venerdì 10 marzo 2017

Una piccola intervista sull'homeschooling


Oggi, su VICE, un articolo sull'homeschooling in cui si parla anche di noi:

Chi sono gli italiani che scelgono di far studiare a casa i loro figli


Vi riporto il testo integrale della mia breve intervista

Elisa 39 anni
Madre di Margherita, 11 anni; Camilla, 10 anni; Mariangela, 9 anni; Giovanni, 8 anni; Tommaso, 5 anni. 

VICE: Da dove nasce la decisione dell'Homeschooling?
Elisa: È venuta naturalmente, mano a mano che i bambini crescevano. Io sono un'educatrice, lavoravo nella scuola materna prima della gravidanza e mi è sempre venuto spontaneo intrattenere i bambini con giochi e attività. Poi vedendo i miei figli crescere, è cresciuta la curiosità di imparare cose sempre più adatte alla loro età, quindi leggere e scrivere è venuto naturale come insegnare loro a camminare o andare in bici.
Se aggiungiamo i problemi in generale con la scuola, e il fatto che due brevi scolarizzazioni ci hanno lasciati molto insoddisfatti, a maggior ragione l'educazione parentale ci sembrava la scelta più adatta. 

A livello burocratico come vi siete mossi?
All'inizio dell'anno scolastico è necessario dare comunicazione alla scuola del territorio di voler realizzare l'educazione parentale, e noi personalmente ci siamo sempre avvalsi della possibilità di far fare l'esame a fine anno, un po' per mantenere buoni rapporti con le istituzioni un po' perché è successo che una bambina abbia avuto voglia di tentare di andare a scuola. Se ogni anno il loro percorso viene riconosciuto, e ciò avviene tramite un'esame che si sostiene a giugno, non c'è alcun problema nell'inserimento.  

Come è stata l'esperienza con la scuola tradizionale di sua figlia e come la ha presa?
Al secondo semestre della quinta elementare aveva voglia semplicemente di provare ad andare a scuola. Si sentiva diversa dai coetanei e ha espresso il desiderio di cominciare. Alla fine dell'anno scolastico ha però scelto di tornare a casa, in quanto ha capito che a scuola imparava le stesse cose che imparava a casa ma in tempi molto più lunghi. Per quanto riguarda me, ho accolto in modo totalmente tranquillo la sua richiesta. L'homeschooling non deve assolutamente essere un'imposizione. 

Per quanto riguarda il programma, come si organizza?
Fino a che erano piccoli mi sono basata sui loro interessi e sulle le loro curiosità. Siamo sempre partiti dall'osservazione diretta: le stagioni, gli animali della fattoria, adesso che due delle mie figlie studiano le regioni, per esempio, cuciniamo piatti tipici. Ora la ragazzina più grande è in seconda media, cresce la complessità delle cose e siamo più vincolati ai programmi ministeriali, quindi studiamo ciò che c'è da studiare ma prediligendo i loro interessi. Soprattutto, cerchiamo di legare quanto più possibile l'apprendimento all'esperienza diretta. 
La mia figlia più grande ama leggere, legge moltissimo e a 11 anni ha scritto un romanzo e sta scrivendo il secondo, cose che non avrebbe mai potuto fare se avesse avuto tempi scolastici. Mio figlio di otto anni e mia figlia di 9 disegnano fumetti. Non sono dei geni, ma sviluppano le loro passioni, il percorso di apprendimento viene individualizzato.

I ruoli di mamma e maestra sono distinti?
Non sono distinti, anche il mio è un imparare assieme a loro, mettermi al loro fianco, quindi non sono la mamma che si mette in cattedra. Non è necessario dare voti nè fare verifiche: parliamo insieme, l'apprendimento può essere anche la chiacchierata a tavola, guardare insieme il telegiornale, parlare di un fatto di attualità che ci ha colpito. 

Non ha paura che crescano con qualche carenza sul lato della socializzazione?
È l'obiezione che ci fanno tutti, ed è uno degli obiettivi che ci poniamo come principali. Con i coetanei hanno altre occasioni per socializzare, quali catechismo, parco, sport, l'oratorio—attività che per gli altri sono extra scolastiche e che per noi fanno parte del loro percorso di apprendimento. I miei figli frequentano altri bambini e non hanno problemi da questo punto di vista. In più, socializzano bene con persone di tutte le età: non essendo abituati a essere incanalati sul binario delle varie età, per loro non c'è alcuna differenza nel relazionarsi alla persona di 80 anni o al bambino di due.  

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