Fuga
immortalata
Marie Lautrach era una bambina nobile,
di ricca famiglia.
Ella abitava in una casa grandissima ,
nella città di Parigi.
La casa di Marie, la villa Lautrach,
era una villa sfarzosissima, in stile “fiabesco”: aveva due torri simili al
mastio di un castello, era piena di ghirigori, abbellimenti, in stile liberty.
La
villa era piena di camerieri, domestici, cuochi e cameriere.
All’interno aveva mobili in stile
classico e tantissimi accessori, abbellimenti, arredi.
C’erano, inoltre, tantissime scale e
moltissimi tappeti indiani.
La villa era sempre animata da visitatori e
amici che, tutti i giorni, venivano a fare visita alla famiglia Lautrach.
Nonostante la rigida educazione a cui era
stata sottoposta, Marie era una bambina ribelle e scanzonata, non le piacevano
le regole imposte dalla società, non le piaceva nemmeno la nobiltà, desiderava
essere uno spirito libero.
Sogno molto difficile da realizzare….
Marie era sempre stata una sognatrice,
aveva molti sogni, ma quello che
rincorreva di più era quello di diventare una ballerina.
La sua passione più grande, infatti,
era danzare.
Marie iniziò a danzare chiedendolo ai
genitori, infatti un giorno, mentre osservava l’illustrazione della copertina
di un manifesto del balletto “ Il lago dei cigni”, disse ai genitori, convinta:
“ Ho deciso, da grande sarò una grande ballerina!
Vi prego, iscrivetemi a danza!”
La madre le rispose: “Tu? Una
ballerina? No, tu devi sposare un uomo ricco e devi avere tanti figli!”
Dopo una lunga discussione con i
genitori, la bambina riuscì a farsi iscrivere all’accademia di danza dell’Operà
de Paris.
Marie mostrò sin da subito un talento
eccezionale per la danza.
La bambina crebbe e, arrivata all’età
di sedici anni, era ormai una ballerina professionista.
Un giorno, Marie riuscì ad ottenere la
tanto attesa parte di protagonista del balletto “ il lago dei cigni”.
Marie corse a casa e, arrivata, disse
ai genitori: “ Madre, Padre, ho ottenuto la parte per...” ma non fece in tempo
a finire, perché si trovò davanti un uomo sui venticinque anni, vestito bene,
che discuteva con i suoi genitori.
La madre disse a Marie con molta
calma: “ Mia cara, questo è Eduard Courbet, il tuo futuro marito. Abbiamo già
organizzato tutto, le nozze si svolgeranno tra due settimane”
Marie non volle ragionare e corse
in camera sua piangendo, disperandosi e
urlando come una matta.
Passarono le due fatidiche settimane e
Marie divenne la Signora Courbet.
Il matrimonio, purtroppo, non andava
per niente bene: Eduard picchiava Marie per ogni singola, minima cosa, anche la
più insignificante. Un giorno, per esempio, mentre erano in sala da pranzo,
Marie disse al marito: Eduard, sistemati la cravatta, è un po’ storta e dà un’idea
di disordine…”.
Eduard, infuriato, disse: “ Io, in
disordine? Come osi, insignificante creatura? Non osare mai più pronunciare
certe parole!!!”.
Detto questo, Eduard si mise a
picchiare la povera moglie e, finita la “tortura”, se ne andò sbattendo la
porta della sala da pranzo
Nonostante Marie detestasse il marito,
i due ebbero un figlio prestissimo, che chiamarono Jacques.
La giovane madre adorava il figlio, lo
amava più di ogni altra cosa, era la sua ragione di vita.
Eduard, purtroppo, manifestava la sua
follia persino nei confronti del figlio, infatti lo picchiava ed era severissimo
con lui.
Le violenze aumentarono sempre di più,
fino a che, un giorno, esasperata ma convinta, Marie
disse al figlio Jacques: “ Tesoro di mamma, ho deciso, prendi gli oggetti a cui
tieni di più e fuggiamo, andiamo via da questo inferno!”.
Jacques rispose: “ Va bene, Madre,
andiamo via!”
La ragazza prese qualche vestito e il suo amato parasole e
uscì di nascosto insieme al figlio Jacques.
I due presero un calesse e si fecero
portare al porto più vicino.
Marie aveva con sé i suoi unici
risparmi , era disposta a spenderli per fuggire e per pagarsi una nave.
Arrivati al porto, l’unica
imbarcazione disponibile era una nave mercantile.
La madre e il figlio erano talmente esasperati,
che erano persino disposti a essere trasportati su quella imbarcazione.
All’epoca Marie aveva ventuno anni e
Jacques ne aveva quattro, insomma, erano quasi due bambini.
Il viaggio durò un paio di giorni, i
due vennero furono sbarcati in Inghilterra.
Lì si pagarono un calesse e arrivarono a un
prato in pieno sole, quella era una giornata splendida, considerando il clima
abituale dell’Inghilterra.
In quel giorno, il giorno del loro
arrivo, Marie indossava un abito di un colore bianco tendente all’azzurro, con
una gonna non molto ampia e con molti panneggi, poi portava il suo parasole.
Jacques, invece, indossava un
cappellino di paglia per proteggersi dal
sole.
Marie e Jacques erano così solari, così
gioiosi di avere aperto un nuovo capitolo della loro vita, che un pittore che
si trovava nel luogo chiese loro: “Scusate, vi ho notati per la vostra
bellezza, allegria e grazia, siete il soggetto perfetto per il mio dipinto:
posso immortalarvi?”
I due accettarono.
Dopo essere stata immortalata, Marie
seppe qualcosa in più sul pittore e iniziò a parlarci: l’artista era il
francese Claude Monet ed era giunto in Inghilterra per trovare nuovi soggetti e
nuovi spunti per i suoi quadri.
A Marie e Claude bastarono pochissime
ore per capire che i due erano fatti l’uno per l’altra.
I due dopo pochissimo si sposarono e,
dopo qualche settimana vissuta in Inghilterra, tornarono in Francia, in
Provenza.
Nessuno lo sapeva, ma Marie, per la
fuga, si era portata le sue scarpette da ballerina, così potè ricominciare a
danzare.
Marie divenne una celebre
ballerina,Claude Monet diventò un famosissimo pittore impressionista, Jacques
crebbe e divenne un ragazzino molto intelligente e svelto.
Inoltre, il quadro che Claude aveva dipinto immortalando
Marie e Jacques divenne celeberrimo e venne intitolato “ La passeggiata”.
Insomma, in questo modo tutti realizzarono
i loro sogni e i tre si amarono fino alla fine della loro vita.
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