giovedì 3 settembre 2020

"Fuga immortalata", un racconto di Mariangela ispirato a "La passeggiata" di Monet

 

Fuga immortalata

Marie Lautrach era una bambina nobile, di ricca famiglia.

Ella abitava in una casa grandissima , nella città di Parigi.

La casa di Marie, la villa Lautrach, era una villa sfarzosissima, in stile “fiabesco”: aveva due torri simili al mastio di un castello, era piena di ghirigori, abbellimenti, in stile liberty.

La  villa era piena di camerieri, domestici, cuochi e cameriere.

All’interno aveva mobili in stile classico e tantissimi accessori, abbellimenti, arredi.

C’erano, inoltre, tantissime scale e moltissimi tappeti indiani.

 La villa era sempre animata da visitatori e amici che, tutti i giorni, venivano a fare visita alla famiglia Lautrach.

 Nonostante la rigida educazione a cui era stata sottoposta, Marie era una bambina ribelle e scanzonata, non le piacevano le regole imposte dalla società, non le piaceva nemmeno la nobiltà, desiderava essere uno spirito libero.

Sogno molto difficile da realizzare….

Marie era sempre stata una sognatrice, aveva molti  sogni, ma quello che rincorreva di più era quello di diventare una ballerina.

La sua passione più grande, infatti, era danzare.

Marie iniziò a danzare chiedendolo ai genitori, infatti un giorno, mentre osservava l’illustrazione della copertina di un manifesto del balletto “ Il lago dei cigni”, disse ai genitori, convinta: “ Ho deciso, da grande sarò una grande ballerina!

Vi prego, iscrivetemi a danza!”

La madre le rispose: “Tu? Una ballerina? No, tu devi sposare un uomo ricco e devi avere tanti figli!”

Dopo una lunga discussione con i genitori, la bambina riuscì a farsi iscrivere all’accademia di danza dell’Operà de Paris.

Marie mostrò sin da subito un talento eccezionale per la danza.

La bambina crebbe e, arrivata all’età di sedici anni, era ormai una ballerina professionista.

Un giorno, Marie riuscì ad ottenere la tanto attesa parte di protagonista del balletto “ il lago dei cigni”.

Marie corse a casa e, arrivata, disse ai genitori: “ Madre, Padre, ho ottenuto la parte per...” ma non fece in tempo a finire, perché si trovò davanti un uomo sui venticinque anni, vestito bene, che discuteva con i suoi genitori.    

La madre disse a Marie con molta calma: “ Mia cara, questo è Eduard Courbet, il tuo futuro marito. Abbiamo già organizzato tutto, le nozze si svolgeranno tra due settimane”

Marie non volle ragionare e corse in  camera sua piangendo, disperandosi e urlando come una matta.

Passarono le due fatidiche settimane e Marie divenne la Signora Courbet.

Il matrimonio, purtroppo, non andava per niente bene: Eduard picchiava Marie per ogni singola, minima cosa, anche la più insignificante. Un giorno, per esempio, mentre erano in sala da pranzo, Marie disse al marito: Eduard, sistemati la cravatta, è un po’ storta e dà un’idea di disordine…”.

Eduard, infuriato, disse: “ Io, in disordine? Come osi, insignificante creatura? Non osare mai più pronunciare certe parole!!!”.

Detto questo, Eduard si mise a picchiare la povera moglie e, finita la “tortura”, se ne andò sbattendo la porta della sala da pranzo

Nonostante Marie detestasse il marito, i due ebbero un figlio prestissimo, che chiamarono Jacques.

La giovane madre adorava il figlio, lo amava più di ogni altra cosa, era la sua ragione di vita.

Eduard, purtroppo, manifestava la sua follia persino nei confronti del figlio, infatti lo picchiava ed era severissimo con lui.

Le violenze aumentarono sempre di più, fino a che, un giorno, esasperata ma convinta,         Marie disse al figlio Jacques: “ Tesoro di mamma, ho deciso, prendi gli oggetti a cui tieni di più e fuggiamo, andiamo via da questo inferno!”.

Jacques rispose: “ Va bene, Madre, andiamo via!”

La ragazza prese  qualche vestito e il suo amato parasole e uscì di nascosto insieme al figlio Jacques.

I due presero un calesse e si fecero portare al porto più vicino.

Marie aveva con sé i suoi unici risparmi , era disposta a spenderli per fuggire e per pagarsi una nave.

Arrivati al porto, l’unica imbarcazione disponibile era una nave mercantile.

La madre e il figlio erano talmente esasperati, che erano persino disposti a essere trasportati su quella imbarcazione.

All’epoca Marie aveva ventuno anni e Jacques ne aveva quattro, insomma, erano quasi due bambini.

Il viaggio durò un paio di giorni, i due vennero furono sbarcati in Inghilterra.

 Lì si pagarono un calesse e arrivarono a un prato in pieno sole, quella era una giornata splendida, considerando il clima abituale dell’Inghilterra.

In quel giorno, il giorno del loro arrivo, Marie indossava un abito di un colore bianco tendente all’azzurro, con una gonna non molto ampia e con molti panneggi, poi  portava il suo parasole.

Jacques, invece, indossava un cappellino di paglia  per proteggersi dal sole.

Marie e Jacques erano così solari, così gioiosi di avere aperto un nuovo capitolo della loro vita, che un pittore che si trovava nel luogo chiese loro: “Scusate, vi ho notati per la vostra bellezza, allegria e grazia, siete il soggetto perfetto per il mio dipinto: posso immortalarvi?”

I due accettarono.

Dopo essere stata immortalata, Marie seppe qualcosa in più sul pittore e iniziò a parlarci: l’artista era il francese Claude Monet ed era giunto in Inghilterra per trovare nuovi soggetti e nuovi spunti per i suoi quadri.

A Marie e Claude bastarono pochissime ore per capire che i due erano fatti l’uno per l’altra.

I due dopo pochissimo si sposarono e, dopo qualche settimana vissuta in Inghilterra, tornarono in Francia, in Provenza.

Nessuno lo sapeva, ma Marie, per la fuga, si era portata le sue scarpette da ballerina, così potè ricominciare a danzare.

Marie divenne una celebre ballerina,Claude Monet diventò un famosissimo pittore impressionista, Jacques crebbe e divenne un ragazzino molto intelligente e svelto.

Inoltre, il quadro che Claude aveva dipinto immortalando Marie e Jacques divenne celeberrimo e venne intitolato “ La passeggiata”.

Insomma, in questo modo tutti realizzarono i loro sogni e i tre si amarono fino alla fine della loro vita.

 


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