Negli ultimi mesi, Margherita è stata presa da una nuova, folgorante passione: la coltivazione di ortaggi in un piccolo orticello ricavato nel giardino della nonna.
Tale e tanto è stato "il rapimento" da parte di questa attività tutta manuale, in sè teoricamente estranea ad una ragazzina tanto poco fisica e più intellettuale e che, per di più, non mangia quasi verdura, che, già da prima, poi ancor più durante l'atto pratico di dedicare tempo ed energie fisiche al suo orto, Margherita è andata documentandosi su specie e tipi di terreno, di coltivazioni, di tecniche, stagionalità, ma anche sulla storia recente dei cosiddetti "orti urbani", oggi tornati così di moda.
Da questa passione sono nati anche un articolo scritto per il giornalino della sua amica Agnese, Flying News del mese di Settembre.
Dall'articolo, poi, Margherita ha preso spunto per un tema più personale, in cui racconta il suo e nostro percorso "a contatto con la terra".
Ve li proponiamo entrambi qui.
(N.b: le foto dell'articolo sono quasi tutte tratte dal Web; quelle del tema, sono nostre).
ARTICOLO
GLI ORTI URBANI
La frutta
e la verdura sono sempre state alla base della nostra alimentazione.
Fin
dall’antichità, l’uomo ha attinto a risorse naturali come i frutti degli
alberi, gli ortaggi, le radici, le bacche per nutrirsi.
Ancora
oggi noi ci nutriamo di questi alimenti, ma come sono cambiate le condizioni in
cui noi li mangiamo e con cui essi vengono cresciuti e raccolti?
Fino
a qualche ventennio fa, i pesticidi praticamente non si usavano nelle
coltivazioni e la frutta e la verdura si raccoglievano manualmente, da gruppi
di volenterosi contadini.
Oggi,
per combattere i parassiti, si usano i pesticidi e purtroppo si raccoglie tutto a macchina,
con l’ausilio di enormi raccoglitrici meccaniche.
Tutto
ciò è molto triste.
Ma
tutta questa meccanizzazione influenza anche il sapore di ciò che mangiamo.
Quante
volte abbiamo acquistato al supermercato frutti che all’apparenza erano grossi
e “succulenti” ma una volta assaggiati sapevano solo d’acqua?
Questo
perché talvolta i commercianti pompano letteralmente dell’acqua o dei
fertilizzanti che aumentano e velocizzano la crescita dei frutti che coltivano
per farli apparire più grossi e quindi, agli occhi di un consumatore non molto
attento, più appetibili.
Per
fortuna, però, negli ultimi anni si sta assistendo a un lento ma continuo
recupero della coscienza ecologica e naturalistica, per cui molte persone si
stanno opponendo a queste colture intensive e troppo meccanizzate.
E fra
le varie proposte di colture sane e biologiche ci sono proprio gli orti urbani.
In
breve, molte persone che dispongono di un giardino, anche piccolo, spesso
decidono di dedicarne una parte (o anche tutto) all’orto.
Spesso
questi appezzamenti possono nascere per gioco, perché hai sentito che un tuo
conoscente l’ha fatto ed è andato bene, molte volte sono dettati proprio dal
bisogno, dalla crisi. Infatti con un appezzamento anche minimo ma ben curato e messo
a frutto, coltivato con i giusti ortaggi a seconda della fascia climatica, si
può ottenere un raccolto abbondante che può fornire (se non totalmente) parte
del sostentamento in verdura di una famiglia non molto numerosa.
Eppure,
qualunque siano le ragioni per cui si è cominciato, l’orto urbano diventa quasi
sempre una passione.
Infatti
è un’attività oltremodo rilassante, in cui si sta a stretto contatto con la
terra e la vegetazione, ci si rasserena e ci si sente utili per le piante e le
persone a cui offriremo i nostri prodotti.
È un ritorno
alle origini, quando non solo in campagna, ma anche durante la seconda Guerra
Mondiale, le piazze venivano trasformate in orti, quando i nostri avi per guadagnare
e vivere dignitosamente lavoravano la terra.
Oltre
a un sano esercizio fisico (infatti zappare è molto faticoso) vedere le proprie
piante crescere bene, fare fiori e poi frutti gustosi e senza l’ausilio di fertilizzanti
né di OGM, completamente biologici, da mangiare a tavola e in famiglia è una
soddisfazione inimmaginabile.
Fin
da quando le piantine sono piccole ed esili, appena trapiantate o sbucate dal
terreno, vanno curate regolarmente e annaffiate secondo le necessità di ognuna.
Avendo
bisogno il terreno di essere lavorato e concimato, molte persone, più che
comprare letame maturo o concimi chimici, preferiscono poi preparare
artigianalmente il proprio compost, una tecnica per la quale in
una apposita cassetta chiamata appunto compostiera si mettono gli scarti
umidi e alimentari (bucce, cibo andato a male ecc.) che, dopo una certa quantità
di tempo, si trasformeranno in un terriccio scuro, friabile e fertilissimo,
perfetto per concimare.
Avere
un proprio orto può essere un piacevole passatempo anche per anziani e bambini.
Proprio
da questo derivano gli orti comunali,
appezzamenti di terreno che il Comune mette gratuitamente a disposizione di
famiglie bisognose o anziani che piantano nel terreno a loro affidato ciò che
preferisco e se ne prendono cura ogni giorno. L’unica condizione è non ricavare
dagli ortaggi coltivati in questi orti un guadagno vendendoli.
Ciò
ha un grande effetto terapeutico, infatti per pensionati/e che non sanno cosa
fare ma hanno ancora molta energia è un passatempo bello e proficuo.
Per i
bambini può essere molto divertente mangiare ciò che si è raccolto, ma in tal
caso è meglio scegliere piante che non ci mettano molto a fruttificare, in modo
che vedano presto i prodotti del proprio lavoro e non si stanchino ad
aspettare.
Ma
nonostante i buoni propositi, non tutti possono disporre di un lembo di terra
in cui coltivare liberamente.
Proprio
per questo esistono gli orti in balcone.
Molti
ortaggi possono infatti essere coltivati anche in vaso (come pomodori, carote,
cipolla, aglio, patate, legumi, melanzane, peperoni, cetrioli, zucchine, lattuga,
ecc…), con risultati deliziosi.
Naturalmente
ci vogliono vasi di profondità e diametro adeguati, con il giusto terriccio che
va concimato e mantenuto sempre umido, ma non è faticoso come l’orto in terra. Inoltre,
per chi non ha mai coltivato, può essere un primo passo, dato che l’orto in
vaso è più facile.
Proprio
a riguardo dell’orto in balcone sono nate negli ultimi anni le proposte più
fantasiose: l’orto verticale, i
legumi nei bicchierini del caffè, la
coltivazione nei pallets, nelle
cassette per la frutta fino al più
stravagante orto in bicicletta!
L’importante
è che, qualunque sia la soluzione scelta per il vostro orto, vi divertiate!
Non contano
i risultati, o quanto siano grossi i frutti.
La
soddisfazione di mangiare ciò che si è coltivato con fatica e dedizione è inequiparabile.
E poi chi non è tentato al
pensiero di svegliarsi la mattina e poco prima di pranzo andare a raccogliere un
po’ di pomodori maturi, di insalata fresca e magari un paio di zucchine per una
vellutata?
CURIOSITÀ
Gli
scienziati, negli ultimi tempi, stanno lavorando a un singolare progetto: si
tratta di fare crescere le piante nello
Spazio!
Proprio
così.
Essendo
la dieta degli astronauti molto ristretta e senza possibilità di rifornimento
dalla Terra, si sta cercando di far crescere ortaggi nello Spazio, così che possano
mangiare verdure fresche anche lontani dall’orbita terrestre.
Così,
una volta visto che alcuni fiori possono crescere anche fuori dalla nostra
atmosfera, si sta tentando con la verdura.
E per
adesso ha funzionato.
Ci
sono delle vere e proprie serre salva spazio su astronavi e navicelle, in cui
si coltivano pomodori nani, lattuga, patate e fragole.
Si
può arrivare persino a un totale di mezza tonnellata l’anno di verdura
cresciuta nel Cosmo!
Lunedì
10 agosto 2015 nella Stazione Spaziale Internazionale (ISS) sì è mangiata per
la prima volta nella storia della verdura cresciuta interamente nello Spazio,
della lattuga romana rossa di cui gli astronauti si erano presi cura nei 33
giorni precedenti.
E’
stato inoltre dimostrato che per agli astronauti, rinchiusi anche per mesi in
un ambiente asettico e privo di natura, avere avuto un po’ di verde intorno sia
stata una cosa ottima.
Infatti,
se non tutti, molti traggono giovamento dal potersi occupare di piante.
Poco
tempo fa è stato poi lanciato un tweet
in cui si diceva “ E’ sbocciato il primo fiore nello Spazio!”.
In
realtà questo non è affatto il primo, infatti questi esperimenti non sono certo
cominciati nel 2016.
Già negli
anni ’80 un astronauta sovietico aveva deciso di coltivare un piccolo orto come
sfida personale.
Aveva
così ottenuto delle piante, senza però avere frutti.
E,
visto a che punto sono le ricerche odierne, chissà se tra qualche anno si
diffonderà il familiare odore della passata di pomodoro anche nel Cosmo?
Tema
UN ORTO PER LA NOSTRA FAMIGLIA
Negli ultimi anni l’uomo sta abusando sempre di più della fertilità e della disponibilità della terra, sfruttandola con culture intensive che la indeboliscono e impoveriscono di quelle sostanze necessarie per una buona coltivazione.
Proprio per colmare questa mancanza di sostanze nutritive e sali minerali, si utilizzano concimi chimici, del quali però non ci sarebbe bisogno se si usassero con il dovuto rispetto le risorse naturali che ci circondano.
Proprio per capire che per coltivare non servono per forza fertilizzanti chimici e teli neri sul suolo, fra le varie proposte ecologiche e naturali ci sono gli orti urbani.
In breve, molte persone che dispongono di un giardino, anche piccolo, spesso decidono di dedicarne una parte (o anche tutto) all’orto.
Così abbiamo deciso di fare anche noi. Lo avevamo in mente già da un po’, come progetto, poi un giorno ci siamo buttati e abbiamo deciso di realizzarlo.
Siccome nostra nonna ha a
disposizione un vasto giardino, abbiamo deciso di fare lì il nostro primo orto.
Ci siamo messi a lavorare di vanga e zappa e abbiamo ricavato una bella
striscia di terra senza erba.
Visto che eravamo alle prime armi con
la coltivazione degli ortaggi, abbiamo comprato piantine già innescate, molto
piccole, e con tanta pazienza, facendo fori nel terreno duro perché non
lavorato da mezzo secolo circa, le abbiamo piantate.
Inizialmente abbiamo piantato solo
due varietà di ortaggi: 4 piante di zucchine chiare e 6 di pomodori datterini.
Lavorandoci quando la mamma andava a
lavorare, mi sono appassionata molto all’orticultura.
Le piantine crescevano bene e io
adoravo zappare, annaffiare ed estirpare tutte le erbacce che crescevano.
Bisogna metterci tanto impegno.
Non credevo proprio che mi sarebbe
piaciuto così tanto stare a contatto con la terra a zappare, annaffiare e
faticare, però è successo.
Anche i miei fratelli mi hanno
aiutata, però ho lavorato più io, perché loro essendo più piccoli avevano più
voglia di giocare.
E, seguendo il mio entusiasmo, il
nostro orto si è ampliato, è diventato lungo circa 3 metri per 1,5, e anche la
gamma di ortaggi coltivati è notevolmente aumentata.
Così, gradualmente, abbiamo piantato
anche le piante di fagioli neri che avevamo fatto crescere prima in un
bicchiere col cotone, poi in vaso e infine, visto com’erano rigogliose, le
abbiamo trapiantiate in terra;
12 carote;
6 piante di basilico;
3 di pomodori cuore di bue
e 1 di timo.
Sebbene crescessero molto, solo verso
giugno le piante hanno cominciato a fiorire.
E poi a fruttificare.
Se vedere le piante crescere è stato
bello, vederle fare i primi frutticini è stato meraviglioso, anche perché
sapevo che era anche merito mio!
Inizialmente hanno fatto frutti
soprattutto i pomodori datterini e i fagioli, poi hanno cominciato a crescere
anche delle piccole zucchine, che però non si sono mai sviluppate e sono
seccate.
E’ stato bellissimo quando, per la
prima volta, abbiamo raccolto i frutti del nostro lavoro!
I primi pomodori, i fagioli neri e
qualche carota, ancora però molto piccola perché doveva crescere di più.
In seguito le abbiamo raccolte quando
erano più grandi.
Nemmeno i pomodori cuore di bue hanno
fatto molti fiori, e quei pochissimi boccioli nati, purtroppo sono appassiti.
Ma io non mi sono concentrata molto
sugli ortaggi che non sono cresciuti, ma su quelli che da giugno non hanno mai
smesso di fare frutti e continuano a farne tutt’ora, come i pomodori datterini!
Una volta preso il via, continuano a
crescere in altezza, a fare germogli, che poi diventano bei fiori giallo
acceso, che appassiscono e creano il frutto, che cresce, diventa lucido, e nel
giro di non molto matura.
Il ciclo è
continuo, cioè mentre i fiori nati per primi fanno i frutti, quelli nati un po’
dopo appassiscono per diventare frutti in seguito, poi nascono nuovi fiori e
mentre nascono altri fiori la pianta sta già facendo germogli che sbocceranno e
così via finchè la pianta non smetterà di fruttificare, verso ottobre mi
sembra.
E’ bellissimo,
perché da un giorno all’altro i pomodori piccoli e verdi sono già un po’ più
grandi rispetto al giorno precedente.
Le piante
di pomodori datterini, da 25 cm circa qual’erano quando le abbiamo piantate,
adesso sono alte dal metro e mezzo fino alla più alta che misura circa due
metri e mezzo!
Anche i
fagioli, malgrado adesso le piante sembrino un po’ più malmesse, stanno
continuando a fare quei bei fiori violetto e si vedono già dei piccolissimi
baccelli.
Quando vado
là, la prima cosa che faccio è annaffiare, perché le piante succhieranno molto
nutrimento alla terra producendo così tanto e bisogna che le sostanze nutritive
e i sali minerali si rigenerino per continuare a colmare il fabbisogno delle
piante.
Beh, la
soddisfazione generale è stata grande.
E poi ho capito che, qualunque cosa tu faccia,
ci vuole passione.
SEMPRE.
Mariangela, anche questa volta, ha illustrato il nostro progetto con due disegni, che rappresentano Margherita e il suo orticello nelle sue due principali fasi.
Mariangela, anche questa volta, ha illustrato il nostro progetto con due disegni, che rappresentano Margherita e il suo orticello nelle sue due principali fasi.
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