domenica 28 agosto 2011

La leggenda del Lago della Ninfa

Vi trascrivo la triste e dolce leggenda del Lago della Ninfa (tratta da Maria Cristina Citroni, “Leggende e racconti dell’Emilia Romagna”, Newton Compton Editori, Roma, 1983.) che ha preceduto la nostra gita, l'ha riempita di fascino e suggestione, e ha dato il via a piacevoli attività, nei giorni scorsi.
Ovviamente, poi, le bambine hanno avvistato le due nuvolette vicine che ondeggiavano sul laghetto, una volta là....!

La leggenda del Lago della Ninfa

Un giorno un giovane cacciatore giunse alle rive del Lago della Ninfa.
Stanco, si sedette per rinfrescarsi il volto con l’acqua, quand’ecco un’apparizione incredibile affascinò la sua vista.
Sull’altra riva del lago era apparsa una fanciulla incredibilmente bella, che guardò il cacciatore fissandolo con i suoi occhi stranamente verdi.
Il ragazzo ne rimase sconcertato e l’amore divampò in lui immediatamente.
La giovane guardò ancora il cacciatore, rise e si allontanò, scomparendo rapidamente.
Allora egli la rincorse affannosamente, in vano inseguimento.
Ai carbonai che incontrava chiedeva notizie. “E’ la ninfa che si pettina al sole” rispondevano i carbonai, “una creatura malefica. Guai a chi si innamora di lei: è perduto!”.
Così dicevano i carbonai, ma il giovane non credette loro.
Ritornò il giorno successivo al lago, ed ecco che ancora la creatura meravigliosa gli apparve sull’altra sponda.
Così accadde per vari giorni; ma una volta il giovane, non sopportando più quel gioco crudele, le urlò il suo amore.
Essa allora lo guardò a lungo con i suoi occhi verdi trasparenti e gettò sul lago per magia un iridescente ponte di cristallo, indirizzando al giovane un canto dolcissimo.
Il cacciatore si lanciò incontro alla bella ed era già a metà del ponte, quando questo si dissolse ed il promesso bacio della fanciulla ebbe il sapore delle gelide acque del lago.
La morte del giovane riportò il silenzio sugli alti prati dominati da aspre montagne.
I carbonai commentarono variamente l’accaduto.
Alcuni dissero che la ninfa, per punizione, era stata tramutata in dura roccia.
Altri invece affermarono che la fanciulla si pentì e, disperata, volle affidarsi all’innamorato nello stesso abbraccio di morte: si tuffò, anch’essa nelle acque ghiacciate e morì.
Da allora avviene, talvolta, che si possano vedere sulla superficie del lago, fluttuare due nuvolette vicine.
Margherita

Giovanni

Mariangela

Camilla

3 commenti:

  1. E' un po' che non commento perché in estate cerco di limitare il tempo al computer e passarlo maggiormente con i bambini (magari all'aperto), ma passo spesso e volentieri di qui e vorrei chiederti un piccolo dettaglio.
    Vedo che Margherita scrive benissimo (davvero complimenti!), ma mi chiedevo come mai non usa i soliti quaderni con le righe di prima o di terza, optando invece per quelle che da noi sono chiamate le "righe di quinta" (magari hanno un nome più specifico, ma spero di essermi spiegata). La scelta è motivata da qualche elemento in particolare?
    Grazie ancora per le belle idee e tutti i momenti che condividete!

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  2. Ciao, d.!
    Il tuo commento mi ha fatto venire in mente un post specifico sui progressi tecnici nella scrittura, su cui già meditavo da tempo.
    Domani dovrebbe esserci!

    RispondiElimina

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