Diversi commenti a tanti miei post culinari mi hanno dato lo spunto per riflettere e cercare di spiegare il perché dei vari "Bimbi in cucina".
Innanzitutto, cucinare è una mia grande passione personale.
Ricordo bene la mia felicità di bimba quando, già a 3-4 anni, aiutavo la mia mamma a fare le polpette o la nonna a riempire i tortellini. Ricordo, tra i giochi che più mi piaceva fare, tutte le pappe, i pasticci, le torte e le lasagne preparate con foglie, bacche, rametti e petali di fiori ed i budini di sabbia al posto dei castelli, al mare.
Ricordo bene la mia felicità di bimba quando, già a 3-4 anni, aiutavo la mia mamma a fare le polpette o la nonna a riempire i tortellini. Ricordo, tra i giochi che più mi piaceva fare, tutte le pappe, i pasticci, le torte e le lasagne preparate con foglie, bacche, rametti e petali di fiori ed i budini di sabbia al posto dei castelli, al mare.
Ricordo i primi piatti preparati tutti da me, a 10 anni, per fare una sorpresa ai miei genitori che, per le prime volte, mi lasciavano qualche ora da sola in casa; ricordo la mia prima torta di mele, le prime pizze ammassate e sbruciacchiate e tanti pasticci in qua e là.
Ricordo la prima volta che invitai a cena il mio fidanzato Giorgio, circa 15 anni fa. E la sua richiesta, innocente e un po' frascona, da uomo, di preparare io la nostra torta di nozze, "perché come la fai tu, non la fa nessuno..". (io gli risposi di no, quasi seccata... con tutto quello che deve fare una sposa..., ma oggi questo è un ricordo molto dolce e tenero).
Ricordo la prima volta che invitai a cena il mio fidanzato Giorgio, circa 15 anni fa. E la sua richiesta, innocente e un po' frascona, da uomo, di preparare io la nostra torta di nozze, "perché come la fai tu, non la fa nessuno..". (io gli risposi di no, quasi seccata... con tutto quello che deve fare una sposa..., ma oggi questo è un ricordo molto dolce e tenero).
Con il Matrimonio e la maternità, questa passione è cresciuta, la tecnica e la perizia pure, l'attenzione verso ciò che la mia famiglia mangia, ancora di più.
Quindi, naturalmente, i miei bimbi mi hanno sempre vista ed assistita in cucina.
Fin da piccolissimi, vedendomi armeggiare con uova, farina e quant'altro, tutti loro si sono sempre uniti a me, vuoi per "aiutarmi" a rompere le uova, vuoi per impastare i biscotti, o per miscelare gli ingredienti di una torta.
Fare i biscotti con le formine, poi, è sempre stato uno dei giochi preferiti da tutti.
Quindi, naturalmente, i miei bimbi mi hanno sempre vista ed assistita in cucina.
Fin da piccolissimi, vedendomi armeggiare con uova, farina e quant'altro, tutti loro si sono sempre uniti a me, vuoi per "aiutarmi" a rompere le uova, vuoi per impastare i biscotti, o per miscelare gli ingredienti di una torta.
Fare i biscotti con le formine, poi, è sempre stato uno dei giochi preferiti da tutti.
Però, crescendo di numero e d'età, il nostro stare in cucina tutti insieme si è andato evolvendo, arricchendosi ed arricchendoci man mano di esperienze e ritualizzazioni.
Iniziammo a giocare in maniera un po' più mirata con la frutta quando le bimbe erano piccolissime: tra i 3 anni di Margherita ed i 12 mesi di Mariangela. Cominciammo con la spremuta di arance; poi preparammo le fragole di primavera, poi il succo d'uva, poi la spremuta di limoni per farne un gelato... e poi, via via, parlando degli animali della fattoria (iniziavano le nostre prime programmazioni di home-schooling), cucinammo frittate, torte e sfoglia parlando delle galline; lavorammo le salsicce ed i wurstel parlando del maiale, visitammo un caseificio e grattugiammo il Parmigiano... e via via, iniziammo a preparare cenette a tema mare-monti-campagna, a cucinare minestroni, fino alle torte delle stagioni e a tanto altro....
Quindi, più volte mi sono chiesta e sentita chiedere: perché?
Perché "far lavorare" i bambini in cucina?
Perché permettere loro di sporcare e sporcarsi?
Perché prolungare di tanto i tempi di una preparazione, correndo anche il rischio di un risultato non eccelso?
Le risposte, al di là di tutto, almeno per me, sono principalmente due: AMORE e VITA PRATICA.
Amore come motore primo di tutto ciò che faccio con e per i miei bambini e la mia famiglia. Amore come piacere di fare le cose insieme, con tanta passione e tanta allegria. Amore perché cucinare non è affatto solo un atto tecnico, ma è proprio un prendersi cura di chi amiamo. Cucinare bene qualcosa di buono significa dire: "Ho pensato proprio a te, perché so che questo piatto ti piace!", ma anche prendersi cura della salute in senso fisico, perché un piatto cucinato in modo corretto, con materie prime di buona qualità è un investimento sul benessere fisico di chi lo gusterà.
Amore e cucina anche come sapore e profumo di casa. Chi di noi non lega il profumo di una torta o di una preparazione speciale ad una nonna, alla propria casa, a qualche tenero ricordo d'infanzia?
Amore e cucina anche come sapore e profumo di casa. Chi di noi non lega il profumo di una torta o di una preparazione speciale ad una nonna, alla propria casa, a qualche tenero ricordo d'infanzia?
I miei figli, certamente, ricorderanno, da grandi, i profumi ed i sapori della nostra sfoglia, della pizza, del pane caldo, o le buffe forme di tante nostre torte...
E poi, ho riflettuto molto anche su un altro aspetto: tante ricerche affermano che grandissima parte di ciò che servirà nella vita non viene insegnato o imparato a scuola.
E poi, ho riflettuto molto anche su un altro aspetto: tante ricerche affermano che grandissima parte di ciò che servirà nella vita non viene insegnato o imparato a scuola.
Questo, se ci pensiamo, è molto vero. La maggior parte delle azioni necessarie al nostro vivere quotidiano esula completamente dai programmi scolastici.
Da mamma home-schooler, quindi, credo molto che insegnare competenze concrete ai miei figli sia utile e fecondo per la loro vita, presente e futura.
Nel presente, nel qui ed ora, intanto.
Perché non c'è alcuna plastilina sintetica, non c'è Pongo, Didò, Das, Fimo, Oplà o quant'altro che stimoli la manualità e la fantasia del bambino come un semplice impasto di acqua e farina.
Così come lo sviluppo della manualità fine e della coordinazione oculo-manuale.
Non c'è gioco in scatola od elettronico che aiuti a capire l'importanza del seguire una sequenza ben precisa e determinata, quanto una ricetta in cucina.
In cucina c'è scienza, c'è storia, c'è tanta matematica, c'è educazione tecnica, c'è igiene, arte ed artigianato.
Non c'è alcuna attività didattico-creativa che dia la soddisfazione di un piatto cucinato con le proprie mani, che dia senso pieno, completo e concreto a ciò che si è fatto.
Non c'è soddisfazione paragonabile al creare e realizzare un piatto con le proprie mani, assaporandolo ed annusandolo, alla fine.
Cucinare responsabilizza i bambini, sviluppa la loro attenzione, il senso dell'ordine, ma anche la loro creatività.
Tanti dei nostri progetti didattici, non a caso, si sviluppano, fanno tappa o addirittura partono in cucina.
Impastare, pesare, dosare, tagliare, spalmare, farcire, grattugiare, rassettare... sono tutte attività di vita pratica che serviranno comunque, nella vita.
Farlo insieme alle persone a cui vogliamo bene e per le persone a cui vogliamo bene è poi determinante, perché riempie di ancor maggior senso, calore e piacevolezza le nostre azioni.
Quando i miei bambini pasticciano in cucina sono autenticamente felici, entusiasti, coinvolti.
Come ho detto altre volte, ad attività collettive affianchiamo, ora sempre più frequentemente, passaggi individuali o di coppia, in modo da garantire maggior ordine ed attenzione.
E quando, inzaccherati di zucchero o farina, a turno mi dicono:"Mamma, mi piacerebbe fare il cuoco, da grande!", non c'è in me soddisfazione maggiore che un qualunque: "vorrei fare il dottore, o l'ingegnere o il veterinario". Perché, pur valorizzando ogni professione nel proprio indiscutibile ruolo sociale, la collettività ha, oggi, certamente più bisogno di cuochi e falegnami, che di medici o avvocati...
Nel presente, nel qui ed ora, intanto.
Perché non c'è alcuna plastilina sintetica, non c'è Pongo, Didò, Das, Fimo, Oplà o quant'altro che stimoli la manualità e la fantasia del bambino come un semplice impasto di acqua e farina.
Così come lo sviluppo della manualità fine e della coordinazione oculo-manuale.
Non c'è gioco in scatola od elettronico che aiuti a capire l'importanza del seguire una sequenza ben precisa e determinata, quanto una ricetta in cucina.
In cucina c'è scienza, c'è storia, c'è tanta matematica, c'è educazione tecnica, c'è igiene, arte ed artigianato.
Non c'è alcuna attività didattico-creativa che dia la soddisfazione di un piatto cucinato con le proprie mani, che dia senso pieno, completo e concreto a ciò che si è fatto.
Non c'è soddisfazione paragonabile al creare e realizzare un piatto con le proprie mani, assaporandolo ed annusandolo, alla fine.
Cucinare responsabilizza i bambini, sviluppa la loro attenzione, il senso dell'ordine, ma anche la loro creatività.
Tanti dei nostri progetti didattici, non a caso, si sviluppano, fanno tappa o addirittura partono in cucina.
Impastare, pesare, dosare, tagliare, spalmare, farcire, grattugiare, rassettare... sono tutte attività di vita pratica che serviranno comunque, nella vita.
Farlo insieme alle persone a cui vogliamo bene e per le persone a cui vogliamo bene è poi determinante, perché riempie di ancor maggior senso, calore e piacevolezza le nostre azioni.
Quando i miei bambini pasticciano in cucina sono autenticamente felici, entusiasti, coinvolti.
Come ho detto altre volte, ad attività collettive affianchiamo, ora sempre più frequentemente, passaggi individuali o di coppia, in modo da garantire maggior ordine ed attenzione.
E quando, inzaccherati di zucchero o farina, a turno mi dicono:"Mamma, mi piacerebbe fare il cuoco, da grande!", non c'è in me soddisfazione maggiore che un qualunque: "vorrei fare il dottore, o l'ingegnere o il veterinario". Perché, pur valorizzando ogni professione nel proprio indiscutibile ruolo sociale, la collettività ha, oggi, certamente più bisogno di cuochi e falegnami, che di medici o avvocati...
Che bello iniziare la giornata con il tuo post!!!
RispondiEliminaQuante cose vere dici. A scuola cosa imparano i nostri figli che effettivamente servirà loro nella vita concreta, pratica, di tutti i giorni?
Direi nulla a quasi!
Allora sta proprio a noi genitori far vivere ai bambini esperienze concrete.
Io non sono una brava cuoca. Ogni tanto dico a Luca " Io ci ho provato, ma questo piatto non mi è venuto molto bene" e lui mi rispnde sempre " Tu l'hai fatto con amore e questo mi basta!".
Però mettimi in mano un cacciavite o una pinza e faccio miracoli. Credo che Matilde abbia preso da me questo aspetto e ne sono contenta. Con lei progetto, costruisco, avvito, seghetto, ecc...
E' bellissimo!
Grazie per questo post, MammaElly.
Per me sei sempre più .... inspiring ( come si dice adesso)!!!!
Un abbraccio e buon 2 novembre.
Cara Catia, come sai, l'essere "inspiring" è assolutamente reciproco, tanto che questo post è nato in primis da un tuo commento. Quanto al resto, il discorso è chiaramente estensibile ad ogni attività di vita pratica. Ognuno di noi è particolarmente predisposto a qualche ambito, e meno ad altri. Per me è la cucina, per te il bricolage, ma il succo è proprio lo stesso. Grazie di tutto e buona giornata a voi!
EliminaIeri Matilde mi ha chiesto:
Elimina" Mamma, posso aiutarti a cucinare?"
Ho colto la palla al balzo.
E così tutta da sola ha preparato farro con speck, pomodorini e quartirolo.
Ha dosato il farro, ha fatto saltare lo speck, tagliato pomodorini e quartirolo.
"Mamma, è bello cucinare"
"Lo facciamo insieme tutti i giorni, vuoi?" le ho chiesto.
"Si, mamma, è proprio bello"
E così anche a cena abbiamo condiviso il momento della preparazione del pasto.
Bravissima, Matilde!!!!! E anche la mamma! Chissà che bontà...
EliminaBuona domenica!
Ma che bello questo post! È l'essenza di quello che provo quando cucino, da sola o con i miei bimbi...la meraviglia di sentire i profumi, i colori, la consistenza tra le mani. Ed è bellissimo vedere la loro concentrazione! Un paio di giorni fa è venuta una loro amichetta a casa e hanno voluto fare una torta completamente da soli, io gli ho solo messo ogni ingrediente in una ciotolina, poi hanno davvero fatto tutto loro, anche tagliare le mele con i coltelli di plastica (che insomma non essendo in cucina con loro mi davano più tranquillitá degli altri, che se no usano) e messo l'impasto nella tortiera...è la torta era davvero buonissima e poco male se poi loro, il tavolo e il pavimento erano ricoperti di impasto, una bella lavata per quei visetti così soddisfatti e passa la paura :) ! È ieri hanno voluto cucinare il pranzo loro, gli ho lasciato messo sul tavolo gli ingredienti richiesti e poi i due chef hanno lavorato alacremente, preparando anche la tavola con piattini colorati e ...flûte di cristallo...quelli della lista nozze...mia mamma direbbe che sono matta ma come potevo dirgli di no alla proposta entusiastica "daii usiamo i bicchieri belli?"...a dir la verità ne hanno anche rotto uno per sbaglio ma insomma ...un bicchiere è un bicchiere...la felicità dei miei bimbi vale di più :) ! Mi piace tanto la vostra idea dei pranzi a tema, mi sa che vi copieremo ;)
RispondiEliminaMi fa moltissimo piacere sentirti sulla mia stessa lunghezza d'onda! Ci sono troppi bambini che con i genitori condividono solo la tv o i videogames, o che vengono tenuti lontano dalla cucina perchè "poi sennò sporcano tutto...!". Anch'io avrei fatto esattamente come te: chissà come sono stati contenti i bambini!
EliminaPoi, non vorrei essere inopportuna ma... mi manca la vostra Casetta delle Idee...!
No macchè inopportuna :) ! Anzi grazie :) ! Mi sono lasciata prendere un pò dalla sensazione del momento e così l'ho chiuso...poi quando ci avevo fatto un pensierino a riaprirlo erano passati ormai i mesi per ripensarci...chissà magari proverò a riaprirlo o forse no non so davvero :) ! Tra l'altro tu sei bravissima a scrivere con continuitá io invece no O_o e poi spesso quando scrivevo una parte di me si chiedeva "ma a chi potrà mai interessare quello che scrivo"...vabbè ritornando ai bimbi...abbiamo fatto le vetrofanie con la colla ma non ci si attaccano ai vetri, che possiamo aver sbagliato? Un abbraccio
EliminaGuarda, è da un po' che te lo volevo dire, ma temevo di toccare un tasto dolente. Capisco i tuoi dubbi, ma ti assicuro che, almeno per me, la Casetta era un "luogo" caldo, piacevole ed accogliente. La continuità è importante per un blog, ma ci sono anche tanti altri aspetti che aiutano a farlo andare avanti.
EliminaLe vetrofanie che non si attaccano mi colgono sinceramente impreparata... noi le abbiamo fatte già due volte e sono sempre rimaste ben aderenti ai vetri per mesi. Hai provato ad inumidirle leggermente? Per aumentare l'effetto-ventosa. Oppure, forse, potrebbe dipendere dai colori...
Ciao Elly, giro nel web da poco e da quando ho trovato il vostro blog vengo spesso a sbirciare ;-)
RispondiEliminaDevo dire che abbiamo molte idee in comune, anche se non tutte ovviamente. Il mio sogno sarebbe l'homeschooling per le mie figlie....mi blocca per ora il dover lavorare e anche il ragionamento sulle parole di Gesù nel Sermone sul Monte, nel vangelo di Matteo, in cui dice che siamo "luce e sale" del mondo e quindi più siamo immersi nella società, più noi e i nostri figli possiamo dare il nostro contributo a migliorarla. Non mi dilungo, ma concludo facendovi i complimenti per tutte le bellissime attività che fate insieme...e il lavoro che vi fate per condividerle con noi!
Lena
Ciao Lena!
EliminaBenvenuta e grazie di averci scritto. Ci fa molto piacere che tu ci abbia trovati e che, di tanto in tanto ci segua.
Riguardo agli ostacoli all'home-schooling, effettivamente il lavoro può essere un ostacolo da non sottovalutare, specie se copre mattina e pomeriggio.
Non credo, però, che ci sia contraddizione tra il Discorso della Montagna e la scelta di fare home-schooling: infatti Gesù ci invita ad essere "sale della terra" e "luce del mondo", ma ciò può essere fatto in mille modi, dalla predicazione pubblica fino all'eremitismo come testimonianza di solitudine per essere vicini a Dio. Per noi cristiani, l'home-schooling ha lo scopo di formare in famiglia i testimoni di vita cristiana del domani. Ad ogni modo, per una testimonianza attiva della fede non è certo necessario o indispensabile andare a scuola, poiché i contatti sociali esterni ad una ristretta classe possono essere tanti.
Emozionante questo post!Non avrei saputo descrivere meglio cosa sia e cosa si provi quando si cucina per i propri cari. Anche noi cuciniamo spesso insieme e ti confesso che nei momenti di "stress" o di noia ci sono sempre due possibilità vincenti:leggere un libro insieme o cucinare. La vita mi ha donato prima due maschietti e dentro di me ho sempre pensato che nella vita dovessero anche imparare a cucinare, perchè è bello, è sano e crea Amore! Aggiungo una curiosità...io ho studiato ingegneria..il mio professore di fisica(uno di quei professori innamorati della materia che insegnano) riportava un sacco di esperimenti alla cucina:la chiamava "la fisica in cucina",tutto si può sperimentare in cucina! un bacione carissimi ziaSimo
RispondiEliminaChe bel commento! W la fisica in cucina, il cucinare tutti insieme, la lettura ed i professori innamorati della propria materia!
EliminaCiao bellissimo post , anch'io sono nuova e vi leggo da poco ma con passione. Mi piace la vs idea di home schooling e vorrei trovare qualcosa del genere che faccia al caso nostro.
RispondiEliminaabitiamo anche vicine....siete una bellissima famiglia
Ciao, Barbara! Grazie di tutto e benvenuta!
EliminaOttima argomentazione!
RispondiEliminaNon posso fare altro che ammirarvi!
ciao
vergognoso fa mangiare ai bambini cibi di origine animale
RispondiElimina