Dopo la nostra gita nel bosco, abbiamo dedicato diverse giornate alla conoscenza della castagna.
Le attività sono state tante e varie, alcune adatte a bimbi di diverse età,altre più specifiche. Il tutto è stato, comunque, reso particolarmente significativo dal contatto diretto col frutto, a partire dalla sua raccolta nell'ambiente naturale, fino alla degustazione.
1 - Per Margherita (classe III), un dettato, elaborato e semplificato da questo testo.
DETTATO - La castagna, dono d’autunno.
Tipicamente autunnale, la castagna prende il suo nome da quello di
un’antica città della Tessaglia, regione al nord della Grecia, che sorgeva al
centro di estesi castagneti.
In Europa ne parlò per primo Senofonte, nel IV secolo a.C., definendo il
castagno come “albero del pane”.
In seguito Marziale, nel I secolo a.C., e poi Virgilio descrissero il consumo e
la coltivazione delle castagne.
In passato le castagne erano considerate un dono preziosissimo della natura
perché potevano sfamare negli inverni più rigidi, si conservavano a lungo, si
prestavano a moltissime ricette e addirittura venivano usate come moneta di
scambio. I boschi venivano tenuti puliti proprio in attesa della loro caduta e
la raccolta era uno dei momenti più vivaci e allegri delle comunità montane.
Oggi abbiamo perso questa tradizione e con essa il vero valore di questo
frutto che, dal punto di vista nutrizionale, può essere paragonato ad un
cereale per la quantità di carboidrati che contiene.
Le loro proprietà nutrizionali sono eccezionali: sono ricche di sali
minerali, vitamine e carboidrati.
Sono ottime sia bollite, sia saltate sulla fiamma (le caldarroste).
Con le castagne secche si può ottenere una farina particolare, con cui
preparare un dolce molto conosciuto: il castagnaccio. La stessa farina può
essere usata per preparare anche altre specialità; innumerevoli sono le ricette
disponibili, dagli gnocchi alla polenta, dalle frittelle alle torte.
Le castagne sono buonissime nelle minestre di verdure, al posto del pane o
della pasta, e accompagnano bene ogni tipo di pietanza.
Infine, le castagne vanno benissimo per i bambini piccoli perché sono più
digeribili dei carboidrati dei cereali, purché si facciano cuocere a lungo.
È bellissimo andare per castagne nei nostri boschi: si passa una
meravigliosa giornata nel silenzio della natura e nella bellezza di questi
boschi che si preparano per l’autunno.
2 - Intanto i più piccoli coloravano le castagne e la loro raccolta...
3 - Poi abbiamo letto tutti insieme questa filastrocca, che per Margherita è diventata un altro dettato.
2 - Intanto i più piccoli coloravano le castagne e la loro raccolta...
3 - Poi abbiamo letto tutti insieme questa filastrocca, che per Margherita è diventata un altro dettato.
LA
CASTAGNA
C’è un frutto rotondetto,
di farina ne ha un sacchetto,
se lo mangi non si lagna:
questo frutto è la castagna.
di farina ne ha un sacchetto,
se lo mangi non si lagna:
questo frutto è la castagna.
La castagna è proprio buona,
è lucente, un po’ birbona:
giù dal riccio schizza via,
se ti punge, mamma mia!
è lucente, un po’ birbona:
giù dal riccio schizza via,
se ti punge, mamma mia!
La castagna in acqua cotta
prende il nome di ballotta;
arrostita e profumata
prende il nome di bruciata.
prende il nome di ballotta;
arrostita e profumata
prende il nome di bruciata.
Se la macini è farina
dolce, fine, leggerina:
se la impasto cosa faccio?
Un fragrante castagnaccio!
dolce, fine, leggerina:
se la impasto cosa faccio?
Un fragrante castagnaccio!
4 - Queste tre leggende sulla castagna, oltre che esercizio di lettura, sono state analizzate con alcune domande e risposte, sia a livello contenutistico, che grammaticale.
Tre leggende sulla castagna
Tanto, tanto tempo fa, le castagne non avevano il riccio, ma erano appese
ai rami come le mele. Un giorno tre di loro decisero che quell’inverno non
volevano soffrire né il caldo né il freddo e quindi si rivolsero al castagno
più vecchio.
L'albero consigliò loro
di chiedere ai ricci del bosco di portare i loro amici morti. Le castagne così fecero, tolsero la pelliccia
spinosa dai ricci morti e la avvolsero addosso. Da quel giorno, narra la
leggenda, le castagne ebbero il riccio.
Un’altra narra che
moltissimi anni fa, in un bosco di montagna, viveva una famiglia di ricci:
mamma, papà e i loro piccoli. Accanto ad essi, c’era un enorme albero
pieno di castagne.
Ogni giorno, un gruppo
di scoiattoli affamati si avvicinava all’albero per mangiarne i frutti. Un bel
giorno, la famiglia dei ricci pensò di fare una passeggiata nel bosco. Sentì
delle lamentele e si avvicinò curiosa all’albero per vedere chi fosse.
Salì sopra e rimase
sorpresa nel vedere le tristi castagne che si lamentavano, e spiegarono loro degli scoiattoli che le
mangiavano. Insieme, escogitarono un bel piano: al momento dell’arrivo degli
scoiattoli, le castagne si sarebbero nascoste dentro i ricci.
Così fecero. Da quel
giorno, gli scoiattoli si punsero e non vennero più a disturbare le castagne. Ecco
perché, ancora oggi, le castagne mantengono il loro riccio per proteggersi dal nemico.
Infine, un’altra
leggenda fa risalire a San Benedetto l’apertura dei ricci. Per ascoltare le
preghiere delle popolazioni che volevano sfamarsi con le castagne, il santo
le benedì. Queste si aprirono immediatamente, ricordando con la loro apertura
il segno della Croce.
5 - Un approfondimento sulla castagna, preparato da noi partendo da Wikipedia ed altro materiale trovato in rete, e arricchito di tante immagini.
Il conte
Attilio va a raccogliere castagne nella sua tenuta, assieme al suo servitore
Gastone.
Insieme
riempiono 23 sacchetti con 170 castagne ciascuno.
Alla fine
della giornata, controllando le castagne raccolte, ne gettano via 73 marce.
Che bel lavoro! E, come sempre, che meraviglia gli acquerelli!
RispondiEliminaGrazie tante!
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