io sto cercando le leggende legate ai fiori! Mi piace questo spunto. Ciao
RispondiEliminaCiao, Daniela! Mi fa piacere poterti essere utile. Se ti può servire, avevamo lavorato anche sulla margherita. Una leggenda sulla margherita: http://bimbifeliciacasa.blogspot.it/2012/04/leggenda-come-nacque-la-margherita.html Qui, invece, parte del nostro percorso interdisciplinare: http://bimbifeliciacasa.blogspot.it/2012/04/margherite-percorso-interdisciplinare.html
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