DATI EDITORIALI
Titolo: Al Paradiso delle
Signore
Autore:
Èmile
Zola
Casa
Editrice: e-newton CLASSICI
Collana: I MAMMUT
Numero
di pagine: 424
GENERE DEL LIBRO
Romanzo.
LUOGHI DELLA STORIA
Europa, Francia,
Parigi, Al Paradiso delle Signore, vari
reparti, varie sale, tutti i corridoi, ultimo piano in cui dormono le commesse
e i commessi, studio di Octave Mouret, cassaforte, sotterranei, soffitte, Il vecchio Elbeuf, Rue Saint-Lazare, Rue
de la Michodière, place Gaillon, Rue Neuve-Saint-Augustin, Rue Saint-Roch, Rue
de Dix-Diciembre, varie vie intorno al Paradiso, camera di Geneviève,
Lungosenna di Parigi, paese vicino, osteria, piccolo bosco, barca a remi.
TEMPO DELLA STORIA
Qualche anno, tempo
non precisato.
PERSONAGGI PRINCIPALI
Denise, Octave
Mouret, zio Baudu, Geneviève, Jean, Pèpè, Madame Baudu, Colomban, Claire, Madame
Aurélie Lhomme, Marguerite, Monsieur Lhomme, Monsieur Bourdoncle, cerchia di
donne dell’alta società e dell’alta borghesia, commessi, e altri personaggi
minori.
TRAMA
Denise
è una fanciulla di diciotto anni, graziosa, con lunghi capelli biondi, sereni
occhi azzurri, un volto sorridente e paziente, è esile, gentile, dolce, timida
e virtuosa.
Ha
appena diciotto anni quando rimane orfana di entrambi i genitori, con a carico
due fratelli minori, il dolce e silenzioso Pèpè, di cinque anni, e Jean, un bel
ragazzo florido e seducente, di quattordici anni.
Un
lontano zio di Parigi, tal zio Baudu, le fa la proposta di venire a stare da
lui.
Denise
rifiuta, e per due anni vive lavorando in una piccola merceria.
Quando,
però, la merceria fallisce e Denise si ritrova senza lavoro, disperata viaggia
fino a Parigi e chiede ospitalità allo zio.
Lo
zio Baudu è un uomo anziano e bilioso, amareggiato fino alla disperazione dal
fallimento del suo negozio, schiacciato dalla concorrenza con il Paradiso Delle
Signore, il meraviglioso, sfolgorante negozio di vestiti, abiti, pizzi,
merletti, stoffe, sete, velluti, colletti, biancheria, grembiuli, nappine,
nastri, ventagli, tutto a prezzo stracciato, che hanno davanti, e che sta lentamente rubando loro ogni cliente, lasciandoli nella miseria.
Lo
zio Baudu ha una moglie, una donna pallida e malaticcia, sempre malata e
sofferente, e una figlia, Geneviève, una giovane dell’età di Denise, pallida,
anemica, debole, silenziosa e scheletrica, promessa sposa al sanguigno commesso
Colomban, dai facili amori, che la tradisce già nonostante siano solo
fidanzati.
Lo
zio Baudu non sa come fare a mantenere altre tre persone con le esigue rendite
del suo negozio fallito, e, con loro estrema amarezza, Denise è costretta a chiedere
lavoro al loro mortale nemico: il Paradiso delle Signore.
Denise
viene assunta, ma all’inizio la vita, per lei, non è affatto semplice.
Le
altre commesse, in particolare Claire e Marguerite, sono crudeli e maligne,
invelenite e sprezzanti, la deridono perché viene dalla provincia, per i suoi
abiti poveri, per le sue maniere servizievoli e la sua voce dolce, invidiose per
la sua fresca bellezza, la sua mansuetudine d’animo e la dolcezza del suo
comportamento.
Dopo
un lungo anno di lotte e di privazioni, Denise diventa caporeparto, anche
grazie al favore che gode presso il proprietario del negozio.
Octave
Mouret, infatti, è un giovane sulla trentina, bello, bruno, seducente, brillante
e vedovo, dopo la morte di sua moglie, Madame Heudin, avvenuta qualche anno
prima.
Il
merito del successo strepitoso del magazzino sta a lui, al suo brillante
ingegno, alle sue idee rivoluzionarie e vincenti riguardo al commercio moderno,
al libero mercato e a un ricircolo di merci sempre aperto e arioso, che lo
porta a investire il suo esorbitante capitale in maniera enormemente fruttuosa.
Mouret
è un amante della Donna, la idolatra e la disprezza allo stesso tempo: le ama e
le usa, le desidera e le detesta, le attira a sé in ogni modo e poi le respinge
bruscamente.
Note
sono le sue numerose amanti, lasciate con i cuori spezzati.
Quando,
però, incontra Denise, né è subito attratto: dolce, esile, aggraziata come una
farfalla, intelligente e schiva insieme, graziosa e pudicamente seducente, lo
irretisce e lo attrae.
Cerca
in ogni modo di farne la sua amante, ma la ragazza, spaventata, lo respinge e
lo rifugge.
Non
abituato ad essere respinto, Mouret né è sconvolto.
Inizialmente
pensa che sia solo una mera attrazione fisica, ma poi il sentimento si evolve
in un amore delicato, cieco, assoluto.
Quella
che era attrazione è ora mutata nel più profondo degli amori.
La
storia di Denise e Mouret è, però, solo una delle tante che si intrecciano al
corso furibondo del magazzino, che tutto vuole e tutto ottiene.
C’è
la storia della piccola, triste Geneviève, malata nel corpo e nell’anima: nel
corpo da un sangue guasto, bianco e malato, troppo povero per nutrire il suo
misero, esangue corpo; nell’anima dai continui tradimenti dell’amato Colomban,
che rifiuta di sposarla e si getta vertiginosamente in folli passioni carnali.
Geneviève,
debole e scarna fino all’anoressia, muore infine a ventidue anni, consumata dal
dolore.
C’è
la storia del vecchio ombrellaio, che rifiuta stoicamente di cedere al Paradiso
delle Signore, nonostante stia miseramente fallendo.
C’è
la storia di tutta la miseria di Parigi, delle botteghe che falliscono una dopo
l’altra, schiacciate dall’opulento e onnipotente magazzino moderno, Al Paradiso
delle Signore.
C’è,
per contrasto, una folla di donnicciole di ogni età e condizione sociali
abbagliata dalle vetrine fantasmagoriche del Paradiso delle Signore, con le sue
cascate di merletti, le bandiere di nappine, i torrenti di sete e stoffe, le
trecce di nastri, il bianco lucore dei cristalli dei vestiti, stordite
dall’odore della stoffa nuova, delle rose, della cera, da quello muschiato dei
belletti, da quello intenso di donne che si sprigionava dalle femmine impazzite
che affondavano bramose e folli le mani nei merletti, che rubano pur di
comprare, comprare, comprare.
È
l’incanto di una Parigi moderna, che seduce, acceca, si evolve.
COMMENTO PERSONALE
Questo libro mi è
piaciuto moltissimo.
Consigliatomi da mia
madre perché attinente al periodo che stavo studiando in Storia (la seconda
rivoluzione industriale), l’ho adorato.
Mostra il volto di
una Parigi dilaniata da contrasti, fra la povertà e un lusso ostentato, fra la
miseria nera e una lucente opulenza, fra li fallimento e l’ascesa, fra il
tramonto dell’antico commercio e il sorgere di quello nuovo, moderno, aperto.
La storia è scritta
divinamente, mi sembrava davvero di essere fra la calca pressante delle donne
che inondavano il grande magazzino, di esserne travolta, di essere abbagliata
dai colori delle stoffe, soggiogata dalla brama di possedimento di ninnoli
inutili e a basso prezzo, ma in quantità sbalorditive.
È il primo libro che
ho letto di Zola e ne leggerò sicuramente altri.
Lo consiglio
vivamente a tutti.
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