giovedì 29 marzo 2018

La nostra Settimana Santa 2018


La Settimana Santa, iniziata domenica scorsa con la funzione delle palme, ci sta portando a diverse esperienze ed attività, che cercano di coniugare spiritualità e preparativi per la festosa giornata di Pasqua.

A livello pratico, i bimbi mi stanno aiutando in cucina e si stanno dedicando ai lavoretti di Pasqua (che vi mostreremo tra qualche giorno), nella preparazione dei tortellini per il pranzo di Pasqua e di alcuni dolci...

Su iniziativa di Tommaso, abbiamo poi decorato la nostra sala fustellando e poi appendendo tante uova coloratissime, decorate coon fiocchi di carta velina.



Ovviamente... non solo cucina e lavoretti, ma anche preparazione spirituale.
Ci stiamo dedicando alla preghiera, a diverse funzioni religiose, a momenti di riflessione, sia in famiglia, sia con gli amici dell'oratorio.

Tra l'altro, abbiamo anche visto (o ri-visto) insieme il commovente capolavoro di Mel Gibson, "La Passione di Cristo"... sicuramente un po' forte per i bambini, ma incisivo e profondo, per ricordare quanto amore Gesù abbia per noi e quanta sofferenza ci sia in quella Croce che, distrattamente, tendiamo spesso a vedere e non guardare.


Già durante la visione del film, Giovanni e Tommaso hanno fatto questi disegni


Colpito dal film, Giovanni mi ha chiesto diverse informazioni storiche sulla pratica della crocifissione, così abbiamo fatto una piccola ricerca e, insieme, abbiamo imparato quanto fosse antica (addirittura le antiche civiltà mesopotamiche) e diffusa fino a quando fu vietata dall'imperatore Costantino.
Purtroppo rimase comunque praticata fino a tempi ben più recenti.



Questa mattina, poi, Camilla ha fatto l'analisi grammaticale dei "nomi della Pasqua".

Il tutto procederà con le funzioni del Triduo, con la decorazione e benedizione delle uova, sabato pomeriggio, e con la Messa e poi il pranzo di Pasqua, in cui faremo festa con i nonni.
Qui sul blog, ci "rivediamo" il giorno di Pasqua, per gli auguri.

lunedì 26 marzo 2018

Pannello fuori-porta di primavera

Anche per la primavera, abbiamo preparato un pannello fuori-porta.
Questa volta - a livello materiale e, in gran parte, anche progettuale - si è occupata di tutto Camilla.
Il primo passo è stato creare un bel color verdino-pisello (o erbetta di primavera)!) con cui dipingere la nostra base di legno compensato.

Per le lettere - sempre in legno - abbiamo scelto un bel rosa confetto.

Camilla è poi andata a comporre la scritta ed  incollare le lettere al pannello.
Infine, abbiamo decorato il nostro pannello andando a riprendere la scatola in cui conserviamo tanti ornamenti da noi realizzati nel corso del tempo. Questa volta abbiamo ripreso e riciclato le decorazioni in colla vinilica colorata che i bambini realizzarono per i vetri delle nostre finestre nel lontano 2012 (Vetrofanie primaverili). Poi, alcuni fiorellini, ed ecco fatto!


Eccolo attaccato alla porta di casa.

venerdì 23 marzo 2018

I libri di Margherita: Dracula



DRACULA

DATI EDITORIALI
Titolo:  Dracula
Autore: Bram Stoker
Casa Editrice: Newton Compton Editori
Numero di pagine: 381

GENERE DEL LIBRO
Romanzo horror, romanzo gotico.

LUOGHI DELLA STORIA
Inghilterra, Londra, Purfleet, Carfax, manicomio, camera di Mina e Jonathan, stanza di Quincey, camera del Dotttor Seward, camera di Renfield, sala da pranzo, stazione, treno, Piccadilly, casa a Piccadilly, Whitby, cimitero, scogliera, porto, casa Westenra, camera da letto di Lucy e Mina, Transilvania, albergo, camera d’albergo, treno, diligenza, bosco, carrozza, Castel Dracula, camera di Jonathan, stanze del Conte Dracula, sala da pranzo, corridoi, portone, cortile interno, camera da letto del Conte Dracula, passaggio segreto, scale, antica cappella, cimitero, cassa di terra, portone.

TEMPO DELLA STORIA
Diciannovesimo secolo, tempo indefinito.

PERSONAGGI PRINCIPALI
Conte Vlad III Dracula, Jonathan Harker, Mina Harker, Lucy Westenra, Dottor Abraham Van Helsing, Dottor John Seward, Arthur Godalming, Quincey Morris, amanti del conte Dracula, Elisabeta e altri personaggi minori.

TRAMA
Il giovane avvocato Jonathan Harker parte da Londra alla volta della Transilvania, per svolgere per conto di un amico legale alcuni compiti importanti.
Deve recarsi a Castel Dracula, dal Conte Vlad III, per trattare con egli l’acquisto da parte di quest’ultimo di alcune proprietà a Londra.
Eppure, già prima di giungere al famigerato castello, accadono cose strane: la gente, appena sa della sua meta, lo scongiura di non andare, gli regala crocifissi, rami di rosa, bibbie, vangeli, si fa il segno della croce e prega Iddio.
Jonathan è ignaro, non capisce quegli avvertimenti così strani, e prosegue per la sua strada.
Giunto a Castel Dracula, esso si presenta come un castello diroccato, tenebroso, molto antico, quasi gotico.
Viene ad aprirgli un uomo anziano, alto e molto magro, mortalmente pallido.
Nei giorni a seguire il Conte si presenta come un uomo astuto, intelligente, cortese seppur freddo.
Eppure, c’è qualcosa di molto strano in lui e nel castello stesso: per esempio, il Conte non mangia mai nessun cibo, non avverte il sonno, nel castello non c’è alcun servitore, e non c’è nessuno specchio…
Harker è inquieto, vorrebbe ritornare a Londra dalla fidanzata Mina, ma il Conte gli ordina di restare un altro mese e nonostante tutto, Harker è costretto ad accettare.
Eppure, Harker non potrebbe scappare neppure se lo volesse: le porte sono tutte sbarrate o chiuse con lucchetti di cui la chiave è introvabile. Il Conte lo ha rinchiuso nello spettrale castello!
Una notte, quest’ultimo vede il Conte sgattaiolare fuori nel plenilunio.
Intanto, Jonathan decide che non può restare oltre nel castello e tenta la fuga, cercando la chiave del portone principale.
Non trovandola, decide di cercare la chiave nella camera da letto del Conte Dracula: lì trova un passaggio segreto, che porta a un’antica cappella in rovina con annesso un cimitero.
In esso trova delle casse piene di terra, e in una di esse lo attende una terribile visione: il conte vi è disteso, talmente pallido e immobile da parer privo di vita, eppure ancora vivo.
Ma la cosa spaventosa è un’altra: dalla sua bocca scendono rivoli di sangue fresco, ed egli pare notevolmente ringiovanito.
Disgustato e terribilmente spaventato, Harker tenta di uccidere il Conte, che ormai ha capito essere un vampiro succhia sangue, ma la lama non scalfisce la sua pelle, lasciandovi solamente una cicatrice.
In quel momento giungono gli Szgany, fedeli servitori nomadi di Dracula, che caricano le casse di terra in cui c’è il Conte su un carro e se ne vanno.
In tal modo anche Jonathan ha modo di scappare, talmente scioccato da perdere i sensi e ammalarsi gravissimamente.
Per fortuna viene trovato da delle suore che lo ospitano nel proprio convento e lo curano.
Nello stesso tempo, la sua fidanzata Mina si trova a Whitby, dove vive l’amica Lucy.
Quest’ultima ha appena ricevuto tre proposte di matrimonio, da parte dal Dottor John Seward, di Quincey Morris e di Arthur Holwood, futuro Lord Godalming.
Lucy decide di sposare Arthur, di cui è innamorata.
La notte, però, la vita delle due amiche cambia: Lucy è sonnambula, tenta di scappare, di uscire, e al mattino non rammenta nulla.
Inizialmente Mina non si preoccupa.
Intanto, a Whitby accadono cose strane: una notte, durante una tempesta di violenza e proporzioni epiche, arriva miracolosamente nel porto un piccolo veliero disabitato, il cui capitano morto ha le mani legate al timone, con un crocefisso fra le dita. Nel diario del suddetto capitano di parla della misteriosa scomparsa di tutti i membri dell’equipaggio, e di come si pensasse la nave fosse abitata da uno spirito maligno.
Una notte, svegliandosi, Mina trova il letto dell’amica vuoto.
Trova Lucy seduta su una panchina nel cimitero, e accanto a lei scorge l’ombra come di un uomo vestito interamente di nero.
Quando riporta la ragazza in casa, nota sulla sua gola due forellini rossi.
Nei giorni seguenti Lucy diventa sempre più pallida ed emaciata, non e le piccole ferite sulla gola non si rimarginano mai.
Arthur è molto preoccupato per la fidanzata, tanto da chiedere il parere dell’amico John Seward, ignaro del fatto che anche egli fosse innamorato di Lucy.
Nemmeno il Dottor Seward riesce però a scoprire la malattia che affligge la ragazza e che sta portando al suo rapidissimo deperimento, per cui chiede il parere del dottor Abraham Van Helsing, un medico olandese di Amsterdam che ha un grande debito di riconoscenza verso il Dottor Seward.
Van Helsing capisce subito che il problema di Lucy è la mancanza di sangue nelle sue vene, per cui Arthur si sottopone alla pericolosa operazione di trasfusione e le dona il proprio sangue.
Per un po’ Lucy si riprende, ma ben presto ha un’inspiegabile ricaduta: a quel punto anche il Dottor Seward dona all’amata il proprio sangue.
La storia si ripete: Lucy sta meglio, ma poco dopo subisce una rovinosa ricaduta.
A quel punto è il Professor Van Helsing a fare la trasfusione, e intanto, intuendo qualcosa, riempie la camera in cui è perennemente stesa Lucy di fiori d’aglio.
Lucy guarisce, finchè la madre non sposta tutti i fiori d’aglio e Lucy peggiora incredibilmente.
Ormai non c’è più niente da fare, e la poverina muore.
Quando l’hanno sepolta, cominciano subito fenomeni molti strani: molti bambini piccoli del paese spariscono di notte, per poi tornare a casa pallidissimi e con due piccoli fori sulla gola, gli stessi che aveva anche Lucy…
E, cosa ancora più strana, dicono tutti di aver visto una “bella signora” che li conduceva di notte a fare una passeggiata.
Van Helsing cerca conferme per il suo sospetto.
Per questo si reca da Mina, che conosce dalle lettere e dal diario di Lucy che ha avuto il permesso di leggere.
Ella gli racconta tutto quello che sa.
Mette a disposizione del Professore (Van Helsing) il proprio diario e dopo un po’ di reticenza anche quello del marito, ritornato nel frattempo a casa, in cui sono scritte tutte le sue orride peripezie A Castel Dracula.
Dopo aver letto entrambi i diari, Van Helsing riesce finalmente a mettere insieme tutti i pezzi: il Vampiro, ovvero Conte Dracula di cui era ospite e prigioniero Jonathan, si è fatto trasportare in una delle cinquanta casse di terreno della Transilvania che gli serve per sopravvivere all’estero fino in Inghilterra…
E se il male fosse troppo forte per essere sconfitto?
Perché, forse, annientare un vampiro potrebbe essere più difficile di quanto si possa immaginare…

COMMENTO PERSONALE
Questo libro mi è piaciuto abbastanza.
La trama è avvincente, l’horror è elegante e mai troppo cruento seppure di grande effetto, l’ambientazione ben delineata.
E’ indubbiamente scritto bene, ma è un romanzo piuttosto pesante.
La logica è precisa, ma seguirla è difficile, anche a causa delle moltissime metafore usate da Van Helsing.
Mi sarei aspettata più umanità da parte di Dracula, e la storia che mi avevano raccontato altri non coincide con quella descritta nel libro: probabilmente si sono confusi con uno dei tanti celebri film.
In definitiva: bello, ben scritto, ma direi non adatto alla mia età.
Forse se l’avessi letto da più matura l’avrei trovato migliore e sarei riuscita a fare i collegamenti descritti nell’introduzione: molte cose in essa descritte non le ho riscontrate nel romanzo.

 Con questo post partecipo al  "Venerdì del libro" di "HomeMadeMamma".

Nota di MammaElly: questo libro è stato regalato a Margherita dallo zio, che lo aveva letto alla sua stessa eta. Io ero un po' perplessa, ma ho permesso che la ragazzina lo leggesse - dato che la incuriosiva e non aveva mai letto nulla del genere - e che potesse poi farsene un'idea propria... Così è stato, il suo senso critico emerge chiaramente dal commento personale. In effetti, al momento, "Dracula" resta l'unico romanzo horror da lei letto.


lunedì 19 marzo 2018

Homeschooling:tra libertà e responsabilità

Sempre più spesso ricevo mail con richieste di informazioni e leggo di famiglie intenzionate ad intraprendere il percorso di istruzione parentale (in Italia, ufficialmente, l'Homeschooling si chiama così).
Sicuramente, negli ultimi anni, il fenomeno dell'educazione parentale sta prendendo sempre più piede anche in Italia.
Se ne parla sempre di più sui giornali, in internet, in tv.
Resta sempre una realtà "di nicchia", sconosciuta ai più e apertamente osteggiata da molti, ma il malcontento generale nei confronti della scuola pubblica, unito a nuove realtà emergenti come le teorie gender, e la recente introduzione dell'obbligo vaccinale, sta portando sempre più famiglie ad informarsi su questa realtà d'istruzione alternativa, quando non ad abbracciarla con entusiasmo. Spesso - purtroppo - senza un'accurata riflessione alla base.
Lungi da me criticare questa scelta, anzi: come sapete, noi pratichiamo Hs da sempre, possiamo dire dalla nascita di Margherita; ufficialmente da ormai 8 anni scolastici, con tutto quello che questa scelta comporta, dal più minuto livello burocratico, alle fatiche organizzative, alle gioia più pura, ai periodi davvero no.
Quello di cui mi piacerebbe parlare qui, però, riguarda soprattutto un aspetto, che temo possa essere sottovalutato in particolare, quando si pensa all'homeschooling.
L'hs è libertà, eccome!
Porta con sè la libertà di scelta, la libertà di decidere come organizzare il proprio tempo, da ogni singola giornata "Cosa facciamo oggi?" alla vita in generale: quali attività svolgere, chi frequentare, dove andare, come imparare, ecc.
La libertà di potersi alzare presto o tardi la mattina, di studiare in pigiama o in un parco, o in mezzo a un bosco.
Di imparare a leggere con gli squali o i supereroi, di scrivere, leggere e dipingere quello che ci appassiona. Di andare per le strade, per musei e per negozi quando non c'è ressa, di fare matematica al supermercato o contando sassolini, conchiglie o castagne a contatto con la natura.
La libertà di decidere di fare un'uscita estemporanea, di organizzare una gita, di fare scienze in cucina, di organizzare cene a tema e tante feste, imparando in modo allegro e divertente.
La libertà di esprimere la propria creatività in tanti modi diversi, di far davvero fruttare i propri personalissimi ed unici talenti. Questo è un dono grandioso, una scoperta magnifica ed inebriante.
Questa libertà, che dall'esterno può sembrare "magica" - "Beato te!", è il commento principale quando amichetti dei miei figli imparano che facciano scuola a casa - è frutto e rovescio della medaglia di un'enorme responsabilità.
Responsabilità genitoriale, innanzitutto: scegliere di non mandare i propri figli a scuola è davvero una grande responsabilità.
A mio parere, anche scegliere di mandarceli è comunque una grande responsabilità: contrariamente ad un certo sentire comune, il primo responsabile educativo dei proprio figli resta comunque il genitore, anche se affiancato da insegnanti ed educatori esterni. E' mia responsabilità affidare mio figlio, specie con la particolare "assorbenza" tipico dei bimbi più piccoli, ad altri adulti; è mia responsabilità vigilare su quello che gli viene trasmesso e come gli viene trasmesso. Mi viene in mente Halloween, festa passata per allegro Carnevale ormai in tutte le scuole, in tv, nelle vetrine dei negozi.. Mi vengono in mente l'evoluzionismo, i pesanti filtri con cui viene presentata la Storia, l'appiattimento dei valori, delle nostre tradizioni, la Festa della pace, il non menzionare mai le origini delle nostre feste cristiane, la meraviglia della diversità dell'essere maschi ed essere femmine...
Se la scuola "laica  e a-confessionale" rinuncia a parlare ai bambini di tante cose o, peggio, cerca di indottrinarli in senso contrario al nostro Credo..  è nostro dovere di genitori indirizzarli e reindirizzarli, senza paura di non essere politically correct!
E senza infangare nessuno: è pur orrendo assistere - anche dall'interno della scuola - a sterili bracci di ferro tra genitori che difendono ad oltranza i propri figli, in pieno delirio di onnipotenza familiare ed insegnanti costretti ad incassare il colpo perchè comunque il cliente-utente ha sempre ragione. Tutto questo, salvo poi scaricare i bambini anche piccolissimi, a scuola dalle 7,30 alle 18, non sempre per reali esigenze lavorative, ma anche perchè "a casa si annoia... non so dove metterlo... ho bisogno di tempo per me".
Perchè, al di là del tanto sbandierato dialogo scuola-famiglia, davanti ad una sgridata o, peggio, una piccola "punizione" (tipo stare seduti e non giocare per 5 minuti) i genitori spesso insorgono; ma se insegnano a tuo figlio che l'uomo è stato una scimmia e tu "avevi sentito dire" che ci fosse un Creatore... beh, non viene nemmeno in mente di "protestare"...

Quindi, sì, l'homescholing può costituire una grande risorsa  ed una validissima alternativa.
Ma l'homeschooling in sè non si improvvisa come si improvvisa un'uscita al parco: l'hs è una scelta importante, che va ragionata alla luce di quello che comporta, di quello che offre ma anche che può potenzialmente "togliere".
L'hs significa scegliere e seguire un piano di studi, fare i conti con il tempo dell'anno scolastico e, almeno in parte, adeguarsi ad esso. Soprattutto ora che gli esami sono obbligatori.
Fare hs significa seguire i figli passo passo, giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Anche quando abbiamo mal di testa, quando loro sono scontrosi o quando tutti preferiremmo disegnare o uscire anzichè fare le equazioni. Significa rispolverare le proprie conoscenze a volte un po' ammuffite, riprendere in mano materie "liberandoci" dalle quali, da ragazzi, avevamo esultato.
Fare homeschooling con più figli significa, necessariamente, organizzare tempi e "turni", costringere qualcuno ad aspettare e qualcun altro ad applicarsi in determinati momenti, magari mentre il fratello dorme o sta giocando, perchè poi la mamma deve andare al lavoro o portare in palestra la sorella.
Fare hs, quindi, non è sempre semplice, non è sempre divertente, non è sempre "una pacchia".
Fare homeschooling è una responsabilità anche per i ragazzi: se è vero che non hanno compiti nè verifiche, che non devono uscire presto la mattina e affrontare particolari stress da prestazione "in itinere", è pur vero che, ogni giorno, si devono impegnare. Non è sempre semplice rinunciare a giocare, guadare la tv o sonnecchiare per decidere di applicarsi sui libri. Senza campanella o spauracchio dei voti, sei tu che devi decidere di sospendere quello che ti diverte ed andare a studiare.
C'è poi l'esame di fine anno, che per un bambino o ragazzino può anche costituire un certo carico emotivo e un grande impegno, dovendo dimostrare di essere preparato sul programma di un intero anno scolastico.
Scegliere l'hs comporta responsabilità anche a livello economico: stare tanto tempo con i bambini vuol necessariamente dire rinunciare ad uno stipendio o, come nel nostro caso, lavorare part-time.
Fare homeschooling è una responsabilità familiare. A livello di singola famiglia genitori-figli ma spesso anche, a livello più ampio, genitori-figli-nonni-zii. Nel nostro caso, ad esempio, continuare a fare hs non sarebbe stato possibile senza il supporto dei nonni, che si dedicano ai bambini nelle mie giornate lavorative.

Ma fare hs è meraviglioso.
Perchè, oltre alle fatiche, al di sopra delle fatiche, c'è davvero la libertà, la famigerata libertà, di imparare tanto di quello che ci piace e ci appassiona.
Di leggere tutto Dante, tutto Manzoni e tutto Leopardi, anzichè ridursi a due canti striminziti o ai riassunti dei "PS" (squallido acronimo per "Promessi Sposi" usato spesso a scuola); significa dedicare 4 o 5 mesi agli squali, se ti piacciono così tanto.
Significa studiare tutti i tipi di tessuto, se sei appassionata di moda. Significa studiare la storia delle Olimpiadi e la  biografia delle più grandi ginnaste, se sogni di diventarlo da grande.
Significa ripassare il corpo umano o gli Egizi con i Lego, fare ricerche su ricerche sui faraoni, le guerre o i coccodrilli. Significa guardare tanti documentari, entrare dentro un argomento e non lasciarlo finchè non ci si sente pienamente appagati.
Significa parlare di frazioni ogni volta che si mangia la pizza.
Significa leggere tre-quattro romanzi a settimana e scrivere, scrivere, scrivere per ore, se vorresti diventare una scrittrice.
Significa affiancare questo piacere immenso ed impagabile alla fatica di quello che ci piace meno o non ci piace affatto, ma che, sotto la spinta della scintilla dell'interesse, diventa una delle tante "parti del gioco".

Però, mi permetto di dare un consiglio, semplicemente sulla base della nostra esperienza.
Non scegliete di fare hs solo come fuga: che sia fuga dai vaccini, fuga dal gender, fuga dai compiti a casa. Fuggire non è mai una soluzione.
Se volete evitare quello che non vi piace, potete certo fare hs: ma tenendo sempre presente che non è sempre facile.
Non scegliete l'hs pensando di evitare problemi: probabilmente, anzi, di problemi ne avrete molti di più: problemi con chi criticherà, non capirà, farà di tutto per farvi sentire sbagliati e irresponsabili, prendendo di mira i vostri figli e la vostra capacità genitoriale.
Problemi con le istituzioni, spesso non pronte a quello che avvertono come protesta, critica sovversiva, scocciatura da gestire.
Non scegliete l'hs credendo che, tanto, tutto verrà da sè. Ciò non è affatto vero: i bambini vanno comunque sempre accolti, ascoltati, sostenuti. Nella noia come nel troppo impegno, nel moderarli nel gioco, nel dare paletti e regole. Come tutti i  genitori devono fare sempre.
Fare hs comporta studio e fatica, riduzione del sonno per noi grandi e grandi aspettative nei confronti dei piccoli, anche da parte dei parenti.
Fare hs comporta il dover fare i conti con noi stessi e con i nostri figli, tutti diversi, tutti imperfetti tutti reali.
Fare hs oggi comporta l'obbligo di esami: sono esami seri, magari non difficilissimi per un ragazzino seguito in rapporto uno-ad-uno, ma comportano comunque un certo dispendio emotivo e tanta applicazione.
Se al'esame di seconda elementare il bimbo non ricorda tutte le tabelline, nessuno vi mette in croce, ma se è lento o non comprende subito una scheda piena di quadrettini da "crocettare" e tabelle da riempire, se alle prove INVALSI o simili fatica a rispondere a monosillabi ma, naturalmente, scrive per esteso una risposta più ampia, potete essere più o meno velatamente accusati di non sapervi gestire o di non avergli insegnato abbastanza. 

Molto probabilmente, però, quando si troverà in mezzo agli altri vostro figlio sarà sereno e non avrà troppe paure nell'esprimersi e nel sentirsi "diverso"... perchè diversi lo siamo tutti, e chi non è abituato ad appartenere a gruppi codificati di classe-scuola-gruppetto sarà proprio orgoglioso di non fare quello che fanno tutti e non pensare necessariamente come pensano tutti.
Di integrarsi e stare con gli altri portando qualcosa di speciale.



Questo post partecipa a Liberi di Imparare

venerdì 16 marzo 2018

I libri di Margherita: 9 Novembre



9 NOVEMBRE
DATI EDITORIALI
Titolo: 9 novembre
Autore: Colleen Hoover
Casa Editrice: leggereditore
Numero di pagine: 308

GENERE DEL LIBRO
Romanzo rosa.

TRAMA
Fallon è una ragazza molto graziosa ma terribilmente insicura per via delle cicatrici impresse dal fuoco sul suo corpo a causa del gravissimo incendio di cui è rimasta vittima nella casa del padre quando aveva sedici anni.
Ben è bello, sensibile e dolce, ma un rimpianto che lo tormenta.
Entrambi sono insicuri e hanno bisogno di sentirsi amati per quelli che sono.
Quando per caso si incontrano al ristorante e Ben interviene in aiuto di Fallon durante una litigata con suo padre, facendo finta di essere il suo fidanzato, capiscono che non riusciranno più a stare l’uno senza l’altro.
Il problema è che quella sera Fallon deve partire da Los Angeles alla volta di New York, dove ha intenzione di trasferirsi.
Per questo dovranno separarsi dopo pochissime ore che si conoscono.
Appena prima che lei parta, all’aeroporto, stringono un patto: non si scambieranno né numeri di telefono né e-mail, e vivranno ognuno la propria vita, ma si incontreranno una volta l’anno a New York il 9 novembre, giorno in cui si sono conosciuti e anche anniversario dell’incidente che ha segnato la vita di Fallon.
Si incontreranno per cinque anni di seguito.
Per superare la separazione Ben, aspirante scrittore, le promette che scriverà un libro su di loro.
Così, attraverso una vita separata per 364 giorni l’anno, passandone insieme solo uno su 12 mesi, Fallon e Ben potranno mettere alla prova i loro sentimenti.
Scopriranno che l’amore è più forte di tutto, che né le cicatrici sul corpo di Fallon né la dolcezza di Ben sono un ostacolo, ma che anzi sono quello di cui hanno bisogno l’uno per l’altra...
Ma se un segreto improvviso entrasse improvvisamente nelle loro vite, distruggendo il loro amore?
E se non fossero le persone che si erano aspettati di essere?
Perché, forse, dietro quelle cicatrici si nasconde una storia…


COMMENTO PERSONALE
Questo libro mi è piaciuto veramente molto.
I due protagonisti sono perfetti; ho adorato Ben, così diverso da altri protagonisti di romanzi d’amore scontati che ho letto: non è un duro, non vuole essere sexy a tutti i costi, non pensa alle ragazze come a un oggetto e non desidera che siano perfette.
Non ci mette nemmeno un minuto a vedere oltre esse, a capire quello che c’è sotto la pelle segnata di Fallon.
E’ dolce, sensibile, affettuoso e insicuro, è divertente e con molto senso dell’umorismo, fa sempre ridere Fallon e in questo modo la mette a suo agio.
Sono due anime affini, e il loro, anche se può sembrarlo, non è un colpo di fulmine: è un amore che è esistito da sempre, non fondato sulla mera attrazione fisica ma su qualcosa di più profondo: capiscono subito di avere la medicina per l’anima ferita l’uno dell’altra.
E poi sì, a quel punto, dopo essersi conosciuti, allora certo che si desiderano, ma non è il classico “amore-da-spiaggia”, basato su nulla e poi dimenticato: il loro è un amore che dura nel tempo, temprato dalla pazienza, dall’attesa e dalle riflessioni.
Non è neppure un amore platonico o sempre uguale: è una storia fresca, ma non per questo perde di bellezza.
Mi sono piaciuti i colpi di scena inaspettati, che hanno sconvolto totalmente la storia.
Lo consiglio.


Con questo post partecipo al  "Venerdì del libro" di "HomeMadeMamma".


giovedì 15 marzo 2018

La canción de Marzo: La canción del trabajo


Margherita, per il mese di marzo, ha scelto di tradurre dallo spagnolo (come mesi fa dall'inglese)
una classica canzone Disney, quella dei topini di Cenerentola.
Ecco il video:
Poi il testo, la traduzione, una breve trama della fiaba/film e il disegno di Margherita.

La canción de Marzo
LA CANCIÓN DEL TRABAJO
Pobre Cenicienta
La molestan todo el tiempo
No la dejan ni un momento
Cenicienta, Cenicienta, Cenicienta¡¡¡

Cenicienta, Cenicienta,
pronto, pronto Cenicienta
Lava y plancha,
Trae la ropa, 
Barre y limpia la terraza
y si, cuando esta en la casa, la traen a las carreras
y cuando mas no puede, cuando casi esta ya muerta
Alguien grita, date prisa, cenicienta¡¡

Si, siempre su trabajo
Saben una cosa.?.. Cenicienta no podrá ir al baile
Que¡? , ¿No ira?, ¿que dijiste?
Que no ira al baile, Se saldrán con la suya
Trabajo, trabajo y más trabajo
No tendrá tiempo de arreglar su vestido
pobre Cenicienta
Tomado de AlbumCancionYLetra.com
Nosotros lo haremos!
Se lo haremos, se lo haremos 
Un vestido a Cenicienta
Un vestido tan precioso
Que luzca el más hermoso
Y no descansaremos, 
no descansaremos
Bailando el vals será una voz
Pedazos de su amor
Se vera como una reina, Cenicienta
Pronto, pronto,pronto todo mundo a la costura
La tarea no es tan dura
Será una linda hechura
Yo manejo las tijeras
Yo coso con la aguja
 eso es cosa de mujeres
Tú adornas si quieres
Para hacerle un vestido a Cenicienta
Sì, le haremos un vestido a Cenicienta.




La Cenicienta es una pelicula animada de 1950 basada en el cuento popolar del mismo nombre de Charles Perrault. La pelicula fue producida por Walt Disney.

Historia
Cenicienta es la sirvienta en su propia casa, sirviendo a su malvada madrastra y sus dos hermanastras.
Sus amigos son los pájaros y los ratones, incluyendo Gus y Jaq.
Cenicienta se prepara para ir al baile con un vestido que sus amigos ratones hicieron para ella, pero sus hermanastras destruyen el vestido y Cenicienta se queda en el jardín llorando.
Su hada madrina aparece para arreglar las cosas para que ella pueda ir al baile pero su madrina le advierte de que el hechizo se rompe a la medianoche.
En el baile, Cenicienta baila con el Príncipe y de inmediato se enamoran.

A medida que el reloj toca las 12, ella se apresura a regresar antes de que el hechizo se rompa, y en su prisa deja su zapatilla de cristal por detrás.
Al día siguiente, el Príncipe anuncia que se casará con la mujer que su pie encaje en la zapatilla de cristal.
La madrastra se entera de que Cenicienta es la mujer que busca el príncipe, y la malvada mujer encierra a la joven para que ella no tenga oportunidad de probarse la zapatilla.
Los ratones y sus otros amigos animales ayudan a Cenicienta a escapar y se apresura a la planta baja para aprobarse la zapatilla de cristal, pero se rompe antes de que pueda probarla. 
Cenicienta revela que ella tiene la otra.
Ella se la prueba, haciendo un ajuste perfecto.
Se casa con el Príncipe y se despide de sus amigos animales, en el hermoso carruaje.

lunedì 12 marzo 2018

Idea per la mamma: cartellone con foto a confronto


La settimana scorsa ho compiuto gli anni (già 40!) e i miei ragazzi, insieme alla nonna, mi hanno fatto un regalo molto simpatico e gradito: un cartellone intitolato così:

 In pratica, hanno selezionato, raccolto e stampato tante fotografie di me bambina e ragazzina e poi sono andati - mentre io ero al lavoro - alla ricerca di fotografie e situazioni analoghe tra le tantissime loro fotografie.
Il risultato è un vero e proprio collage delle nostre storie, pieno di simpatiche analogie, in un gioco di "caccia alla somiglianza" lungo un discreto arco temporale...
Ve lo mostro perchè, oltre al fatto che a me ha fatto tanto piacere, credo che possa essere un'idea originale e carina per la prossima Festa della mamma.

Ecco qui il cartellone completo



E le varie immagini a confronto, situazione per situazione, in ordine cronologico:

Io e Margherita, neonate


Io e Camilla, sedute e col ciuccio

Io e la mia mamma; Mariangela con me

Mariangela in macchinina rossa spinta da Giovanni; io in macchinina rossa; 
Giovanni in macchinina rossa


Io, a Carnevale, vestita da indiana; i bimbi con i nostri costumi da indiani 


Io (al centro) con un cucciolo di leopardo in braccio (foto-spiaggia anni '80); ai lati: Mariangela e Margherita con il piccolo Pepe


Io in riva al mare; Mariangela in riva a mare

Io che nuoto in piscina; Margherita che nuota al lago


Io, mio fratello e un'amica in risciò; io e i bimbi con la cargo-bike


Io nel giorno della mia Prima Comunione; Margherita nel giorno della sua Prima Comunione, 
con la stessa coroncina di fiori.


Io e mio  fratello vestiti da damina e cagnolino dalmata; Margherita con il mio costume rimodernato; Tommaso e Giovanni vestiti da dalmata.


Io e mio fratello in bagno; i bimbi nella vasca da bagno


Io con mio fratello sulla schiena; Margherita con Tommaso sulla schiena.


Io e mio fratello su un prato fiorito; i bimbi su un prato fiorito


Io vestita da Paperina; Mariangela alla sua "Festa Paperina"


Belo, vero?
Concludo con la meravigliosa - e squisita - torta di frutta preparata dalla mia mamma:

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