venerdì 5 ottobre 2018

I libri di Margherita: Al Paradiso delle Signore


AL PARADISO DELLE SIGNORE

DATI EDITORIALI
Titolo: Al Paradiso delle Signore
Autore: Èmile Zola
Casa Editrice: e-newton CLASSICI
Collana: I MAMMUT
Numero di pagine: 424
GENERE DEL LIBRO
Romanzo.
LUOGHI DELLA STORIA
Europa, Francia, Parigi, Al Paradiso delle Signore, vari reparti, varie sale, tutti i corridoi, ultimo piano in cui dormono le commesse e i commessi, studio di Octave Mouret, cassaforte, sotterranei, soffitte, Il vecchio Elbeuf, Rue Saint-Lazare, Rue de la Michodière, place Gaillon, Rue Neuve-Saint-Augustin, Rue Saint-Roch, Rue de Dix-Diciembre, varie vie intorno al Paradiso, camera di Geneviève, Lungosenna di Parigi, paese vicino, osteria, piccolo bosco, barca a remi.

TEMPO DELLA STORIA
Qualche anno, tempo non precisato.

PERSONAGGI PRINCIPALI
Denise, Octave Mouret, zio Baudu, Geneviève, Jean, Pèpè, Madame Baudu, Colomban, Claire, Madame Aurélie Lhomme, Marguerite, Monsieur Lhomme, Monsieur Bourdoncle, cerchia di donne dell’alta società e dell’alta borghesia, commessi, e altri personaggi minori.


TRAMA
Denise è una fanciulla di diciotto anni, graziosa, con lunghi capelli biondi, sereni occhi azzurri, un volto sorridente e paziente, è esile, gentile, dolce, timida e virtuosa.
Ha appena diciotto anni quando rimane orfana di entrambi i genitori, con a carico due fratelli minori, il dolce e silenzioso Pèpè, di cinque anni, e Jean, un bel ragazzo florido e seducente, di quattordici anni.
Un lontano zio di Parigi, tal zio Baudu, le fa la proposta di venire a stare da lui.
Denise rifiuta, e per due anni vive lavorando in una piccola merceria.
Quando, però, la merceria fallisce e Denise si ritrova senza lavoro, disperata viaggia fino a Parigi e chiede ospitalità allo zio.
Lo zio Baudu è un uomo anziano e bilioso, amareggiato fino alla disperazione dal fallimento del suo negozio, schiacciato dalla concorrenza con il Paradiso Delle Signore, il meraviglioso, sfolgorante negozio di vestiti, abiti, pizzi, merletti, stoffe, sete, velluti, colletti, biancheria, grembiuli, nappine, nastri, ventagli, tutto a prezzo stracciato, che hanno davanti, e che sta lentamente rubando loro ogni cliente, lasciandoli nella miseria.
Lo zio Baudu ha una moglie, una donna pallida e malaticcia, sempre malata e sofferente, e una figlia, Geneviève, una giovane dell’età di Denise, pallida, anemica, debole, silenziosa e scheletrica, promessa sposa al sanguigno commesso Colomban, dai facili amori, che la tradisce già nonostante siano solo fidanzati.
Lo zio Baudu non sa come fare a mantenere altre tre persone con le esigue rendite del suo negozio fallito, e, con loro estrema amarezza, Denise è costretta a chiedere lavoro al loro mortale nemico: il Paradiso delle Signore.
Denise viene assunta, ma all’inizio la vita, per lei, non è affatto semplice.
Le altre commesse, in particolare Claire e Marguerite, sono crudeli e maligne, invelenite e sprezzanti, la deridono perché viene dalla provincia, per i suoi abiti poveri, per le sue maniere servizievoli e la sua voce dolce, invidiose per la sua fresca bellezza, la sua mansuetudine d’animo e la dolcezza del suo comportamento.
Dopo un lungo anno di lotte e di privazioni, Denise diventa caporeparto, anche grazie al favore che gode presso il proprietario del negozio.
Octave Mouret, infatti, è un giovane sulla trentina, bello, bruno, seducente, brillante e vedovo, dopo la morte di sua moglie, Madame Heudin, avvenuta qualche anno prima.
Il merito del successo strepitoso del magazzino sta a lui, al suo brillante ingegno, alle sue idee rivoluzionarie e vincenti riguardo al commercio moderno, al libero mercato e a un ricircolo di merci sempre aperto e arioso, che lo porta a investire il suo esorbitante capitale in maniera enormemente fruttuosa.
Mouret è un amante della Donna, la idolatra e la disprezza allo stesso tempo: le ama e le usa, le desidera e le detesta, le attira a sé in ogni modo e poi le respinge bruscamente.
Note sono le sue numerose amanti, lasciate con i cuori spezzati.
Quando, però, incontra Denise, né è subito attratto: dolce, esile, aggraziata come una farfalla, intelligente e schiva insieme, graziosa e pudicamente seducente, lo irretisce e lo attrae.
Cerca in ogni modo di farne la sua amante, ma la ragazza, spaventata, lo respinge e lo rifugge.
Non abituato ad essere respinto, Mouret né è sconvolto.
Inizialmente pensa che sia solo una mera attrazione fisica, ma poi il sentimento si evolve in un amore delicato, cieco, assoluto.
Quella che era attrazione è ora mutata nel più profondo degli amori.
La storia di Denise e Mouret è, però, solo una delle tante che si intrecciano al corso furibondo del magazzino, che tutto vuole e tutto ottiene.
C’è la storia della piccola, triste Geneviève, malata nel corpo e nell’anima: nel corpo da un sangue guasto, bianco e malato, troppo povero per nutrire il suo misero, esangue corpo; nell’anima dai continui tradimenti dell’amato Colomban, che rifiuta di sposarla e si getta vertiginosamente in folli passioni carnali.
Geneviève, debole e scarna fino all’anoressia, muore infine a ventidue anni, consumata dal dolore.
C’è la storia del vecchio ombrellaio, che rifiuta stoicamente di cedere al Paradiso delle Signore, nonostante stia miseramente fallendo.
C’è la storia di tutta la miseria di Parigi, delle botteghe che falliscono una dopo l’altra, schiacciate dall’opulento e onnipotente magazzino moderno, Al Paradiso delle Signore.
C’è, per contrasto, una folla di donnicciole di ogni età e condizione sociali abbagliata dalle vetrine fantasmagoriche del Paradiso delle Signore, con le sue cascate di merletti, le bandiere di nappine, i torrenti di sete e stoffe, le trecce di nastri, il bianco lucore dei cristalli dei vestiti, stordite dall’odore della stoffa nuova, delle rose, della cera, da quello muschiato dei belletti, da quello intenso di donne che si sprigionava dalle femmine impazzite che affondavano bramose e folli le mani nei merletti, che rubano pur di comprare, comprare, comprare.
È l’incanto di una Parigi moderna, che seduce, acceca, si evolve.

COMMENTO PERSONALE
Questo libro mi è piaciuto moltissimo.
Consigliatomi da mia madre perché attinente al periodo che stavo studiando in Storia (la seconda rivoluzione industriale), l’ho adorato.
Mostra il volto di una Parigi dilaniata da contrasti, fra la povertà e un lusso ostentato, fra la miseria nera e una lucente opulenza, fra li fallimento e l’ascesa, fra il tramonto dell’antico commercio e il sorgere di quello nuovo, moderno, aperto.
La storia è scritta divinamente, mi sembrava davvero di essere fra la calca pressante delle donne che inondavano il grande magazzino, di esserne travolta, di essere abbagliata dai colori delle stoffe, soggiogata dalla brama di possedimento di ninnoli inutili e a basso prezzo, ma in quantità sbalorditive.
È il primo libro che ho letto di Zola e ne leggerò sicuramente altri.
Lo consiglio vivamente a tutti.

 Con questo post partecipo al  "Venerdì del libro" di "HomeMadeMamma".

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