Oggi vi parlo di un libro che amo particolarmente.
Partendo dalla scheda di lettura, qualche mese fa, ho scritto anche un tema, che riporto dopo il commento personale.
DATI EDITORIALI
Titolo: Io sono Malala
Titolo
originale: I am Malala
Autore:
Malala
Yousafzai, Christina Lamb
Citazioni:
“Non
mi importa se devo sedere sul pavimento di una scuola. Tutto quello che voglio
è l’istruzione. E non ho paura di nessuno”.
“One child, one teacher, one book and one pen
can change the world”. “L’istruzione è un nostro diritto
inviolabile. E non solo in Occidente. Nel Corano c’è scritto che Dio vuole che
noi abbiamo la conoscenza, vuole che sappiamo perché il cielo è blu e che
impariamo a conoscere gli oceani e le stelle”. “Da
noi femmine ci si aspettava che cucinassimo per i nostri fratelli e i nostri
padri e che li servissimo[…] Io però avevo già deciso che non mi sarei
comportata così. Papà diceva sempre: «Malala sarà libera, come un uccello»”. Malala Yousafzai.
Casa
Editrice: Garzanti
Numero
di pagine: 284
GENERE DEL LIBRO
Autobiografia.
LUOGHI DELLA STORIA
Pakistan, Swat, varie
abitazioni di Malala, Mingora, tetto della casa, Kushal School, dyna, ospedale di Mingora, superjet di
lusso della famiglia reale delle Nazioni Arabe Unite, Inghilterra, Birmingham,
Queen Elisabeth Hospital, reparto di terapia intensiva, camera 519, nuova casa
a Birmingham.
TEMPO DELLA STORIA
Racconto della vita
della famiglia Yousafzai, dalla giovinezza del padre, alla nascita di Malala
fino ai suoi sedici anni. Quindi la storia dura più o meno trent’anni.
PERSONAGGI PRINCIPALI
Malala Yousafzai, suo
padre Ziauddin, Talebani, madre Tor Pekai, governo Pakistano, Maulana
Fazlullah, Benazir Bhutto, generale Zia, Musharraf, fratello di Malala Kushal,
fratello di Malala Atal, pashtu, Moniba, signora Maryam, Shiza, Safina,
ragazzini di strada, tutte le rgazze prive di istruzioni, nazioni ricche,
politici, in generale il mondo.
TRAMA
Pakistan, nello Swat, una sperduta e meravigliosa valle, il 12 agosto 1997
nasce da Ziauddin e Tor Pekai Yousafzai una bambina, Malala.
Malala
cresce, e a tutti è chiaro che non è una bambina comune: Malala è intelligente,
sveglia, coraggiosa.
Non
ha paura di lottare per ciò che desidera.
E
ciò che più sogna nella vita è aiutare il prossimo. Fin da piccola frequenta la
scuola del padre Ziauddin, la Kushal School, e capisce l’importanza
dell’istruzione. Malala è anche fortunata: sua madre è bella e tollerante, suo
padre è un’attivista che combatte per i diritti all’istruzione di tutti, in
particolare delle bambine. E tutto sembra andare bene, finchè nell’amato Swat
non arrivano i Talebani. Essi sono estremisti religiosi, guidati da Maulana
Fazlullah, che obbligano l’accogliente popolazione pashtu (la popolazione di
cui fa parte anche Malala) a seguire il loro estremismo. I Talebani vogliono chiudere
i cinema, i negozi di dischi e di film, i barbieri, i parrucchieri, tutto ciò
che loro considerano “non islamico”. Fanno saltare in aria scuole femminili,
madrase, supermercati, centri benessere. Devastano la Swat e il Pakistan,
uccidono centinaia di persone, frustano a sangue pubblicamente giovani donne
che non osservavano il purdah, sgozzano uomini lasciandone i cadaveri nelle
strade e nelle piazze, ammazzano bambini innocenti, parlando in nome del
Corano. Ma non c’è scritto da nessuna parte, nel loro Libro Sacro, che alle
donne sia vietato di andare a scuola. Eppure è proprio quello che fanno i
Talebani: vietano alle femmine di istruirsi. Ma Malala è coraggiosa e non si
arrende, sa che imparare è un diritto inalienabile, suo e di tutti, e nessuno
può toglierglielo. Per questo continua a frequentare una scuola segreta insieme
alle sue amiche. Solo quando la Kushal School sarà costretta a chiudere per un periodo, Malala
si renderà conto di quanto l’istruzione sia davvero importante. Se non ti
istruisci, sei vittima delle altre persone, l’ignoranza e la povertà si possono
sconfiggere solo con un libro e una penna, e allora sarai davvero libera, e
avrai un futuro.
Malala
non si arrende mai, lotta per i suoi diritti, non ha paura di niente, se non
che il suo Paese venga dominato interamente dai Talebani.
Ma
per quest’ultimi, una ragazzina coraggiosa che lotta per l’istruzione di tutti
non segue abbastanza i principi islamici: per questo deve morire.
Infatti,
il 9 ottobre 2012, a soli quindici anni, Malala è vittima di un attentato e rischia di morire. Intanto, tutto il mondo
prega per lei. Le arrivano lettere, auguri, pupazzi, tanti messaggi di
solidarietà da tutti i continenti. Subisce
numerose operazioni per riacquistare la sensibilità del viso e del corpo. Non
tornerà mai come prima, ma meglio di così i medici non potevano fare.
Finalmente Malala può uscire dall’ospedale. Lei e la sua famiglia si
trasferiscono in un appartamento di Birmingham, in Inghilterra.
Malala
vorrebbe tanto tornare in Pakistan, nel suo amato Swat, ma sa che è meglio per
tutti se restano lì: il Pakistan è troppo pericoloso per loro.
A
Birmingham si costruisce una vita, a soli 16 anni parla davanti a tutti i capi
politici dell’Inghilterra e altri Paesi per far capire loro quanto sia
importante che diffondano l’istruzione e la cultura nei loro Stati.
Anche
se è stata ferita, anche se ha rischiato la morte, Malala non si ferma, non si
ferma mai. Insieme a suo padre fonda il Malala
Found, un’associazione per l’istruzione di tutti i bambini del mondo, anche
nei campi profughi.
L’istruzione
è un bene di tutti.
E
Malala non aveva paura di nessuno. Neanche della morte.
COMMENTO PERSONALE
Questo
libro mi è piaciuto tantissimo.
E’ davvero, davvero
bello.
Avevo già sentito
vagamente raccontare di Malala prima di leggere il libro, ma non immaginavo
avesse avuto una vita così difficile. Io sono perfettamente d’accordo con
quello che dice. L’istruzione è di tutti. I bambini di strada devono poter
andare a scuola. Le donne devono poter andare a scuola. Solo perché femmine,
non è assolutamente giusto che non si possa studiare. Malala ha tutto il
diritto di imparare e conoscere, proprio come ce l’hanno i maschi. Non siamo
diverse, siamo esseri umani, abbiamo sete di sapere come chiunque altro, siamo
curiose di esplorare il mondo, di imparare le lingue, di leggere e scrivere
come tutti. L’ignoranza è la cosa più brutta che possa esistere, forse anche più
della guerra. E’ un po’ come una guerra nella guerra. Il sapere ti apre la
mente, chi studia sa ciò che può fare, ciò che è suo diritto, proprio come lo
sa Malala, Mi ha stupito immensamente il coraggio che ha dimostrato in tutte le
situazioni, la sua forza d’animo, il fatto che non avesse paura di nulla. Ha
lottato, ha lottato e ce la sta facendo. Ha superato tutto, ha fatto sentire la
sua voce, ha alzato una bandiera bianca mentre tutto intorno a lei ce n’erano
solo di nere. Non ha mai avuto paura, mai. Anche quando stava male non si è mai lamentata, ha sopportato il dolore. Non è
morta, Dio sapeva che il mondo aveva ancora bisogno di lei. E’ una ragazza
forte, una ragazza normale che grazie all’istruzione è diventata ciò che è.
Malala, credo che tutto il mondo sia con te. O almeno, io lo sono.
Consiglio vivamente questo libro: oltre la storia toccante è scritto veramente benissimo.
Tema
Qua l è il libro più
bello che tu abbia mai letto? Raccontalo e motiva la tua scelta
Nulla mi fa più compagnia di un libro.
Quando leggo una sensazione bellissima
mi calma. Un libro è capace di portarmi lontano, lontano da tutto. È come se vi
entrassi dentro: alle mie spalle chiudo la porta, la porta che dà sul mondo, e
rimango lì dentro, con le parole a proteggermi. Nessuno può più farmi del male.
In quel momento è come se tutto
sparisse. Se sono triste e piango, quando leggo le lacrime si asciugano
immediatamente, perchè la causa della mia momentanea tristezza mi pare lontanissima,
inoffensiva.
Se invece sono felice, anche il sorriso
si spegne per lasciare spazio alla sensazione magica di stringere un libro fra
le mani.
Adoro pensare che quando apro un nuovo
volume, fra quelle pagine sia già scritto il destino dei personaggi, figure
alle quali mi affezione come se le avessi conosciute realmente.
Mi prendono per le mani e mi portano con loro, in un mondo
diverso.
Leggo su e con un e-book reader, in
modo da poterlo fare anche di notte.
Spesso, a mezzanotte inoltrata, sono
ancora lì, stesa sotto le coperte, a leggere con il fiato sospeso nell’attesa
di quello che succederà dopo.
Mentre leggo non sento né il caldo, né
il freddo, né alcun tipo di sensazione fisica.
Quando la storia finisce mi sento
sempre un po’ triste, è come se nel libro avessi smarrito una piccola parte di me.
Ho amato la lettura fin da piccina,
quando a malapena sapevo leggere.
Naturalmente, dall’amore per i libri e
i racconti, è nato il desiderio di scriverne. Il mio più grande sogno sarebbe diventare
una scrittrice.
Negli anni ho letto moltissimo, e ho
schedato ogni libro per non dimenticarmene.
Li ho contati: sono 170 esatti da quando
avevo otto anni.
Se avessi realmente visitato ogni
luogo in cui sono ambientati i romanzi, le biografie e i saggi che ho letto,
allora avrei girato il mondo.
Ho letto storie ambientate dappertutto
e in tutte le epoche: dal Brasile nel crollo di Wall Street nel 1929, alla Germania e alla Cecoslovacchia durante la Seconda Guerra Mondiale, all’Inghilterra all’epoca
della Guerra dei Cento Anni, al ‘700 in Piemonte sotto il dominio di Carlo
Emanuele IIII di Savoia, perfino in un
villaggio sperduto della Finlandia!
Ma fra tutti, il libro che ho più amato
è stato, da tutti i punti di vista, “IO SONO MALALA”, scritto dalla stessa Malala Yousafzai e
da Christina Lamb.
La storia che si narra,
quella vera di Malala, mi ha profondamente commossa, e non me la scorderò mai.
È ambientata in Pakistan,
in una piccola e meravigliosa valle, ai giorni nostri. Nello Swat (il nome
della valle) il 12 agosto 1997 nasce da Ziuaddin e Tor Pekai Yousafzai
una bambina, Malala.
Essendo “solo” una
femmina, inizialmente Malala non è ben accettata dalla propria famiglia, che
desiderava un maschio.
La bambina cresce ed è
chiaro a tutti che non sia come le altre: Malala è intelligente, sveglia e
coraggiosa.
Non ha paura di lottare
per ciò che desidera e che crede giusto.
Ciò che più sogna nella
vita è aiutare il prossimo. Fin da
piccola frequenta la scuola del padre, la Kushal School, e capisce il
diritto e l’importanza di un’istruzione libera, disponibile per tutti.
La sua vita scorre tranquilla
finchè nello Swat non arrivano i talebani. Essi sono estremisti religiosi,
guidati da Maulana Fazlullah, che
obbligano la popolazione pashtu (di cui
fa parte anche Malala) a seguire il loro estremismo.
I Talebano vogliono chiudere
i cinema, i negozi di dischi e di film, i barbieri, i parrucchieri, tutto ciò
che loro considerano “non islamico”. Fanno saltare in aria scuole femminili,
madrase, supermercati, centri benessere.
Frustano giovani
donne che non osservano il il purdah,
sgozzano uomini lasciandone i cadaveri a marcire per le strade e nelle piazze,
ammazzano bambini innocenti, parlando in nome del Corano. Ma non c’è scritto da
nessuna parte, nel loro Libro Sacro, che alle donne sia vietato di andare a
scuola. Eppure è proprio quello che fanno i Talebani: vietano alle femmine di
istruirsi. Ma Malala è coraggiosa e non si arrende, sa che istruirsi è un
diritto inalienabile, suo e di tutti, e che nessuno può toglierglielo. Per
questo continua a frequentare una scuola segreta insieme alle sue amiche. Quando
però la Kushal School chiude, Malala capisce l’importanza assoluta
dell’istruzione, e che senza di essa non c’è futuro. Non c’è libertà.
Malala non si
arrende mai, lotta per i suoi diritti, non ha paura di niente, se non che il Pakistan
venga dominato dai Talebani.
Per questi ultimi, però, Malala è un pericolo: per questo deve morire.
Infatti, il 9
ottobre 2012, a soli quindici anni, Malala è vittima di un attentato.
Un uomo sale sul
suo pulmino della scuola e spara tre
proiettili: uno colpisce Malala alla testa.
La ragazzina è
trasportata d’urgenza all’ospedale.
Inizialmente sembra
che non sia niente di grave, poi le sue condizioni peggiorano e Malala rischia
di morire. Lei, però, è una ragazzina amata: tutti la conoscono, nel mondo, e
quando si sa del suo attentato, Malala è sostenuta da tutti.
Grazie alla famiglia
reale delle Nazioni Arabe Unite, viene trasportata
in jet in Inghilterra, Birmingham, Queen Elizabeth’s Hospital. Lì ha le cure
migliori e si riprende in fretta.
Subisce numerose
operazioni per riacquistare la sensibilità del viso e del corpo. Non tornerà
mai come prima, ma è sana e salva e sta bene.
Una volta guarita
del tutto, però, tornare in Pakistan è troppo rischioso, per cui con la sua
famiglia si trasferisce in Inghilterra.
Lì fonda il Malala
Found, un’associazione per l’istruzione di tutti i bambini del mondo, anche
nei campi profughi. L’istruzione
è un bene di tutti e per tutti.
E Malala non ha paura di nessuno. Neanche della morte.
Ecco, la storia di
Malala è questa.
Il suo coraggio, la
sua gioia di vivere, di conoscere, capire, imparare è una cosa meravigliosa.
Mi ha veramente
illuminata ed emozionata, come mai mi era successo.
Condivido ogni sua
parola e il suo coraggio, la sua costante forza mi hanno sbalordita.
Aveva la mia età
quando ha iniziato a divulgare il proprio pensiero, quando ha alzato una
bandiera bianca mentre intorno a lei se
ne vedevano solo di nere. Ciò mi ha infuso una speranza indescrivibile.
La sua frase che
più sento ia è “One child, one teacher,
one book and one pen can change the world”. Ed è proprio vero.
Questo libro è lungo
solo 284 pagine. Un spazio irrisorio per farci stare una vita-
Eppure lei ci è
riuscita, come è riuscita a far stare tutto
il suo immenso coraggio in un corpo così giovane.
Perchè il coraggio
non ha età, non ka sesso, non ha provenienza o colore di pelle.
Il coraggio
accomuna il mondo. Ed è un concetto che anche io voglio divulgare.
Ecco, per tutte
queste ragioni è il mio libro preferito.
IO SONO MALALA:
solo tre parole. Ma le parole possono cambiare il mondo, e Malala me lo ha
dimostrato.