Un paio di settimane fa io ed i bambini abbiamo messo in atto un progetto che coltivavamo già da un bel po': un viaggetto autunnale alla scoperta di due regioni italiane che ancora non avevamo visitato: il Piemonte e la Valle d'Aosta.
Il tutto, integrato nello studio delle regioni italiane da parte di Camilla e Mariangela ma anche, quasi per caso, partito dalla visione e dalla passione per una serie televisiva e per un film.
Come sempre, l'idea di integrare lo studio in ciò che appassiona e nella vita reale ci piace tantissimo: così, un po' per volta, il sogno si è fatto progetto, la vicinanza tra loro delle due regioni ci ha fatto decidere di poter unire le visite in un quadro di generale conoscenza delle loro bellezze e della loro cultura, i preparativi sono iniziati, lo studio delle due regioni si è sviluppato tra teoria e pratica, in quella concezione di "geografia attiva" che stiamo cercando di mettere il più possibile in pratica.
Abbiamo quindi scelto un weekend lungo, tra il venerdì e la domenica, dei primi giorni di ottobre e, mamma, 5 bimbi/ragazzini e gatto, caricata l'auto, siamo partiti all'alba.
Già durante il viaggio l'emozione e l'entusiasmo erano palpabili: ognuno dei miei "studenti" aveva aspettative ben mirate per la nostra vacanzina.
Per tempi ristretti, ritmi dei bambini e una giornata di parziale maltempo, non abbiamo potuto visitare tutto quello che avremmo voluto: ma in 3 giorni e 1200 km la strada fatta è stata tanta, in tutti i sensi.
Come sempre, ognuno di noi ha vissuto in modo proprio e originale l'esperienza: a Camilla è piaciuto tanto il "Castello di Rivombrosa", soprattutto l'esterno con i giardini; Giovanni e Tommaso, un po' piccoli e ancora non maturi per apprezzare le bellezze storico-artistiche e le visite guidate, hanno vissuto momenti di pura gioia ed esaltazione nei luoghi dei loro supereroi; Margherita si è gustata le meraviglie artistiche ed architettoniche, ascoltava con interesse e curiosità le spiegazioni delle guide, tanto che, spesso, si è lamentata di spiegazioni troppo superficiali per la sua voglia di capire e conoscere; Mariangela, avendo appena studiato le due regioni, è stata sempre pienamente "sul pezzo" e si è continuamente entusiasmata per ogni minimo dettaglio: dai cartelli stradali con su scritto "Regione Piemonte", "Torino", "Traforo del Frejus", "Passo del Piccolo San Bernardo", alla vista della Dora Baltea e del Po, a tutti i monumenti che aveva studiato, alla semplice vista, nelle vetrine, dei prodotti alimentari tipici dei luoghi.
Ed ora, se volete, vi "portiamo in viaggio con noi", prima con tante foto scattate, poi attraverso i temi dei bambini
Il nostro appartamentino, in un bed&breakkfast nel cuore del paesino.
I 4 blocchi di ascensori panoramici, che portano fin su.
Discesa a piedi, tra panorami mozzafiato, ponti massicci e tetti dalle tipiche tegole
Visita a Bard, uno dei piccoli borghi più belli d'Italia.
Ed eccoci alla mostra sugli Avengers, piena di pezzi originali, costumi e scene del backstage del film.
Ed ora... la parola ai giovani turisti!
Margherita
Tema
UN ULTIMO
ADDIO ALLE VACANZE ESTIVE
Io da
sempre desidero viaggiare.
Mi
affascinano le varie culture d’Europa e in generale del mondo, le loro cucine, i costumi, le usanze, i riti
celebrativi, le città e in particolare le loro lingue.
Forse
è proprio per questo che mi piacciono le lingue, in particolare l’Inglese, una
lingua che studio con grande piacere.
Mi
piacerebbe fondermi con la cultura del luogo che visito, imparare la loro
lingua e parlarla insieme a loro, visitare le città e i monumenti che esse
ospitano, o godermi semplicemente una splendida natura.
Vorrei
visitare l’America, l’Europa, ma in primis la nostra bella Italia.
Proprio
per questo, insieme al fatto che le mie sorelle stanno studiando le regioni
d’Italia e noi tutti sentiamo ancora un po’ nostalgia della nostra calda
estate, proprio per queste ragioni, dicevo, abbiamo deciso di fare un’ultima,
piccola vacanza prima che il tempo si “rompesse” definitivamente e sovvenisse
il freddo.
Le
nostre mete sono state quindi Piemonte e Valle d’Aosta.
Così,
preparati i bagagli e sistemate alcune faccende che ci erano d’impedimento, il
7 ottobre abbiamo deciso di partire.
Ci
siamo svegliati presto, alle cinque e mezza di mattina circa, e verso la sei e
mezza siamo partiti.
E’
stato emozionante, in macchina, viaggiare per circa un’ora nel buio setoso
dell’alba e vedere poi la luce spandersi lentamente da sopra una coltre di
nuvole pallide, fino a diventare quella definitiva di una giornata di metà
autunno.
Con
noi è venuto anche il nostra gatto, Pepe, perché non ce la sentivamo di
lasciarlo a casa da solo per tre giorni, cioè la durata che avevamo prefissato
per la nostra lunga gita.
Come sede
fissa avevamo scelto il piccolo borgo di Agliè, un paesino di soli 2.646
abitanti, nel Canavese, in Piemonte, nella provincia di Torino.
Al
nostro arrivo, Agliè si è presentato come un borgo molto grazioso, con tante
piccole botteghe sotto i portici a volta, alcune strade acciottolate, il
profilo dolcemente ondulato delle colline a fare da sfondo e il famoso Castello
Ducale di Agliè.
Il Bed&Breakfast
in cui avremmo alloggiato per due notti si trovava a pochi metri da Piazza
Castello, sulla quale si affaccia appunto il retro del Castello.
Ci
avevano messo a disposizione un piccolo appartamento, fornito di due camere da
letto, un salottino e un bagno.
La
colazione ce l’avrebbero servita nel bar accanto.
Quel
pomeriggio, disfatte in parte le valigie, abbiamo deciso di visitare la prima
tappa del nostro percorso: il Castello di Agliè.
Esso
è molto ben conservato, e conosciuto soprattutto per la celebre fiction “Elisa
di Rivombrosa” che è stata girata dal 2003 fino al 2007 nei suoi interni e in
quelli di molti altri castelli di cui il Canavese è costellato, oltre che in
alcune parti del borgo di Agliè.
Quando
si entra nel vasto parco che lo circonda, sembra quasi di entrare in una fiaba.
La
facciata che dà sulla strada, con le sue due torri asimmetriche, l’ampia scalinata
che degrada davanti ad esso (ambiente in cui soni state girate alcune fra le più
belle scene della fiction televisiva) e il lampadario che si intravede, fra
pendoli di cristallo illuminati, dalla finestra centrale del sontuoso edificio,
lo rendono davvero incantevole.
Nei
giardini, davanti, c’è una fontana rotonda e tante altre a costellare il vasto
terreno, sentieri pittoreschi per lo spiazzo boscoso che ora sale e ora scende
e il fiabesco labirinto, di foggia tutt’altro che comune, con morbide forme
geometriche ritagliate in cespugli, al centro delle quali traboccano fiori
rossi a dare una nota di vivacità, ma che purtroppo abbiamo visto sfioriti a
causa della stagione autunnale.
Io
personalmente ho adorato la facciata laterale ricoperta d’edera, che si
intrecciava intorno alle finestre e creava uno spettacolo pittoresco e suggestivo.
Dopo
la visita dei giardini, ci hanno fatto fare la visita guidata degli interni.
La
guida ci ha mostrato la sala da ballo, la biblioteca, la sala da gioco con il
tavolo da biliardo originale, la sala cinese nella quale sono conservati
oggetti di fattura orientale, la
galleria d’arte nella quale sono contenuti i busti degli avi dei Savoia, il
piccolo teatro privato, che poteva contenere al massimo una quarantina di
persone e tante altre stanze.
A me
sono piaciuti particolarmente il Salotto Giallo, il Salotto Blu, la sala da
gioco e gli esterni.
Il
Salotto Giallo aveva tappezzerie dipinte di un bel giallo, a motivi eleganti e
flessuosi, e al centro di un ghirigoro argentato sapientemente disegnato, erano
posizionate quelle che oggi chiamiamo “paillettes” ma che una volta erano
schegge arrotondate di un materiale che, applicato sui muri, al bagliore del
sole riluceva creando magici sfarfallii di luce.
Il
Salotto Blu invece aveva tappezzerie blu cobalto, un bel blu vivace ma intenso,
trapuntato di piccole stelle.
Inoltre,
mi ha molto meravigliato sapere che i tendaggi di seta che adombravano le
finestre erano perlopiù originali, e quindi appesi a quelle vetrate del 1600!
Questo
nella parte alta, quella riservata ai nobili.
Ci
hanno poi mostrato le cucine, ai piani più bassi, da poco restaurate.
C’era
la cucina per le carni, quella per le verdure e quella per i dolci.
Ci
hanno spiegato che in uno stesso pasto si potevano consumare anche quattordici
portate di carne, l’una differente dall’altra!
Ho quindi
capito perché molto spesso i nobili morissero di gotta e per quale motivo fosse chiamata “malattia
dei nobili” (o dei ricchi): non è salutare mangiare tanta carne.
Le
cucine erano splendidamente conservate, con la stufa, la caldaia, i fornelli
che oggi chiamiamo “a gas” ma che una volta erano cassetti che si riempivano di
brace, gli stampi per dolci, i cesti originali, le pentole di rame, i tavoli di
legno e altri oggetti che una volta si usavano per cucinare.
E così è finita la visita al Castello di Agliè.
Mi è
piaciuto davvero molto, anche se mi avrebbe interessata di più se ci fossero
stati più cenni sulla vita dei nobili che ci abitavano: a me piace
immedesimarmi nella vita di chi ci abitava, mi affascina e incanta, e così non
diventa più soltanto un’opera d’arte, ma l’abitazione di qualcuno che ha
pianto, sofferto, amato e gioito, una persona come noi, nata però in un’epoca
diversa.
Ma
questo è un limite mio, il Castello in sé è bellissimo e merita di essere
visitato.
Quel
pomeriggio avremmo anche voluto visitare la Venaria Reale, ma una volta giunti là
non abbiamo trovato parcheggio in nessun modo, ed era già pomeriggio inoltrato,
per cui siamo dovuti tornare all’alloggio.
Così
è finito il primo giorno ad Agliè.
Il
giorno dopo, alzatici di buonora, abbiamo deciso di visitare il Forte di Bard,
e quindi di lasciare momentaneamente il Piemonte per recarci in Valle d’Aosta.
Una
volta giunti, il Forte era davvero maestoso.
Si
ergeva su una collina boscosa e in parte pietrosa, mastodontico e imponente, e
ai piedi del colle scorreva la Dora Baltea, per cui era davvero inespugnabile.
Inattaccabile
e solido al punto che nemmeno Napoleone Bonaparte riuscì a conquistarlo e fu fermato nella sua avanzata, essendo all’epoca
il Forte di Bard una specie di costruzione fortificata che segnava il confine
tra Francia e Italia.
Per
cui, indispettito dalla propria sconfitta, Napoleone lo fece poi radere al
suolo, e fu ricostruito in seguito.
Il
Forte mi è piaciuto davvero molto: ha un’apparenza solida, invincibile,
rigorosa, ti infonde sicurezza, in un certo modo, e pur capendosi che si tratti
di una costruzione antica, ha un che di moderno, a mio parere.
Un’altra
cosa che mi è piaciuta è stato il fatto che per raggiungere la cima ci fossero
degli ascensori panoramici, che si inerpicavano su per la collina e avevano un aspetto
futuristico.
All’interno
del Forte di Bard, quel giorno, c’era una mostra su uno degli ultimi film degli
Avengers, per cui ai miei fratelli interessava molto.
Mentre
loro guardavano estasiati i costumi e le armi originali utilizzati nel film, io
ne ho approfittato per leggere i cartelli delle spiegazioni in inglese, cosa
che mi ha divertito enormemente e fornito un esercizio molto utile, perché a
mio parere è proprio questa una delle utilità pratiche del sapere l’inglese.
Dopo
il Forte abbiamo visitato Aosta, il capoluogo della regione.
Aosta
è una città non molto grande, senza particolari attrattive secondo me, a parte
naturalmente i resti del teatro Romano, che mi hanno interessato molto per la
loro rudezza e particolarità.
E
pensare che si ergono lì, in piedi, dall’epoca degli antichi romani, e che
hanno resistito a terremoti, guerre, agenti atmosferici e soprattutto a orde di
turisti incuriositi!
L’Arco
di Augusto mi ha sinceramente un po’ delusa, perché me lo aspettavo più alto e
soprattutto non si poteva ammirare da vicino.
Infine,
per completare la giornata, abbiamo osservato dall’esterno il Castello di Fenis,
una fortezza medievale davvero ben conservata.
Secondo
me, una delle particolarità della Valle d’Aosta è il bilinguismo.
Vedevo
infatti cartelli in francese ovunque mi girassi, praticamente più che in
italiano.
Ad
esempio: anche il Forte di Bard si erge sulla cima di un colle lungo le cui
pendici sorge il pittoresco e delizioso borgo di Hône, dal nome spiccatamente
francese.
Anche
molti nomi di paesi e vie sono in francese, e si intuisce che alcuni nomi di
città fossero in francese prima di essere “storpiati” in italiano una volta che
la piccola regione è venuta a far parte d’Italia.
Anche
questa giornata è stata emozionante e particolare.
L’ultimo
giorno la giornata è stata dedicata tutta a Torino, una delle città
metropolitane più importanti d’Italia e in generale d’Europa.
Quella
mattina abbiamo dovuto lasciare l’albergo, per cui con noi avevamo Pepe.
Una
volta giunti in città e parcheggiato su una strada poco trafficata (per quanto
lo possa essere una strada di Torino), abbiamo deciso che per Pepe era meglio
restare in macchina mentre noi visitavamo la città, poiché lui, anche andando
in giro più che volentieri al guinzaglio e in bicicletta, ha comunque paura del
traffico e dei rumori forti.
Per
cui, a malincuore, lo abbiamo lasciato in macchina con il cibo, l’acqua e la
cassetta, sicuri che sarebbe stato bene: infatti ha dormito tutto il tempo.
Così,
noi ci siamo immersi nel cuore pulsante della città.
Abbiamo
quindi preso un tram, che ci ha condotti nella parte più bella di Torino: il
centro.
Torino
è davvero immensa!
Come
ogni città, ha lati positivi e negativi.
La
periferia è davvero brutta, con i palazzi scrostati e un odore sgradevole per
le strade, mentre trovo che il centro sia davvero incantevole: Piazza Castello
è così grande!
Talmente
vasta che da sola può contenere tutta Agliè e le sue frazioni più recondite.
Piena
di persone, turisti, eleganti signore dai look ricercati, negozi particolari e
sfarzosi, con i tram che con il loro allegro e instancabile avanti e indietro
riempiono le strade.
Ho
adorato il Palazzo Reale, così vasto e sontuoso, con le fontane, gli
acciottolati, i decori sulla facciata bianca ed elegante e le statue di bronzo
ad arricchirla ulteriormente.
Dopo
aver consumato il pasto da McDonald’s, abbiamo preso un tram panoramico,
sedendoci sui sedili del secondo piano che era aperto.
Fortuna
che non pioveva… ma minacciava di farlo!
Lì ci
hanno dato un paio di auricolari per uno, che una volta indossati ci hanno
fatto immergere nella storia di Torino.
Mi è
piaciuto molto il Parco del Valentino, sontuoso e magnifico, e il Po che
scorreva, oltre ai viali alberati, naturalmente, e alle fontane che
rappresentavano allegoricamente il Po e la Dora Baltea, con le sculture lunghe
distese sopra i getti d’acqua.
Ho
trovato molto particolare il quartiere di San Salvario, dove nel raggio di 500
metri si possono ammirare molte chiese, una sinagoga, tre moschee e un tempio
valdese-protestante.
E’ un
esempio di come Torino sia un crocevia di culture e religioni diverse, un
crogiolo in cui si fondono diverse etnie e cristiani, ebrei e musulmani si
incontrano e vivono a stretto contatto.
Ciò
può essere giudicato bene o male, ma è comunque molto interessante, a mio
parere.
Il
giro in tram, durato circa un’ora, è stato davvero bello e speciale.
Anche
la Mole Antonelliana è davvero singolare e avremmo voluto visitarla, se non
fosse stato che c’era un’ora di fila e noi avevamo fretta di tornare da Pepe e
a casa.
Dopo,
ritornando alla macchina, abbiamo fatto un breve giro di Torino, e ribadisco
che sia davvero una bellissima città ma abbastanza sporca e soprattutto le vie
si assomigliano tutte fra loro, con i palazzi antichi ed eleganti, di colori
tenui che vanno dal bianco, al panna al grigio chiaro.
Da lì
abbiamo intrapreso il viaggio di ritorno, attraversando tutto il Nord d’Italia,
praticamente.
Mi ha
colpito, durante il ritorno, l’incessante susseguirsi di fabbriche lucide e colorate
delle più importanti aziende italiane, come la Barilla, l’IKEA, Pirelli,
Lavazza, DeAgostini, Scic Cucine Italiane e tantissime altre che ora non
ricordo.
Quindi,
anche il viaggio è stato una scoperta.
Dopo
questi tre giorni emozionanti, è stato comunque bello tornare a casa e
ritrovare le confortevoli e ripetitive abitudini di tutti i giorni.
Ma
una cosa è certa: non ci siamo proprio annoiati!
Tema di Camilla
La vacanza in Piemonte e Valle d’Aosta
Io e
la mia famiglia siamo andati tre giorni in Piemonte e Valle d’Aosta.
Avevamo
un appartamento ad Aglie’ e si sentivano le campane.
Siamo
andati a vedere il castello di Elisa di Rivombrosa ad Aglie’: aveva un giardino
grandissimo ed era bellissimo.
Il
secondo giorno abbiamo visto il museo degli Avengers al Forte di Bard, poi
siamo andati ad Aosta e al Castello di Fenis.
L’ultimo giorno siamo andati a Torino: siamo andati a
vedere la citta’ di Torino a piedi e con l’autobus.
Sono
state tre giornate stancanti ma bellissime.
Tema di Mariangela
La mia piccola vacanza
Venerdì
sette ottobre sono partita per una piccola vacanza di tre giorni.
Mi sono
svegliata alle sei di mattina e le strade erano deserte.
Il viaggio
è durato quattro ore, un bel po’!
La cosa
bella, però, è che con noi c’era il nostro adorabile gattino Pepe, che stato veramente un angelo!
Dopo il
tempo previsto sono arrivata ad Agliè, un piccolo pesino vicino a Torino; avrei
alloggiato in un albergo davvero bello: c’erano due camere, in una c’era un
letto matrimoniale e nell’altra c’erano due letti singoli, poi il bagno era
davvero molto comodo, perchè c’erano sia la vasca che la doccia poi, per
finire, c’era un graziosissimo salottino.
Il primo
giorno sono andata a vedere il Castello Ducale di Agliè, che è un luogo incantato
con dei giardini meravigliosamente belli e mi sono emozionata, perchè in quel
castello hanno girato una bellissima fiction che si chiama “Elisa di Rivombrosa”!
Mi è
piaciuto tanto anche l’interno, che era molto antico.
Il secondo
giorno ho visto il Forte di Bard, che anticamente fu raso al suolo da
Napoleone.
Nel 2014
al Forte di Bard hanno girato molte scene di un film di supereroi e allora
hanno fatto una mostra di oggetti e costumi usati dagli attori.
È stato
molto emozionante.
L’ultimo
giorno sono andata a visitare Torino.
Come prima
cosa sono andata su un tram per visitare la grande città. Tempo dopo sono
andata su un altro tram ancora, che però era
speciale: c’erano degli auricolari e si ascoltavano tantissime curiosità
su Torino e sono riuscita a vedere degli importanti monumenti.
Sono stati
dei giorni divertentissimi: ho potuto ripassare quello che avevo appena studiato!
Questa
è un’esperienza che non dimenticherò mai!
Il Piemonte
e la Val d’Aosta mi sono piaciuti tantissimo!
Tema di Giovanni
Gita al Forte di Bard
Sabato
scorso sono andato a fare una gita al Forte di Bard, il castello in cui hanno
girato il film chiamato “AVENGERS AGE OF ULTRON”.
Nel
Forte è stata inaugurata una mostra degli , con pezzi originali del film.
Ad un
certo punto siamo entrati nelle sale in cui c’era la mostra e ho visto subito
una statua di Capitan America alta circa due metri: io ho iniziato a guardarmi
intorno felicissimo.
In un’altra
stanza c’erano le divise originali di Occhi di Falco e il suo arco; poi ho
visto lo scudo di Capitan America, il martello di Thor, il pugno dell’Hulkbuster,
una statua di Hulk gigante.
Pensieri di Tommaso
Una piccola vacanza
Io e
la mia famiglia siamo andati in vacanza, a vedere il Forte di Bard e anche il Castello di Elisa.
Mi e’
piaciuto molto il Forte e anche il dentro del Castello di Elisa e anche le
fontane.
Al
forte di Bard c’era la mostra degli Avengers e abbiamo visto anche il museo,
che mi è piaciuto tanto.
C’erano
la moto e lo scudo di Capitan America,
lo scettro di Loki, il pugno dell’Hulkbuster e anche la statuta di Iron man
contro Hulk, il martello di Thor e anche Ultron distrutto.
Siamo
andati anche a Torino e siamo saliti sul tram e sull’autobus a due piani e mi
sono piaciuti anche gli ascensori del Forte, soprattutto quello dritto.
Siamo
andati ad Aosta e io ho preso anche un gioco in edicola.
Queste
giornate sono state bellissime.