lunedì 19 ottobre 2015

Ancora sul gatto...



Concludo (almeno per ora) l'argomento-gatto con un po' di disegni, cornicette e dipinti realizzati negli ultimi tempi dai bambini, tutti ispirati dall'amico felino, e con un tema scritto da Margherita.

CORNICETTE
Un po' tratte dalla nostra raccolta, un po' rielaborate o inventate...

DISEGNI E DIPINTI
Un gattino in una zucca per rappresentare il mese di ottobre, scelto da Camilla (acquerelli) e Mariangela (acquerelli e matite colorate), da un'idea di Artprojectsforkids.

Per Margherita, un gatto astratto colorato con i pennarelli ed ispirato da un progetto del bellissimo libro "Art therapy" ed. Ippocampo.


Ed un delicato acquerello ispirato dalla "Bambina con gatto di Otto Scholderer"


Tema di Margherita
Il Gatto
Quando diciamo “gatto” pensiamo a un animale egoista e solitario, capace solo di affezionarsi alla casa, ma non è assolutamente vero.
Il gatto ha una storia lunga come quella del cane, se non di più.
I primi esemplari di questo felino risalgono a 50 milioni di anni fa.
Il rapporto fra uomo e gatto è antichissimo, a Cipro è stata rinvenuta una tomba risalente al 7.500 a.C. in cui un essere umano è stato seppellito con un gatto.
Andando avanti con la Storia, vediamo gatti addomesticati presso gli antichi Cinesi e addirittura gli antichi Egizi veneravano questo animale, che consideravano sacro.
La dea Egizia Bastet è spesso rappresentata come una donna con la testa di gatto attorniata da una cucciolata di gattini.
Non c’è da stupirsi che il gatto, oggi così comune, un tempo destasse stupore o addirittura venerazione.
Presso l’uomo antico, il gatto svolgeva l’importantissimo compito di sterminare i roditori che invadevano i campi, e per questo era molto amato.
Furono i Fenici che, caricando clandestinamente dei gatti sulle loro imbarcazioni, portarono il gatto in Europa e i Romani pensarono a diffonderlo in tutto il continente, dove fu amato e coccolato.
Nel corso della storia umanità, il gatto è stato amato ed ammirato per la sua bellezza e odiato a causa del fatto che nel Medioevo veniva associato ai riti pagani e di stregoneria.
Al giorno d’oggi il gatto è amato e molto diffuso.
Io, sinceramente, adoro il gatto.
Mi piace tutto di lui: è  elegante, silenzioso, vanitoso, orgoglioso, giocoso, amante del caldo e della casa, può passare intere giornate a dormire sul termosifone o dentro  un cassetto nell’armadio.
Il gatto è un animale magnifico, ne esistono tantissime razze, di cui la mia preferita è il gatto soriano o di casa, a cui tutto è concesso per pelo, occhi, zampe, muso o carattere.
Mi piacciono in particolare i gatti a pelo corto, tigrati e con gli occhi grigio-verdi, come il mio bellissimo gattino Pepe.
Secondo me i gatti tigrati sono il vero felino: astuto, vendicativo, slanciato, agile, scattante, intelligente, indipendente e amante della caccia.
Questo, per me, è il Vero Gatto.
I gatti hanno diversi modi di comunicare, di cui il più usato e originale e quello degli occhi.
Guardando gli occhi di un gatto, capisci i suoi sentimenti, come se fossero lo specchio dell’anima.
Anche i baffi ci possono dare molte informazioni sul nostro micio: se i baffi (o vibrisse) sono protesi in avanti o allineati con il muso, vuol dire che il gatto è contento e sta bene; se sono rivolti indietro, cioè più aderenti al muso, vuol dire che il gatto è sofferente o irritato.
Il modo più simpatico e intuitivo per capire lo stato d’animo di un felino, però, è guardare la coda: se la batte al suolo è nervoso e irritato; se la coda è diritta vuol dire che è felice; se è dritta con la punta protesa in avanti vuol dire che è amichevole; se la coda è alta e gonfia, vuol dire che è furibondo e sta per attaccare.
Il gatto è da sempre il più acerrimo nemico del cane.
Quando ne vede uno, si inferocisce: inarca la schiena, rizza il pelo, abbassa le orecchie, spalanca gli occhi, comincia a soffiare e gonfia spaventosamente la coda.
Rizzare e gonfiare il pelo serve per sembrare più grosso e spaventare l’avversario, che talvolta può essere un altro gatto se quest’ultimo invade il territorio dell’altro.
Tutti si immaginano che il cane, più grosso e possente, vinca la lotta, ma di solito è il gatto ad avere la meglio.
Ho visto una volta un gatto che ha talmente spaventato un cane che esso se ne è tornato a casa con la coda fra la gambe.
Il gatto gode della fama di essere un animale che non ama la compagnia dell’uomo, ma non è assolutamente vero.
Quando il gatto fa le fusa appena ti vede o lo accarezzi, non è forse un modo di dirti che gli piace stare con te e che ti vuole bene?
Quando il gatto ti segue o ti si struscia sulle gambe non  è un modo di volerti bene?
Quando, tornato a casa da una lunga e faticosa giornata, lui ti si acciambella sulla pancia e fa le fusa come a dire: “Perché mi ha lasciato solo tutto il giorno?” non è un modo di dirti che gli sei mancato?
Solo perché i gatti vedono nel padrone anche uno scopo utilitaristico e non leccano e sbavano quando torni a casa,  non vuol dire che non ti si affezioni.
I cani leccano, sbavano, ringhiano e per loro il padrone è al centro del mondo, il loro grande idolo e se questo viene a mancare, essi muoiono con lui.
Per carità, la fedeltà è una gran dote, ma il gatto, se il suo padrone muore o cambia casa, non può morire solo per quello, ma ha bisogno di un punto di riferimento da seguire e se il suo precedente non c’è più, ne deve cercare un altro.
Così è il ciclo della vita.
Queste sono solo menzogne messe in giro dagli amanti dei cani che vogliono sminuire le qualità del gatto e farli odiare da tutti.
Ma io no, io non ci casco, queste sono bugie  e devono essere smascherate, io amerò sempre, e dico sempre, il gatto perché non dobbiamo giudicare secondo quello che dicono gli altri, ma giudicare con il nostro cuore.
Prendete un gatto e ve ne accorgerete.
Secondo me le fusa del gatto, quando esso ti cerca, ti si struscia sulle gambe, valgono più di qualunque dimostrazione d’affetto del cane.
Questi piccoli affetti felini gratificano di qualsiasi sforzo fatto nella vita, ti fanno capire che se anche ti abbandonano tutti, lui resterà per sempre con te, perché non è vero che i gatti non amano, i gatti amano, amano eccome. 

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